Battaglia di Tolentino: differenze tra le versioni

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|effettivi1 = 11.938 fanti <br /> 1.452 cavalieri <br /> 28 cannoni
|effettivi2 = 25.588 fanti <br /> 4.790 cavalieri <br /> 58 cannoni
|perdite1 = 1.100 tra morti, e feriti, e300 prigionieri<ref name="scardigli22"/>
|perdite2 = 1.800 tra morti e feriti, 2.000 prigionieri<ref name="scardigli22"/>
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La '''battaglia di Tolentino''' (2-3 maggio 1815) fu l'episodio decisivo della [[guerra austro-napoletana]]. Combattuta dal [[re di Napoli]] [[Gioacchino Murat]] contro gli austriaci guidati dal generale [[Federico Bianchi]] allo scopo di difendere il proprio regno dopo la precedente campagna della [[pianura padana]], lo scontro vide Murat sconfitto con il conseguente ritorno dei [[Borbone]] sul trono napoletano.
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Fu in quel momento che a Murat venne riportato da due messaggeri che gli austriaci erano già avanzati verso sud forzando la stretta di [[Antrodoco]] e occupando [[L'Aquila]] senza combattere; inoltre, in [[Abruzzo]] e in [[Calabria]] erano in corso sollevazioni filoborboniche. In base a queste informazioni (con una verità di fondo ma senza dubbio esagerate),<ref>{{cita|Scardigli2011|p. 21|Scardigli 2011|harv=s}}.</ref> Murat ordinò immediatamente la ritirata generale ma, inaspettatamente, le formazioni napoletane (che si erano comportate dignitosamente per un mese e stavano combattendo una battaglia non ancora persa) cominciarono a sbandarsi e a sciogliersi generando una lunga serie di diserzioni che continuò per tutto il tragitto verso sud.<ref>{{cita|Scardigli2011|pp. 21-22|Scardigli 2011|harv=s}}.</ref> Tra le cause possono essere citate la durezza dei combattimenti (1.800 tra morti e feriti e 2.000 prigionieri tra i napoletani; 1.100 tra morti e feriti e 300 prigionieri per gli austriaci) e la carenza di viveri.<ref name="scardigli22">{{cita|Scardigli2011|p. 22|Scardigli 2011|harv=s}}.</ref>
 
== Conseguenze ==
Le forze di Bianchi poterono avanzare velocemente fino al fiume [[Volturno]]. Murat, resosi conto dell'impossibilità di opporre resistenza, abdicò e diede mandato ai suoi generali di concordare una pace. L'ormai ex Re di Napoli tornò, dopo varie vicissitudini, nel suo regno, ma non venne accolto con favore: arrestato, venne quindi rapidamente processato e fucilato.<ref>{{cita|Scardigli2011|pp. 22-23|Scardigli 2011|harv=s}}.</ref>
 
== Note ==