Paradiso - Canto ottavo: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
inserisco analisi, tolgo avviso stub
Riga 10:
 
===Carlo Martello - vv. 31-84===
Una delle anime si accosta manifestando la gioia di poter soddisfare ogni desiderio di Dante, e spiega che tutte loro appartengono al terzo cielo di cui Dante stesso ha scritto nella prima canzone del ''[[Convivio]]'' ("Voi che 'ntendendo il terzo ciel movete"). Dante, con l'assenso di Beatrice, chiede all'anima chi sia, e questa si accende di gioia cominciando a parlare. Si tratta di [[Carlo Martello d'Angiò]], che non si rivela direttamente, ma esprime rimpianto per la sua vita breve che gli ha impedito di mostrare pienamente a Dante il proprio affetto<ref>Nel 1294, a Firenze, incontrò Dante e ne divenne amico, ma morì poco dopo (1295) </ref>. Indica poi i territori che, se non fosse morto anzitempo, sarebbero stati sottoposti al suo dominio: la Provenza, l'Italia meridionale, l'Ungheria. In Sicilia avrebbero dovuto regnare i suoi discendenti, se il malgoverno degli angioini non avesse suscitato la rivolta dei [[Vespri siciliani]]. Questo dovrebbe essere di monito a suo fratello [[Roberto d'Angiò|Roberto]], re di Napoli, la cui avidità potrebbe aggravare eccessivamente i pesi che già opprimono i suoi sudditi. [[File:Francesco Hayez 023.jpg|thumb|250px|Drouet trafitto dalla spada viene ucciso, da ''I Vespri siciliani'' di [[Francesco Hayez]] [[Galleria Nazionale d'Arte Moderna]], Roma.]]
 
===Sulla diversità dei caratteri umani - vv. 85-148===
Dante risponde esprimendo gioia e gratitudine all'amico; quindi gli chiede come mai possa discendere un frutto amaro da un "dolce seme", ovvero una cattiva discendenza da una buona stirpe. La provvidenza divina, risponde Carlo, si manifesta nei cieli come capacità di influire sulle creature orientandole a un giusto fine previsto. Se così non fosse, le influenze dei cieli sarebbero rovinose; il che non può essere perché i cieli sono guidati da intelligenze angeliche create da Dio stesso.<br />