Giulio Gavotti: differenze tra le versioni

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[[File:Giulio Gavotti.jpg|thumb|Giulio Gavotti onsu aun biplano [[Farman]] biplane, RomeRoma 1910.]]
 
È stato uno dei pionieri dell’aeronautica italiana.
 
==Biografia==
Si [[laurea]] in [[ingegneria]] a Bologna nel [[1906]] e l'anno seguente si specializza a [[Liegi]] in ingegneria mineraria. Il [[31 gennaio]] [[1909]] inizia il corso allievi ufficiali di complemento a [[Torino]] nel 5º reggimento "Genio Minatori". Il [[13 gennaio]] [[1910]] viene inviato presso la Brigata specialisti del Genio di stanza a [[Roma]] ed il [[13 febbraio]] presta il suo giuramento da ufficiale.
 
Nel [[1910]] consegue il brevetto di pilota di sferico e il 17 novembre dello stesso anno si brevetta pilota aviatore su apparecchio [[Farman]]. Il [[26 settembre]] sempre del 1910 al suo dodicesimo giorno di scuola aveva sorvolato Roma e il [[Vaticano]] ricevendo per questo gli arresti. I(i primi arresti di un ufficiale pilota). Nell’agosto [[1911]] insieme a Piazza[[Carlo eMaria Piazza]], Moizo ed altri partecipa alle Grandi Manovre che si svolsero in [[Monferrato]] e nel settembre dello stesso anno partecipa al raid Bologna- Venezia-Rimini nel quale si classificò secondo dietro il Cap. [[Carlo Maria Piazza|Piazza]]. Il [[14 ottobre]] [[1911]] salpa insieme alla Flottiglia Aviatori composta da 11 piloti, 30 uomini di truppa e nove aeroplani.
 
===Il primo bombardamento aereo===
Il [[1º novembre]] 1911 dall'abitacolo del suo Etrich lanciò tre bombe Cipelli su di un accampamento turco ad [[Ain Zara]] e 1 sull’oasi di [[Tripoli]] stessa, come scrisse lui stesso a sua padre:
{{quote|Ho deciso di tentare oggi di lanciare delle bombe dall’aeroplano. E’ la prima volta che si tenta una cosa di questo genere e se riesco sarò contento di essere il primo. Appena è chiaro sono nel campo. Faccio uscire il mio apparecchio. Vicino al seggiolino ho inchiodato una cassettina di cuoio; la fascio internamente di ovatta e vi adagio sopra le bombe con precauzione. Queste bombette sono sferiche e pesano circa un chilo e mezzo. Nella cassetta ne ho tre; l’altra la metto nella tasca della giubba di cuoio. In un’altra tasca ho una piccola scatoletta di cartone con entro quattro detonatori al fulminato di mercurio. Parto felicemente e mi dirigo subito verso il mare. Arrivo fin sopra la “Sicilia” ancorata a ovest di Tripoli dirimpetto all’oasi di Gurgi poi torno indietro passo sopra la “Brin”, la “Saint Bon” la “Filiberto” sui piroscafi ancorati in rada. Quando ho raggiunto 700 metri mi dirigo verso l’interno. Oltrepasso la linea dei nostri avamposti situata sul limitare dell’oasi e mi inoltro sul deserto in direzione di Ain Zara altra piccola oasi dove avevo visto nei giorni precedenti gli accampamenti nemici (circa 2000 uomini). Dopo non molto tempo scorgo perfettamente la massa scura dell’oasi che si avvicina rapidamente. Con una mano tengo il volante, coll’altra sciolgo il corregile che tien chiuso il coperchio della scatola; estraggo una bomba la poso sulle ginocchia. Cambio mano al volante e con quella libera estraggo un detonatore dalla scatoletta e lo metto in bocca. Richiudo la scatoletta; metto il detonatore nella bomba e guardo abbasso. Sono pronto. Circa un chilometro mi separa dall’oasi. Già vedo perfettamente le tende arabe. Vedo due accampamenti vicino a una casa quadrata bianca uno di circa 200 uomini e, l’altro di circa 50. Poco prima di esservi sopra afferro la bomba colla mano destra; coi denti strappo la chiavetta di sicurezza e butto la bomba fuori dall’ala. Riesco a seguirla coll’occhio per pochi secondi poi scompare. Dopo un momento vedo proprio in mezzo al piccolo attendamento una nuvoletta scura. Io veramente avevo mirato il grande ma sono stato fortunato lo stesso; ho colpito giusto. Ripasso parecchie volte e lancio altre due bombe di cui però non riesco a constatare l’effetto. Me ne rimane una ancora che lancio più tardi sull’oasi stessa di Tripoli. Scendo molto contento del risultato ottenuto. Vado subito alla divisione a riferire e poi dal Governatore gen. Caneva. Tutti si dimostrano assai soddisfatti.}}
 
Fu questa la prima azione di bombardamento compiuta da un aeroplano. Per questa azione ed altra a [[Gargaresc]] Giulio Gavotti verrà ricompensato con la medaglia d'Argento al valor militare.
 
L'azione di Giulio Gavotti venne celebrata anche da [[Gabriele D'Annunzio]] nella "Canzone della Diana":
 
<poem>''[...] e tu Gavotti, dal tuo lieve spalto
chinato nel pericolo dei venti
sul nemico che ignora il nuovo assalto!
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Nel [[1923]] entrò a far parte del ''Commissariato dell’Aeronautica'', con l’incarico di rivedere tutti i contratti di alienazione del materiale residuato bellico che avevano dato luogo a speculazioni e illeciti profitti. Il [[1º novembre]] 1923 venne nominato [[maggiore]] del [[Genio Aeronautico]] (G.A.R.I.) nella neonata [[Regia Aeronautica]] italiana.
 
Venne messo al comando di una delle due sezioni in cui era divisa la ''Direzione superiore del genio e delle costruzioni Aeronautiche'' comandata dal [[maggior generale]] [[Alessandro Guidoni]]. La Direzione era divisa in due sezioni: una "produzione aeroplani", comandata da Giulio Gavotti che la diresse fino alla fine del [[1925]], ed una "[[dirigibili]]" comandata da [[Umberto Nobile]]. Nel [[1927]] fu investito direttamente da [[Italo Balbo]] della carica di Sopraintendente Tecnico della Aero Espresso Italiana, che era una società di navigazione aerea che faceva servizio tra l’Italia e la Turchia. Gavotti ricevette anche l'incarico di rappresentante dello Stato nel consiglio di amministrazione dello stessa società.
 
Proprio perché aveva assunto questi incarichi nell’aviazione civile, andò in pensione come [[colonnello]]. Nel dicembre [[1929]] venne nominato [[amministratore delegato]] della società di navigazione aerea S.A.M fino al 1931, carica nella quale fu sostituito da [[Umberto Klinger]]. Quando fu fondata la nuova società aerea [[Ala Littoria]], che nel frattempo era nata dalla fusione tra la SAM e altre compagnie aeree italiane, rimase membro del consiglio d’amministrazione e fu nominato Ispettore Generale della stessa.
 
== Onorificenze ==