Sull'anima (Aristotele): differenze tra le versioni

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==Secondo Libro==
Nelle prime righe del ''secondo libro'', Aristotele afferma che fra i vari significati del termine anima ve n'è uno molto importante che è la [[sostanza (filosofia)|sostanza]]. La sostanza è la caratteristica che rende un ente quel che è. Ad esempio, la sostanza di una sfera di bronzo è la sfera. Il bronzo, invece, rappresenta la [[materia (fisica)|materia]]. [[Aristotele]] collega la materia alla potenza perché ad esempio da un pezzo di [[marmo]] si possono creare diverse sostanze, che rappresentano l'[[atto (Aristotele)|atto]]. Da qui Aristotele si collega ai corpi. Questi possiedono la [[vita]] perché composti da materia e [[forma (filosofia)|forma]]. L'anima è atto perché permette di far passare la vita da stato potenziale ad atto.
 
[[Aristotele]] collega la materia alla potenza perché ad esempio da un pezzo di [[marmo]] si possono creare diverse sostanze, che rappresentano l'[[atto (Aristotele)|atto]]. Da qui Aristotele si collega ai corpi. Questi possiedono la [[vita]] perché composti da materia e [[forma (filosofia)|forma]]. L'anima è atto perché permette di far passare la vita da stato potenziale ad atto.
 
L'anima è quindi la forma del [[Corpo (metafisica)|corpo]] che ha la vita in potenza. Il filosofo afferma che anche quando dormiamo abbiamo l'anima solo che non è attiva nelle sue funzioni. Infatti, gli [[Organo (anatomia)|organi]], rappresentano gli strumenti dell'anima. Ogni organo ha una sua [[Funzione (sistema)|funzione]].
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Per il filosofo solo l'[[intelletto]] può essere disgiunto in quanto eterno ed, in quanto forma, non appartiene al singolo individuo ma è unico per la [[specie]]. In seguito Aristotele analizza in modo specifico le varie facoltà dell'anima. La funzione nutritiva è presente negli esseri animati in maniera potenziale, e per diventare atto essa occorre del nutrimento. Le piante inoltre hanno anche la facoltà di riprodursi e ciò, per il filosofo, permette di partecipare all'eterno. Infatti, se è vero che un individuo è corruttibile, è vero anche che può partecipare all'eterno generando individui simili a sé.
 
Detto ciò il filosofo chiarisce perché l'anima è [[causa (filosofia)|causa]] e principio di un [[Corpo (metafisica)|corpo]] vivente. La prima ragione è che l'anima è l'[[essenza (filosofia)|essenza]] dei corpi animati. Infatti la sostanza rende un ente quel che è. L'essenza dei corpi animati è il vivere e tale essenza è nell'anima. Inoltre l'anima è il fine dei corpi animati in quanto gli organi del [[Corpo (anatomia)|corpo]] rappresentano gli strumenti dell'anima. Per Aristotele la [[natura]] non fa niente per caso. Ad esempio, il filosofo si contrappone alla concezione anassagorea secondo cui l'[[uomo]] è l'essere superiore perché ha le [[mano|mani]]. Per Aristotele l'[[uomo]] ha le mani perché è l'essere superiore. Infine l'anima è l'origine del movimento perché tende verso qualcosa. Successivamente il filosofo si concentra sulla [[sensazione]] e sui [[cinque sensi]].
 
Inoltre l'anima è il fine dei corpi animati in quanto gli organi del [[Corpo (anatomia)|corpo]] rappresentano gli strumenti dell'anima. Per Aristotele la [[natura]] non fa niente per caso. Ad esempio, il filosofo si contrappone alla concezione anassagorea secondo cui l'[[uomo]] è l'essere superiore perché ha le [[mano|mani]]. Per Aristotele l'[[uomo]] ha le mani perché è l'essere superiore. Infine l'anima è l'origine del movimento perché tende verso qualcosa. Successivamente il filosofo si concentra sulla [[sensazione]] e sui [[cinque sensi]].
 
Innanzitutto Aristotele precisa, come ha fatto in precedenza, che la facoltà sensibile è solo in potenza e si attua solo quando vi sono [[Oggetto (filosofia)|oggetti]] da percepire. La [[percezione]] infatti è passiva in quanto si subisce l'azione degli oggetti esterni. L'intelletto dipende invece dalla nostra [[volontà]].
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Per il filosofo l'[[apprendimento]] è un'[[alterazione]] rafforzativa infatti tale alterazione rafforza lo stato di chi conosce facendolo passare da conoscente in potenza a conoscente in atto.<br/> Prima di analizzare i vari tipi di sensazione Aristotele delinea le tre specie di [[sensibili]]. I sensibili propri sono percepiti solo da un determinato [[senso (filosofia)|senso]]: per la [[vista (senso)|vista]] il [[colore]], per l'[[odorato]] l'[[odore]], per il [[gusto]] il [[Gusto|sapore]]. Per questi sensibili non c'è possibilità di errori. I sensibili comuni non sono legati ad un unico senso e permettono di [[percepire]] gli [[Oggetto (filosofia)|oggetti]] nel loro complesso. Essi sono: il [[moto (fisica)|movimento]], la [[quiete]], il [[numero]], la figura, la [[grandezza]].
 
