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Alla fine della guerra diresse il quotidiano torinese «[[GL]]», dove espresse la sua preoccupazione per la difficoltà di ottenere in Italia un'autentica svolta democratica e per l'evolversi di una divisione del mondo in due sfere d'influenza. Nel [[1947]] fu nominato addetto culturale dell'ambasciata italiana a [[Mosca]], dove rimase fino al [[1950]] e vi elaborò il materiale che porteranno, nel [[1952]], alla pubblicazione de ''Il populismo russo'', una fondamentale ricostruzione del movimento rivoluzionario russo dell'[[XIX secolo|Ottocento]]. Nel [[1948]] aveva già pubblicato ''Jean Jaurés e altri storici della Rivoluzione francese'', facendo conoscere al pubblico italiano, oltre allo storico socialista, maestri della storiografia quali [[Albert Mathiez]] e [[Georges Lefebvre]].
 
Tornato in Italia, nel [[1951]] ottenne la cattedra di Storia medievale e moderna nell'[[Università di Cagliari]], nel [[1955]] passò all'[[Università di Genova]], per approdare nel [[1958]] alla cattedra di Storia moderna della Facoltà di lettere e filosofia dell'[[Università di Torino]], che tenne fino al [[1984]], divenendo nel [[1989]] professore emerito.
 
== Opere ==