Cronache aquilane: differenze tra le versioni

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[[File:L'Aquila 1575.jpg||thumb|300px|Topografia dell'Aquila in una pianta del 1575, opera di [[Girolamo Pico Fonticulano]] ]]
 
[[ImmagineFile:LAquila1703.jpg|thumb|300px|L'impianto urbano della ''[[L'Aquila|Aquilana civitas]]'' in una topografia seicentesca anteriore al [[Terremoto dell'Aquila del 1703|terremoto del 1703]] ]]
 
Le '''''Cronache aquilane''''' costituiscono un cospicuo [[genere letterario|filone]] [[storiografia|storiografico]] e [[Letteratura medievale|letterario, prevalentemente medievale]], che si concentrò sulla narrazione delle vicende della [[storia dell'Aquila|storia civica dell'Aquila]], utilizzando, a seconda dei casi, il [[latino medievale|latino]] o il [[Lingua volgare|volgare]], ed esprimendosi sia in [[poesia]] chesia in [[prosa]]. Questa tradizione, solo in parte [[tradizione (filologia)|pervenutatramandataci]], esibisce tali caratteri di originalità e specificità, grazie ai qualida sidistinguersi distinguenettamente nel panorama civico e letterario del [[Regno di Napoli]].
 
Il ''[[corpus]]'' cronachistico sopravvissuto riguarda sostanzialmente l'epoca [[Tardo Medioevo|tardo medievale]] della storia cittadina, dalla fondazione nel [[XIII secolo]] fino al [[XV secolo|XV]]. In un solo caso viene lambitolambita l'[[età moderna]], con una cronaca che si spinge fino ai primi decenni del [[XVI secolo]]. Nella sopravvivenza del corpus, ha avuto un ruolo importante il lavoro di recupero svolto dall'erudito settecentesco [[Anton Ludovico Antinori]], [[Confederazione dell'Oratorio di San Filippo Neri|religioso oratoriano]] e vescovo.
 
Precursore del genere fu il [[:Categoria:cronisti medievali|cronista]] [[Medio Evo|medievale]] [[Buccio di Ranallo]] da [[Coppito|Poppleto]], [[floruit|fiorito]] nel [[XIV secolo]], ma il ''corpus'' documentario delle antiche ''[[Cronaca (genere letterario)|Cronache]] [[L'Aquila|aquilane]]'' fu incrementato e reso copioso dall'opera di numerosi [[epigoni]]. Tra le cronache successive a quella di Buccio, sono state tramandate quelle di [[Niccolò da Borbona]] (XV secolo), a copertura del periodo 1362-1424, [[Francesco di Angeluccio di Bazzano]], che scrisse del periodo 1436-1485, [[Anonimo dell'Ardinghelli]] e [[Bernardino da Fossa]], entrambi cronisti per gli anni 1254-1423, e [[Alessandro de Ritiis]] (XV secolo), che scrisse sul periodo dal 1347 al 1497.
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I ''Diaria rerum suis temporibus Aquilae et alibi gestarum'' (1407-1414) furono scritti in prosa latina da [[Jacopo Donadei]], che fu [[vescovo]] dell'[[Arcidiocesi dell'Aquila]] in pieno [[scisma d'Occidente|clima scismatico d'Occidente]] dal 31 agosto 1391 al 6 gennaio 1431<ref name="Berardi41">Maria Rita Berardi, ''I monti d'oro: identità urbana e conflitti territoriali nella storia dell'Aquila medievale'', p. 41</ref><ref>Per un probabile refuso tipografico, Alfonso Dragonetti ne riporta erroneamente la morte al 1421 (cfr. ''Le vite degli illustri aquilani'', p. 112). La data di morte è riportata correttamente a pag. 242, quando parla del successore [[Amico Agnifili]].</ref>.
 
Anche la pubblicazione della cronaca del Donadei si deve a monsignor [[Anton Ludovico Antinori]] che ne inviò il [[manoscritto]] a Roma, nelle mani di [[Giovanni Cristofano Amaduzzi]] affinché lo pubblicasse. Amaduzzi lo mandò in stampa nel 1783, [[in ottavo]] nel 1783, con premessa e notizie biografiche dell'Antinori, inserendolo nel IV e ultimo volume del suo ''[http://books.google.it/books?id=e80TAAAAQAAJ&printsec=frontcover&source=gbs_v2_summary_r&cad=0#v=onepage&q=&f=false Anecdota litteraria ex mss. codicibus eruta]''<ref>[[Giovanni Cristofano Amaduzzi]], ''[http://books.google.it/books?id=e80TAAAAQAAJ&printsec=frontcover&source=gbs_v2_summary_r&cad=0#v=onepage&q=&f=false Anecdota litteraria ex mss. codicibus eruta]'', apud Gregorium Settarium [apud Antonium Fulgonium], Romae (1773-1783)</ref>, con il titolo di ''Jacobi Donadei Episcopi Aquilani Diaria rerum suis temporibus Aquilae et alibi gestarum, ab anno 1407 ad annum 1414''<ref name="Dragonetti48-111-112">Alfonso Dragonetti, ''[http://www.archive.org/details/levitedegliillu00draggoog Le vite degli illustri aquilani]'', L'Aquila, 1847 pp. 48, 111-112, (da [[Internet Archive]]) ''[[Ristampa anastatica|rist. anast.]]'' [[Arnaldo Forni editore]]</ref>. Una seconda edizione si deve a Leopoldo Palatini in ''lacopo Donadei e i suoi diari'', nel «''Bullettino della Società di storia patria "Anton Ludovico Antinori" negli Abruzzi''», a. XIII (1901), 2, pp. 11-32 (note biografiche e premessa alle pp. 1-9).
 
====6. ''Delle cose dell'Aquila dall'anno 1363 all'anno 1424'' di Niccolò di Borbona====