Produzione biologica di idrogeno: differenze tra le versioni

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==Traguardi raggiunti==
* [[2006]] - Ricercatori dell'Università di Bielefeld e della università del Queennsland, hanno geneticamente modificato l'alga verde unicellulare [[Chlamydomonas reinhardtii]] in modo da rendere possibile da parte dell'alga la produzione di grandi quantità di idrogeno.<ref>[http://www.fuelcellsworks.com/Supppage5197.html Hydrogen from algae - fuel of the future?]</ref> La [[Stm6]], come è stata chiamata, può produrre nel lungo termine, cinque volte il volume di idrogeno prodotto dall'alga nello stato naturale, con una efficienza energetica di produzione di circa l'1,6-2%.
 
* [[2006]] - Un articolo non pubblicato dell'Università della California a [[Berkeley]] (il programma è stato svolto dal [[Midwest research Institute]], un operatore esterno che lavora per il [[NREL]]) potrebbe aver trovato la soluzione tecnologica che consente di superare il limite di una efficienza energetica del 10%, rendendo fattibile da un punto di vista economico il progetto. Questo risultato è stato ottenuto accorciando i blocchi di clorofilla negli organuli deputati alla fotosintesi, la [[Tasios Melis]] ha "probabilmente" superato la soglia.<ref>[http://www.theregister.co.uk/2006/02/24/pond_scum_breakthrough/ Pond life: the future of energy]</ref>
* [[2007]] Uno studio svolto da ricercatori della [[Penn State University]] ha evidenziato la possibilità di produrre idrogeno con un'alta efficienza utilizzando una cella per elettrolisi microbica con acido acetico. Quest'ultimo è l'acido predominante prodotto nella fermentazione di glucosio e cellulosa. La cella produce energia immagazzinata nell'idrogeno con un'efficienza del 288%. Sottratta quella necessaria per il suo funzionamento comunque la cella fornisce il 144% in più dell'energia immessa.<ref>{{cita web|url=http://lescienze.espresso.repubblica.it/articolo/articolo/1317025|titolo=Una scorciatoia per l'economia all'idrogeno|data=14-11-2007|accesso=14-11-2007|editore=Le scienze}}</ref>
 
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Nel [[1939]] un ricercatore tedesco, [[Hans Gaffron]], durante i suoi studi presso l'università di Chicago, notò che le alghe che stava osservando, la [[Chlamydomonas reinhardtii]] (un'alga verde), a volte passava dalla produzione di ossigeno a quella di idrogeno,<ref>[http://www.wired.com/news/technology/0,1282,54456,00.html Algae: Power Plant of the Future?]</ref> Gaffron non riuscì però a scoprire la causa che provocava questo cambiamento, e per molti anni la causa rimase sconosciuta.
 
Alla fine degli anni novanta il professor [[Anastasios Melis]], all'epoca ricercatore presso l'Università della CalifornaCalifornia a Berkeley, scoprì che se la coltura di alghe veniva privata di zolfo questa cessava di produrre ossigeno (la normale fotosintesi), passando a produrre idrogeno. Scoprì che l'[[enzima]] responsabile di questa reazione è l'[[idrogenasi]], ma che l'idrogenasi perdeva la sua funzione in presenza di ossigeno. Melis scoprì che privando l'alga dello zolfo questa interrompeva il flusso interno di ossigeno, creando così un ambiente in cui l'idrogenasi poteva reagire, producendo idrogeno.<ref>[http://www.wired.com/wired/archive/10.04/mustread.html?pg=5 It Came From the Swamp]</ref> Anche la [[Chlamydomonas moeweesi]] è considerata dagli studiosi una buona candidata per la produzione di idrogeno.
 
== Note ==