Infine vi sono i sensibili per accidente che concernono in [[asociazione (psicologia)|associazioni]]. Se ad esempio vedendo una macchia bianca la associo al figlio di Diare tale associazione è solo possibile, non è certa. Dopo tali considerazioni il filosofo si occupa specificamente dei cinque sensi. La vista percepisce il [[colore]] e la [[luminosità (teoria dei colori)|luminosità]]. Per Aristotele ogni senso ha un medium, cioè un mezzo che fa da tramite tra l'[[Oggetto (filosofia)|oggetto]] percepito e l'[[Organo (anatomia)|organo]]. Per la vista il medium è il trasparente. Per Aristotele il [[colore]] agisce sul medium. In questo modo si possono percepire anche gli oggetti a [[distanza (matematica)|distanza]].
 
La vista percepisce il [[colore]] e la [[luminosità (teoria dei colori)|luminosità]]. Per Aristotele ogni senso ha un medium, cioè un mezzo che fa da tramite tra l'[[Oggetto (filosofia)|oggetto]] percepito e l'[[Organo (anatomia)|organo]]. Per la vista il medium è il trasparente. Per Aristotele il [[colore]] agisce sul medium. In questo modo si possono percepire anche gli oggetti a [[distanza (matematica)|distanza]].
 
L'[[udito]] percepisce il [[suono]]. Il medium sono l'[[aria]] e l'[[acqua]], infatti Aristotele nota che un [[suono]] si può propagare anche nell'ambiente acquatico. Il [[suono]] è generato dalla percussione dell'[[aria]], ed infatti possono emettere suoni solo gli esseri che hanno la capacità di respirare.
 
L'[[olfatto]] percepisce l'[[odore]]. Il medium è l'[[aria]] ma anche qui il filosofo nota che vi sono degli [[animali]] che hanno l'[[odorato]] anche in un ambiente acquatico. L'uomo ha l'odorato meno sviluppato rispetto ad altri animali perché percepisce ogni odore come [[dolore]] o come [[piacere]].
 
L'[[udito]] percepisce il [[suono]]. Il medium sono l'[[aria]] e l'[[acqua]], infatti Aristotele nota che un [[suono]] si può propagare anche nell'ambiente acquatico. Il [[suono]] è generato dalla percussione dell'[[aria]], ed infatti possono emettere suoni solo gli esseri che hanno la capacità di respirare. L'[[olfatto]] percepisce l'[[odore]]. Il medium è l'[[aria]] ma anche qui il filosofo nota che vi sono degli [[animali]] che hanno l'[[odorato]] anche in un ambiente acquatico. L'uomo ha l'odorato meno sviluppato rispetto ad altri animali perché percepisce ogni odore come [[dolore]] o come [[piacere]].
Tramite il [[gusto]] si percepisce il sapore. Diversamente dagli altri sensi non vi è nulla che funga da mezzo e la percezione avviene nell'[[umido]] tramite la [[Lingua (anatomia)|lingua]].<br/> Il [[tatto]] ci permette di percepire una vasta gamma di oggetti anche opposti: [[freddo]] e [[caldo]], [[Durezza|duro]] e [[molle]], [[secco]] ed [[umido]] ecc.
 
Tramite il [[gusto]] si percepisce il sapore. Diversamente dagli altri sensi non vi è nulla che funga da mezzo e la percezione avviene nell'[[umido]] tramite la [[Lingua (anatomia)|lingua]]. Il [[tatto]] ci permette di percepire una vasta gamma di oggetti anche opposti: [[freddo]] e [[caldo]], [[Durezza|duro]] e [[molle]], [[secco]] ed [[umido]] ecc. A differenza del gusto qui vi è un medium. Questo è la [[carne]]. A questo punto si delinea la differenza tra [[gusto]] e [[tatto]]. Ad esempio quando la [[Lingua (anatomia)|lingua]] percepisce il gusto di qualcosa funge da organo mentre quando percepisce oggetti tattili funge da medium. I sensibili propri del tatto - dice Aristotele - sono le quattro [[qualità]], e la percezione si verifica (ossia passa in atto) in relazione alle qualità che abbiamo in noi:.
 
Così, ad esempio, per percepire qualcosa di caldo dobbiamo noi stessi essere meno caldi dell’oggetto percepito, altrimenti se fossimo ugualmente caldi non riusciremmo a percepirlo. Questo processo, però, non deve spingersi oltre un certo limite: il caldo o il freddo non devono essere eccessivamente intensi, altrimenti l’organo sensoriale ne verrebbe danneggiato; lo stesso vale per i sensibili propri di ciascun senso.