Giulio Cavina: differenze tra le versioni

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Da giovane emigrò in diversi paesi d’Europa, lavorando come scalpellino. Rientrato in Italia, divenne Segretario della Federazione Italiana Edili aderente alla [[CGL]] (Confederazione Generale del Lavoro). Segretario della [[Camera del Lavoro]] di Siena, nel [[1919]] si candidò al [[Parlamento]] nelle liste del [[Partito Socialista Italiano|PSI]] Negli anni dell'impegno sindacale, conobbe la violenza dello [[squadrismo]] [[fascista]]. Il 4 marzo [[1921]] i fascisti assaltarono la [[Casa del Popolo]] di [[Siena]]. A dar man forte ai fascisti intervenne addirittura un reparto di fanteria con mitragliatrici e due cannoni da montagna, mentre gli stessi [[carabinieri]] partecipavano all'assalto per espugnare la costruzione dove si erano asserragliati numerosi lavoratori. Nel pomeriggio, verso le 17, gli occupanti si arresero alla forza pubblica, ma furono percossi e arrestati. Giulio Cavina, particolarmente odiato per la sua attività sindacale, venne anche bastonato e fu scarcerato soltanto nel luglio successivo, grazie all'elezione alla [[Camera dei deputati]]. In seguito, per la sua attività sindacale e [[antifascista]], venne condannato al [[confino]] all'[[isola d'Elba]] nel piccolo paese collinare di [[Poggio (Isola d'Elba)|Poggio]] dove intraprese la lavorazione del [[granito]].
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[[Categoria:Deputati della I Legislatura della Repubblica italiana]]
 
[[fr:Giulio Cavina]]