Temperamento (psicologia): differenze tra le versioni
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== Definizione secondo la psicoanalisi ==
Nella [[psicanalisi|teoria psicoanalitica]], secondo l’ultima formulazione di [[Otto Kernberg]] ([[1994]]), la [[personalità]] normale si considera formata da due componenti fondamentali: il temperamento e il [[carattere (psicologia)|carattere]]. Per temperamento si intende l’insieme delle tendenze innate, cioè determinate [[genetica]]mente, dell'individuo a reagire agli stimoli ambientali con determinate modalità anziché altre. Queste modalità secondo Kernberg sarebbero ''l'intensità'', la ''frequenza'' e la ''soglia'' delle risposte affettive. Ciò significherebbe che per ogni individuo vi sono delle soglie tipiche di attivazione delle emozioni positive e dei sentimenti di [[piacere]], come pure di quelle [[dolore|dolorose]] e delle risposte [[aggressività|aggressive]] conseguenti a queste. È il funzionamento di questo meccanismo che a quanto pare sarebbe innato. Il bilanciamento dei fattori potrebbe essere proprio di ciascun individuo, dipenderebbe perciò direttamente da meccanismi [[biologia|biologici]].
== Principali usi del termine ==
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== Temperamento e disturbi mentali ==
Lo studio del
Studi condotti su gemelli separati, però, fanno pensare che non esiste una correlazione fra il temperamento e disturbi ''specifici''. Esiste una correlazione solo generica nell’occorrenza di disturbi tra consanguinei di persone affette da patologia mentale, ma non c’è un collegamento con specifiche patologie. L’unico disturbo di [[Asse II]] con una qualche incidenza familiare sembra essere il [[disturbo schizotipico di personalità]] (Torgersen [[1985]], [[1994]]). Kernberg ([[1996]]) conclude che «i fattori temperamentali genetici determinano solo le caratteristiche di temperamento delle personalità normali», secondo questa opinione autorevole perciò i quadri sintomatici - cioè i diversi tipi di disturbi mentali - in linea di massima non dipendono dal temperamento dell’individuo.
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