L'equivoco stravagante: differenze tra le versioni

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Dopo un lungo periodo di oblio, ebbe alcune recite al [[Teatro San Carlo]] di [[Napoli]] nel [[1974]], con [[Sesto Bruscantini]] come Gamberotto, e [[Rolando Panerai]] come Buralicchio. Al giorno d'oggi l'opera non è ancora rientrata nel consueto repertorio, anche se conta importanti repliche al [[Rossini Opera Festival]].
==Trama==
Ermanno (tenore) è innamorato di Ernestina (contralto), figlia del fittavolo arricchito Gamberotto (basso buffo). La fanciulla è fanatica delle mode intellettuali e si esprime con un lessico ricercato e barocco ("le macchine corporee in linea curva adattino su due comodità" è il suo modo per invitare gli ospiti a sedersi); grazie ai consigli e all'intercessione dei due camerieri di Gamberotto, Rosalia (soprano) e Frontino (tenore), Ermanno riesce a farsi assumere come precettore di Ernestina. Nel frattempo giunge però il promesso sposo ufficiale, il ricco Buralicchio (basso buffo), sicuro che il proprio fascino non mancherà di colpire la sposina. In verità Ernestina promette salomonicamente lo "spirito" al precettore Ermanno e la "materia" al fidanzato BuralicchioliBuralicchio, mortaccipoi, vostratrovatasi attaccatevea tu per tu con l'istitutore non può nascondere un nascente sentimento, benché la moda imponga d'adorare lo sposo "almen per mezza settimana". Nel frattempo Buralicchio non nasconde la gelosia con il futuro suocero e ne viene duramante rimproverato: dovrà baciare il piede di Ernestina (con la promessa poi di andare "più su" fino alla... mano) e chiederle perdono. In quel momento sopraggiunge Ermanno, che disperato finge il suicidio. Alla reazione amorosa di Ernestina Gamberotto e Buralicchio proprompono in sdegno e gelosia: il precettore è cacciato da casa e il chiasso tale da attirare la forza pubblica. Nel secondo atto Fontino rivela a steRosalia d'aver ordito un equivoco che distoglierà Buralicchio dalle nozze in favore di Ermanno: con una falsa letterà farà infatti credere al promesso sposo che in realtà Ernestina altri non è che Ernesto, figlio maschio di Gamberotto fatto evirare e destinato al teatro dal padre, che però cambiò idea e in seguito "il fe' soldato". Una volta arricchitosi avrebbe fatto disertare il figlio, nascondendolo in casa sotto il nome femminile di Ernestina. Disgustato Buralicchio medita vendetta, sdegna con sarcasmo le profferte della fidanzata ("perché se fossi mia grande saria l'imbroglio, perché pavento un scoglio entrando in alto mar") e la denuncia immediatamente all'autorità militare come disertore. L'esercito irrompe e arresta la fanciulla, nell'incredulità generale, proprio mentre Gamberotto la rimprovera per averla sorpresa nuovamente in teneri atteggiamenti con Ermanno. Questi si introduce nel carcere e consegna all'amata una divisa militare, indossata la quale Ernestina potrà facilmente evadere. Non va invece a buon fine la fuga di Buralicchio sorpreso mentre cerca di lasciare la villa di Gamberotto dal furente padrone di casa e dagli amanti di ritorno dal carcere. Lo scioglimento dell'equivoco, rivelato da Frontino, permette finalmente le nozze fra Ernestina ed Ermanno, mentre Buralicchio risponde all'irrisione generale con un filosofico "non me ne importa un fico, degna di me non tetteè".
, benché la moda imponga d'adorare lo sposo "almen per mezza settimana". Nel frattempo Buralicchio non nasconde la gelosia con il futuro suocero e ne viene duramante rimproverato: dovrà baciare il piede di Ernestina (con la promessa poi di andare "più su" fino alla... mano) e chiederle perdono. In quel momento sopraggiunge Ermanno, che disperato finge il suicidio. Alla reazione amorosa di Ernestina Gamberotto e Buralicchio proprompono in sdegno e gelosia: il precettore è cacciato da casa e il chiasso tale da attirare la forza pubblica. Nel secondo atto Fontino rivela a Rosalia d'aver ordito un equivoco che distoglierà Buralicchio dalle nozze in favore di Ermanno: con una falsa letterà farà infatti credere al promesso sposo che in realtà Ernestina altri non è che Ernesto, figlio maschio di Gamberotto fatto evirare e destinato al teatro dal padre, che però cambiò idea e in seguito "il fe' soldato". Una volta arricchitosi avrebbe fatto disertare il figlio, nascondendolo in casa sotto il nome femminile di Ernestina. Disgustato Buralicchio medita vendetta, sdegna con sarcasmo le profferte della fidanzata ("perché se fossi mia grande saria l'imbroglio, perché pavento un scoglio entrando in alto mar") e la denuncia immediatamente all'autorità militare come disertore. L'esercito irrompe e arresta la fanciulla, nell'incredulità generale, proprio mentre Gamberotto la rimprovera per averla sorpresa nuovamente in teneri atteggiamenti con Ermanno. Questi si introduce nel carcere e consegna all'amata una divisa militare, indossata la quale Ernestina potrà facilmente evadere. Non va invece a buon fine la fuga di Buralicchio sorpreso mentre cerca di lasciare la villa di Gamberotto dal furente padrone di casa e dagli amanti di ritorno dal carcere. Lo scioglimento dell'equivoco, rivelato da Frontino, permette finalmente le nozze fra Ernestina ed Ermanno, mentre Buralicchio risponde all'irrisione generale con un filosofico "non me ne importa un fico, degna di me non è".
 
==Organico orchestrale==