Gneo Bebio Tamfilo: differenze tra le versioni

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Nel [[204 a.C.]] fu [[tribuno della plebe]] ed accusò i [[sensore|censori]] [[Marco Livio Salinatore]] e [[Gaio Claudio Nerone]] di malversazioni occorse durante il periodo della loro carica. Ma il [[Senato romano|Senato]], anche se profondamente scontento della condotta dei censori, fu forzato a cadere l'accusa, in quanto si ritenne più opportuno mantenere il principio della irresponsabilità dei censori che infliggere loro la punizione che meritavano.
 
Nel [[199 a.C.]] fu [[pretore (storia romana)|pretore]] e gli fu affidato il comando delle legioni di [[Gaio Aurelio Cotta (console 200 a.C.)|Gaio Aurelio Cotta]], console nell'anno precedente, fino all'arrivo del nuovo console [[Lucio Cornelio Lentulo]]. Ma Tamfilo, ansioso di ottenere una vittoria che gli portasse gloria, compì una incursione nel territorio degli [[InsumbriInsubri]], ma fu sconfitto con gravi perdite. All'arrivo di Lentulo, fu rimandato a Roma in disgrazia.
 
Nel [[186 a.C.]] fu [[triumviro]] per la fondazione di due nuove colonie e nel [[182 a.C.]] fu [[console (storia romana)|console]] con [[Lucio Emilio Paolo Macedonico]]. Unitamente al collega, Tamfilo combatté vittoriosamente contro i [[Liguri]] e rimase in loco come [[proconsole]] anche l'anno successivo.
 
== Note ==