Celebrazioni voltiane: differenze tra le versioni

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Alla morte di [[Alessandro Volta]], spentosi al culmine di una straordinaria fama di scienziato, prende subito avvio un'incessante attività di onoranze centrate soprattutto nei luoghi in cui egli è vissuto e la sua attività scientifica si è prevalentemente estrinsecata: [[Como]], [[Pavia]], [[Milano]].
 
[[File:VoltaComo.jpg|thumb|250px|right|Statua di alessandroAlessandro Volta a Como, opera di Francesco Durelli]]
=== 1899: 100 anni dalla pila ===
Nel [[1899]] il centenario dell’invenzione della [[pila]] è celebrato a [[Como]] con una grande esposizione, sullo stile di una [[esposizione universale]], come quelle che si ripetono nella seconda metà del XIX secolo in tutte le principali città europee: si trattava della prima grande Esposizione che si teneva nell'[[Italia]] unita.
La manifestazione è lungamente preparata: già negli anni precedenti si accumulano studi e progetti, anche su proposta di eminenti professionisti come il milanese [[Luigi Broggi]]. Alla fine, però, viene scelto per la realizzazione l’ingegnere comasco [[Eugenio Linati]].
 
Su una vasta area in riva al lago, dall’attuale piazza Cavour verso i giardini a lago fino a Campo Garibaldi, ancora inedificata ma immediatamente contigua allo sviluppo urbano, si progetta un vasto recinto fieristico (un’area espositiva di circa 15.000 mq m²) con un articolato padiglione centrale e alcuni ambienti secondari. La fronte principale, rivolta verso la città, è in [[stile impero]], secondo un irrinunciabile riferimento all’epoca di [[Alessandro Volta]], ma agli estremi della loggia si innalzano due alte torri in forma di pila elettrica (in una delle due è un modernissimo ascensore, grazie al quale si sale fino a un [[Belvedere (architettura)|belvedere]] da cui si gode un’inedita visuale della città).
 
L’idea forte dell’esposizione è proprio quella del padiglione unico che permette una visita continua, sempre al coperto, che si sviluppa dai cimeli voltiani ai nuovi ritrovati della tecnica fino ai più raffinati prodotti dell’industria serica. Unico elemento veramente separato dal resto dell’esposizione è il padiglione artistico, in cui sono presentati, insieme agli artisti contemporanei, numerosi esempi degli stili artistici storici, scelti tra i capolavori sparsi sul territorio.
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Per il centenario della morte di Alessandro Volta, la Como del [[1927]] volle rinnovare e superare il fasto dell'esposizione del 1899. La sede prescelta fu [[Villa Olmo]] in Borgo Vico, una della più belle e suggestive ville che si affacciano sul lago, acquistata dal Comune dai proprietari [[Visconti di modrone]] con il concorso dei cittadini comaschi e del Comitato Voltiano. Fu istituito per l'occaslone il "''Comitato per le onoranze a Volta''", costituito dal Comitato d’onore sotto il patrocinio di S.M. il Re [[Vittorio Emanuele III]] e la Presidenza Cavaliere [[Benito Mussolini]], e dal Comitato esecutivo, diretto da [[Guglielmo Marconi]].
La commemorazione voltiana si articolò in tre esposizioni principali:
* l’Esposizione delle industrie idroelettriche
* l’Esposizione internazionale di telefonia e telegrafia
* l’Esposizione nazionale serica
All'architetto Napoleone Montorfano fu affidata la realizzazione di una serie di fabbricati annessi al parco e alla villa, insieme a due ali aggiunte a Villa Olmo, e una galleria parallela a via Cantoni. Complessivamente la superficie coperta dall'esposizione voltiana era di 12.000 mq m².
 
Como nel 1927 fu meta, come nel 1899, di un Congresso di Telegrafisti provenienti da tutto il mondo e nel mese di settembre si svolsero anche delle gare mondiali. I postelegrafonici, con il concorso di altri enti soprattutto comaschi, eressero il cosiddetto [[Brunate#Faro_Voltiano|Faro Voltiano]], in onore di Volta sul colle di San Maurizio di [[Brunate]] sovrastante la città lariana, su progetto dell'ing. Giussani. Nella volta centrale del faro fu collocato un busto del fisico comasco, rappresentato in età avanzata, donato dai postelegrafonici. Il faro fu inaugurato l'[[8 settembre]] 1927 con l’intervento di SE il Ministro delle Comunicazioni on. [[Costanzo Ciano]]. Da allora un fascio di luce alternativamente verde, bianco e rosso, illumina le notti comasche.
 
Si tenne anche un [[Congresso internazionale dei Fisici del 1927|Congresso internazionale dei Fisici]] che è risultato uno dei più importanti appuntamenti scientifici che si siano tenuti in Italia nei primi decenni del Novecento e richiamò a Como, Pavia e Roma i "padri" della fisica moderna: la sede per le sessioni comasche del Congresso fu l’Aula di scienze (ora Sala Casartelli) dell’Istituto Carducci. La Sala reca nelle decorazioni alle pareti (pittore Achille Zambelli) i medaglioni con i nomi dei Congressisti, tra cui i [[Premio Nobel per la fisica|premi Nobel per la fisica]], [[Niels Bohr]] ([[1922]]), [[William Lawrence Bragg]] ([[1915]]), [[Arthur Compton]] ([[1927]]) [[James Franck]] ([[1925]]), [[Hendrik Antoon Lorentz]] ([[1902]]), [[Guglielmo Marconi]] ([[1909]]), [[Robert Andrews Millikan]] ([[1923]]), [[Max Planck]] ([[1918]]), [[Max von Laue]] ([[1914]]), [[Pieter Zeeman]] ([[1902]]), oltre ai [[Premio_Nobel_per_la_chimicaPremio Nobel per la chimica|premi Nobel per la chimica]] [[Francis William Aston]] ([[1922]]) e [[Ernest Rutherford]] ([[1908]]). I presenti che presero il Nobel successivamente furono: [[Max Born]] ([[1954]]), [[Werner Karl Heisenberg]] ([[1932]]) e [[Otto Stern]] ([[1943]]).
 
Como mancava di uno stadio e si decise di costruirlo proprio in occasione delle onoranze a Volta. I lavori cominciarono nell'ottobre del [[1926]] sul terreno donato dal podestà Baragiola e su progetto dell'architetto [[Giovanni Greppi]] di Milano. Lo stadio fu dotato di due piste, una ciclistica di 500 metri e una podistica di 450 metri che circondavano il campo per il calcio dl circa 7200 metri quadrati: la capienza totale era dl 6.000 persone.