Amalasunta: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
+ nota disambigua per il nome
m - spazi inutili
Riga 1:
{{nota disambigua|il nome proprio|[[Amalasunta (nome)]]}}
[[File:Isla Martana Lago Bolsena.jpg|thumb|300px|L'[[Isola Martana]] a [[Lago di Bolsena|Bolsena]], dove Amalasunta fu reclusa fino alla morte]]
{{Bio
|Nome =
Riga 22:
Nel [[515]] sposò [[Eutarico]], appartenente alla stirpe degli [[Amali]], il quale morì nel [[522]], lasciandola con due figli: il maggiore, [[Atalarico]], di cinque anni, e [[Matasunta]]. Alla morte del re Teodorico, nel [[526]], succedette al trono il nipote Atalarico, sotto la sua reggenza.
 
[[Procopio di Cesarea|Procopio]] e [[Cassiodoro]], suo ''[[magister officiorum]]'', la descrivono profondamente influenzata dalla cultura romana, conoscitrice della [[lingua latina]] e [[lingua greca|greca]]: Amalasunta diede all'istruzione del figlio un'impostazione più in linea con la tradizione romana che con quella [[Goti|gota]] e perseguì una politica di buoni rapporti tra Goti, Romani e [[Impero bizantino|Bizantini]], restituendo i beni già confiscati ai figli di [[Severino Boezio|Boezio]] e di [[Flavio Simmaco|Simmaco]], e favorendo la nomina di elementi moderati alle maggiori cariche dello Stato. Elesse il goto [[Tuluin]], già ''[[praepositus sacri cubiculi]]'' sotto Teodorico, ''patricius praesentalis'', con diritto di sedere in Senato e di assumere la cittadinanza romana, e affidandogli il comando dell'esercito.
 
La prevalenza di Romani goticizzanti nei posti di comando del regno - Cipriano succedette a Cassiodoro nella carica di ''magister officiorum'' - il disinteresse mostrato, a differenza del padre Teodorico, per le vicende degli alleati [[Visigoti]], in difficoltà di fronte all'espansione del [[Regno franco]], le alienarono la solidarietà di una parte della nobiltà ostrogota, che riuscì a sottrarle la cura dell'educazione del figlio, allo scopo di farne un futuro re che potesse governare secondo le tradizioni degli antenati. Amalasunta reagì bandendo, e successivamente facendo uccidere, tre dei capi sospettati di cospirare contro il suo potere e allo stesso tempo aprì dei negoziati con l'imperatore [[Giustiniano|Giustiniano I]], nella prospettiva di fuggire fino a [[Costantinopoli]] con il tesoro ostrogoto, consistente, secondo Procopio,<ref>''De bello Gothico'', 13</ref> nell'enorme somma di 2.880.000 solidi d'oro.
 
Queste trattative sarebbero avvenute nel [[532]] e, sempre secondo Procopio,<ref>''Anecdota'', 100-104</ref> avrebbero avuto l'intento di eliminare e sostituire [[Teodora (imperatrice)|Teodora]], divenendo imperatrice. I Goti a lei ostili sospettavano<ref>Secondo Procopio, ''De bello Gothico'', 11</ref> invece che Amalasunta intendesse sposarsi con un altro nobile goto eliminando il figlio dalla successione per governare direttamente l'Italia: questa tesi è ripresa da [[Gregorio di Tours]],<ref>''Libri Historiarum''</ref> ostile nei confronti di Amalasunta a causa della sua confessione ariana.
 
Amalasunta appoggiò anche le operazioni della flotta bizantina di [[Belisario]], impegnata nella guerra contro i [[Vandali]], impossessandosi della fortezza di [[Lilibeo]], in [[Sicilia]], già possedimento ostrogoto portato in dote nel [[500]] da [[Amalafrida]], sorella di Teodorico e madre di [[Teodato]], al vandalo [[Trasamondo]]. La riappropriazione di Lilibeo non fu però riconosciuta da [[Giustiniano]], che dal [[533]] iniziò con il regno goto una complessa trattativa che coinvolgeva problemi politici e questioni teologiche - la [[controversia teopaschita]] - durante la quale Amalasunta avrebbe trattato con il senatore Alessandro, inviato dall'imperatore, la consegna dell'Italia all'Impero nel caso in cui, con la morte del figlio Atalarico, ormai gravemente malato, i suoi rapporti con la nobiltà gota si fossero dimostrati insostenibili.
 
Alla morte del figlio, avvenuta il [[2 ottobre]] [[534]], Amalasunta divenne regina a tutti gli effetti e si associò al trono il cugino [[Teodato]], [[duca di Tuscia]], con l'intento di rafforzare la propria posizione. Teodato era infatti uno dei più influenti esponenti della nobiltà gota, ma anche educato alla greca e proprietario di grandi latifondi in Toscana, che aveva offerto a Giustiniano in cambio di proprietà e onori imperiali, tra i quali un posto in Senato. Teodato poteva essere un elemento di equilibrio nella politica perseguita da Amalasunta, rassicurando gli elementi goti all'interno e garantendo, all'esterno, i buoni rapporti con l'Impero d'Oriente.
 
Non sono chiari tutti gli aspetti del complesso gioco politico nel quale finì per cadere Amalasunta, e quale sia stato il ruolo di Giustiniano attraverso il suo ambasciatore Pietro che, secondo Procopio, avrebbe avuto contatti con Teodato prima e dopo la decisione di relegare la regina sull'[[isola Martana]], nel [[lago di Bolsena]] dove nel [[535]], forse il [[30 aprile]], fu strangolata da parenti di quei Goti che ella aveva ordinato di assassinare.
 
Giustiniano, che pure aveva riconosciuto la legittimità del regno di Teodato, prese a pretesto l'assassinio di Amalasunta per iniziare quella che sarebbe stata unala [[Guerra gotica (535-553)|lunghissima guerra tragotica]], che avrebbe visto i Goti efronteggiare i Bizantini]] per molti anni.
 
== Note ==