Tesoro dei Sifni: differenze tra le versioni

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Il tesoro è stato datato in base a testimonianze scritte a poco prima del 525 a.C. [[Erodoto]] (III.57-58) narra che gli abitanti della piccola isola di Sifno nelle Cicladi, diventati ricchi grazie allo sfruttamento di miniere di metalli preziosi, vollero erigere un tesoro a Delfi e chiesero all'oracolo quanto sarebbe durata la loro ricchezza. Questo episodio viene narrato insieme ad altri avvenimenti relativi alla preparazione della spedizione di [[Cambise II di Persia]] contro l'Egitto nel 524 a.C., dunque in quest'epoca il ''Tesoro dei Sifni'' doveva già essere stato eretto.<ref name = HW167-170>{{Cita|Homann-Wedeking 1967|pp. 167-170.|harv=s}}</ref> L'edificio inoltre è stato identificato tramite [[Pausania]] (10.11.2): è il secondo dei thesauroi che egli registra nel suo percorso lungo la Via Sacra e che descrive come sontuosamente decorato e dipinto, in accordo con la descrizione di Erodoto. Per la sua costruzione i Sifni non dovettero badare a spese, pur trattandosi di un piccolo edificio, e non essendovi sulla loro isola alcuna tradizione artistica, dovettero rivolgersi ad artisti di chiara fama.
 
La datazione del ''Tesoro dei Sifni'' è importante come punto di riferimento cronologico e lo è particolarmente per il tipo femminile della Cariatide, col suo panneggio ionico, di cui esistono numerose varianti tra le korai ioniche o attiche dell'Acropoli ateniese.<ref name= CH161-168>{{Cita|Charbonneaux et al. 1978|ppp. 161-168.|harv=s}}</ref>
 
== Descrizione ==
 
Il ''Tesoro dei Sifni'' era un edificio distilo con due [[cariatide|cariatidi]] in sostituzione delle colonne poste tra i muri laterali del [[pronao]]; un notevole [[fregio]] - il primo esempio noto di fregio narrativo continuo in quella che diventerà la sua posizione canonica negli edifici ionici - corre al di sopra dell'[[architrave]], serrato tra cornici di foglie e di boccioli di loto; il fregio affronta temi diversi in ognuno dei quattro lati: una [[Gigantomachia]] sul lato nord, il giudizio di [[Paride]] sul lato ovest, il Concilio degli dei che dall'Olimpo assistono alla Guerra di Troia sul lato est e il Ratto delle Leuceppidi (figlie di Leucippo, re della Messenia) da parte dei [[Dioscuri]] sul lato sud. Il frontone a ovest, corrispondente alla facciata di ingresso, raffigurava scene della battaglia di [[Troia]] e il frontone a est (l'unico rimasto) raffigura la Contesa del [[tripode]] delfico tra [[Apollo]] e [[Eracle]].
 
== Stile ==
 
Ai fregi del Tesoro dei Sifni hanno collaborato due diverse officine: il frontone e i fregi meridionale e occidentale (quello anteriore) presentano tratti ionici<ref name = HW167-170/>, e sembrano essere opera di uno scultore più anziano, forse il direttore generale dei lavori, come spesso accadeva, ad un tempo architetto e scultore.<ref name= CH161-168/> I fregi orientale e settentrionale sembrano invece opera di un maestro occidentale, probabilmente ateniese.<ref name = HW167-170/> Mentre il maestro più anziano si mantiene fedele alla tradizione monumentale dell'alto arcaismo, a nord e a est un artista forse più giovane varia le profondità del rilievo e si avvale di convenzioni praticate dai ceramografi attici nei contemporanei vasi a figure rosse.<ref name = HW167-170/>
 
Nei lati sud e ovest, diversamente dalla variata profondità dei rilievi nord e est, sono stati utilizzati solo due piani: il piano delle figure e lo sfondo del rilievo. Le figure sono generalmente frontali o di profilo, lo scorcio è poco usato e si nota un senso limitato del movimento delle figure nello spazio. Che questo scultore fosse il più anziano e preminente artista in questo edificio è deducibile dalla assegnazione di quella che ne era, prima dell'allargamento della Via Sacra all'inizio del V secolo a.C., la parte anteriore. Lo stesso scultore è probabilmente responsabile anche delle cariatidi del portico.<ref>Perseus Digital Library [http://www.perseus.tufts.edu/hopper/artifact?name=Delphi%2c+Siphnian+Treasury+sculpture&object=Sculpture Delphi, Treasury of the Siphnians]</ref>
 
L'ipotesi stilistica dell'esistenza di due differenti officine è confermata dall'iscrizione che si trova nel fregio settentrionale con la Gigantomachia, sullo scudo rotondo di un gigante.<ref name = HW167-170/>
 
== Note ==
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*{{Cita libro|nome = Jean|cognome = Charbonneaux|wkautore = Jean Charbonneaux||coautori = Roland Martin; Francois Villard|titolo = La Grecia arcaica : (620-480 a.C.)|editore = Rizzoli|città = Milano|anno = 1978|ISBN = ISBN 88-17-29506-X stampa 1997.|cid = Charbonneaux et al. 1978|citazione = }}
 
== Voci correlate ==
 
*[[Sito archeologico di Delfi]]
 
==Altri progetti ==
 
{{interprogetto|commons=Category:Treasury of the Siphnians}}
 
[[Categoria:Architetture greche antiche]]