Basilica vetus: differenze tra le versioni

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A Milano non vi è alcuna testimonianza storica di chiese adibite al solo culto prima dell'[[editto di Milano|editto di tolleranza]] del [[313]], ed anche l'utilizzo della casa di tale Filippo (riportato tradizionalmente) è del tutto ipotetico e poco probabile: questa mancanza di testimonianze è probabilmente da ascriversi alla scarsa consistenza della comunità milanese nei primi secoli dell'era cristiana.
 
La prima notizia certa di un edificio religioso a Milano è quella di una basilica doppia, di cui di volta in volta o una sola porzione (l'aula a nord) o tutto l'insieme viene chiamata ''basilica vetus"''. Iniziò ad essere edificata l'anno successivo rispetto al cosiddetto editto di Milano (ovvero nel [[314]]) durante il vescovado di [[San Mirocle|Mirocle]] (pare addirittura su incitamento dello stesso imperatore [[Costantino I|Costantino]]) e fu terminata sotto il suo successore, il vescovo [[San Materno di Milano|Materno]].
 
== Collocazione ==
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Vi era ad esempio un'area ricca d'acqua vicino alla [[basilica di Sant'Eustorgio]], dove venivano praticati i battesimi e dove esisteva un'edicola di origini paleocristiane: ancor oggi il primo ingresso dei vescovi milanesi avviene per tradizione da [[porta Ticinese]], con una prima fermata in Sant'Eustorgio.
 
Sono state avanzate diverse ipotesi e la ''basilica vetus'' era stata collocata in luoghi allora molto distanti tra loro: presso la [[basilica di San Calimero]], vicino all'allora [[Porta Romana (Milano)|Porta Romana]] (più a nord rispetto all'attuale), appena all'interno dell'imponente arco di trionfo, presso [[San Vincenzo in brolo]], dalle parti dell'attuale [[porta Genova]]).
 
Attualmente pare ormai assodato che questa basilica si trovasse proprio sotto l'attuale duomo, ed in particolare fosse incentrata sotto la ''sacrestia aquilonare'', ovvero proprio sotto la parte più antica del duomo stesso<ref>Ernesto Brivio, ''Guida del duomo di Milano'' Editrice Veneranda Fabbrica del Duomo, rev. ottobre 1997.</ref>.