Giovanni Antonio Medrano: differenze tra le versioni
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Nato a [[Sciacca]], si trasferì con la famiglia in [[Spagna]] dove frequentò il Real Corpo degli ingegneri, fondato da [[Filippo V di Spagna]] nel [[1711]], intraprendendo la carriera militare. In qualità di ingegnere e di sottotenente partecipò, nel [[1718]], alla spedizione di riconquista della [[Sicilia]]. Dopo due anni fu destinato ai presidi militari della [[Catalogna]], specializzandosi in infrastrutture ed impianti militari, fu attivo nel [[1730]] la [[Castell de Montjuïc|fortezza de Montjuïc]].
Nel [[1731]] arrivò in [[Italia]] insieme al figlio di Filippo V, [[Carlo III di Spagna|Carlo]], duca di [[Parma]] e [[Piacenza]], con il grado di tenente e in qualità di ingengere ordinario. Il compito del Medrano fu quello di seguire l'infante di Spagna nelle discipline tecnico-scientifiche previste dalla formazione reale. Con l'incoronazione di Carlo come Re del [[Regno di Napoli]] e di [[Regno di Sicilia|Sicilia]], il Nostro fu investito di incarichi di prestigio
Ebbe anche incarichi di rilievo fuori dai confini della capitale del Regno, nel [[1734]] fece il progetto per l'obelisco commemorativo di [[Bitonto]] e sul [[Volturno]], nei pressi del Sito Reale di [[Venafro]], ebbe l'incarico di progettare un ponte che venne distrutto da una piena e ricostruito nel [[1750]]. Nel [[1738]] fu associato con [[Angelo Carasale]] e [[Antonio Canevari]] alla realizzazione del [[Museo di Capodimonte|Palazzo di Capodimonte]], al Nostro si deve l'adozione dello schema planimetrico a tre corti comunicanti, la soluzione bicromatica dei prospetti e l'intervento di consolidamento delle cave di tufo sottostanti. Nel [[1740]] gli furono affidati i cantieri della banchina del [[porto di Napoli]] e progettò la [[Palazzo della Cavallerizza a Chiaia|Cavalleria a Chiaia]]. Dall'ottobre 1738 ebbe l'incarico di sovraintedere ai lavori archeologici nella zona vesuviana. Nel [[1741]] furono approvate, dal Canevari, alcune idee del Medrano come la corte aperta sulla [[Strada statale 18 Tirrena Inferiore|Strada delle Calabrie]].
Nel [[1741]] fu accusato, insieme a Carasale, di frode sul fisco nella conduzione dei lavori a Capodimonte. Contemporaneamente i rapporti con la famiglia reale iniziarono ad affievolirsi progressivamente con la perdita del controllo dei cantieri affidategli. Dopo diciotto mesi di carcere, con pena scontata presso il presidio di [[Peñon]], fu destituito dagli incarichi principali e degradato. Ottene la grazia con la rispettiva riduzione della pena e rientrò in Italia nel [[1746]], ma la sua figura professionale fu duramente attaccata da feroci critiche da parte degli ingegneri napoletani dell'epoca. Con queste pesanti critiche fu emarginato dagli incarichi pubblici e dal [[1749]] al [[1754]] fu ingegnere dell'
==Bibliografia==
*F. Strazzullo, ''Documenti del Settecento per la storia dell’edilizia e dell’urbanistica nel Regno di Napoli'', in ''[[Napoli nobilissima]]'', XXII (1983), p.
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