Ministeri economici: differenze tra le versioni

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Il [[26 dicembre]] [[1877]] il [[Governo Depretis II|secondo governo di]] [[Agostino Depretis]] per primo introdusse una distinzione, scindendo in due l'antico Ministero delle Finanze: una parte (che conservò il nome di ''Finanze'') relativa alle imposte, l'altra (il nascente ''Ministero del Tesoro'') concernente la contabilità, il patrimonio ed il tesoro. Al ''Ministero del Tesoro'' furono attribuite le seguenti funzioni: formazione dei bilanci e dei resoconti dell’amministrazione dello Stato; sovrintendenza all’esercizio del bilancio, alla contabilità generale dello Stato, al servizio del Tesoro e all’amministrazione del debito pubblico; vigilanza sulla riscossione delle entrate e sulla regolare ordinazione delle spese. Tali funzioni furono allocate nell’ambito delle seguenti articolazioni ministeriali: Ragioneria Generale dello Stato, Direzione Generale del Tesoro, e Direzione Generale del Demanio.
 
Dal [[31 dicembre]] [[1922]], quarantacinque anni dopo, il [[governo Mussolini]] decise di trasferire nuovamente tutte le competenze del ''Tesoro'' al ''Ministero delle Finanze'' con conseguente soppressione del dicastero. Questa scelta coincise con l'uscita dal governo di tutte le componenti non-fasciste, e si inquadrainquadrò pienamente nella riforma [[fascismo|fascista]] dello Stato italiano in ordine a criteri, sia ideali che pratici, differenti da quelli preesistenti. Questo accorpamento fu poi conservato dai due governi di [[Pietro Badoglio]].
 
Il [[22 giugno]] [[1944]], con decreto del [[Umberto II di Savoia|Luogotenente del Regno]], il [[governo Bonomi II]] re-istituì il ''Tesoro'' per scissione dalle ''Finanze'', strutturandolo in due direzioni generali, una per le entrate e una per le spese.
 
Il [[2 febbraio]] [[1947]], con la nascita del [[Governo De Gasperi III|terzo governo De Gasperi]], con decreto del [[Enrico De Nicola|Capo provvisorio dello Stato]], si ritornaritornò ad un'unica struttura di gestione delle casse statali, che tuttavia assumeassunse la denominazione di ''Ministero delle Finanze e del Tesoro'', testimoniando ormai l'affermazione di un'idea di differenziazione delle funzioni. Il ministero unificato sopravvivesopravvisse unicamente per quell'esecutivo, ma non oltre: dal [[4 giugno]] [[1947]] il ''Tesoro'' e le ''Finanze'' sonofurono definitivamentenuovamente separati, ad opera del [[governo De Gasperi IV]] una settimana dopo la sua nascita.
 
[[Immagine:Ciampi_2.jpg|left|thumb|[[Carlo Azeglio Ciampi]], ministro di Tesoro e Bilancio dal [[1996]] al [[1999]] e promotore dell'unificazione dei due ministeri.]]
Nello stesso 4 giugno 1947, viene a sorgeresorse l'autonomo ''Ministero del Bilancio'', con competenza di fatto intermedia tra il ''Tesoro'' e le ''Finanze'': la redazione del bilancio annuale dello Stato, uno degli esercizi più delicati ed importanti della vita politica e sociale.
 
La legge finanziaria per il [[1957]], approvata il [[22 dicembre]] [[1956]] dal [[governo Segni I]] istituisce il più giovane dei quattro ministeri economici: quello delle ''Partecipazioni statali''. Il sistema di [[economia mista]] dell'Italia, segnato dalla importantissima e massiccia presenza dello Stato come parte attiva del mercato, si basava infatti su una vastissima rete di società per azioni (e quindi di diritto privato) ma controllate dallo Stato e da altri enti pubblici. A questo si sommava l'altrettanto fitta rete di enti ed istituti economici di diritto pubblico, che gestivano beni e servizi d'elevato interesse nazionale.