Ermeneutica del Concilio Vaticano II: differenze tra le versioni

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Altre volte Benedetto XVI è tornato sulla stessa questione<ref>Una prima traccia di questa linea interpretativa è in un commento all'atteggiamento di [[papa Paolo VI]]: «prontezza nell'affrontare la novità, il futuro, però sempre in unione di continuità con la storia», contenuto in Joseph Ratzinger, ''Das Konzil auf dem Weg'', Colonia 1964 (trad. it. "Concilio in cammino", Roma 1965, p. 12), cit. da Aidan Nichols, ''Joseph Ratzinger'', Cinisello Balsamo 1996, p. 96</ref><ref>Si era già espresso al riguardo anche nel libro intervista del [[1985]]: Joseph Ratzinger, ''Rapporto sulla fede'', Milano 1985, pp. 33-34:
{{quote|Bisogna decisamente opporti a questo schematismo di un ''prima'' e di un ''dopo'' nella storia della Chiesa, del tutto ingiustificato dagli stessi documenti del Vaticano II che non fanno che riaffermare la cointinuitàcontinuità del cattolicesimo. Non c'è una Chiesa "pre" o "post" conciliare: c'è una sola e unica Chiesa che cammina verso il Signore, approfondendo sempre di più e capendo sempre meglio il bagaglio di fede che Egli stesso le ha affidato. In questa storia non ci sono salti, non ci sono fratturafratture, non c'è soluzione di continuità. Il Concilio non intendeva affatto introdurre una divisione d eldel tempo della Chiesa}}
</ref>, sottolineando l'importanza che il Concilio Vaticano II sia recepito alla luce di tutto il bagaglio dottrinale della Chiesa<ref>Così il [[16 marzo]] [[2009]] nel [http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/speeches/2009/march/documents/hf_ben-xvi_spe_20090316_plenaria-clero_it.html discorso ai partecipanti alla plenaria della Congregazione per il Clero]: «è importante favorire nei sacerdoti, soprattutto nelle giovani generazioni, una corretta ricezione dei testi del Concilio Ecumenico Vaticano II, interpretati alla luce di tutto il bagaglio dottrinale della Chiesa.»</ref>