Ghassanidi: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
mNessun oggetto della modifica
mNessun oggetto della modifica
Riga 11:
Al-Hārith era un cristiano [[Monofisismo|monofisita]]; contribuì a far rivivere la [[Chiesa Ortodossa Siriaca|Chiesa Giacobita Siriaca monofisita]] e sostenne il monofisismo malgrado Costantinopoli lo considerasse un'eresia. Più tardi i Bizantini diffidarono dei Ghassanidi e perseguitarono le comunità cristiane monofisite, favorendo indirettamente la successiva affermazione islamica nelle regioni siro-palestinesi, deponendo infine il re al-Mundhir (''reg.'' 569-[[582]]) e al-Nuʿmān.
 
I Ghassanidi, che s'erano con successo contrapposti ai [[Lakhmidi]] di [[al-Hira|al-Ḥīra]] ([[Iraq]] meridionale e Arabia settentrionale), alleati dei Persiani, prosperarono economicamente e s'impegnarono nell'edificazione di numerose costruzioni religiose e civili. Furono anche patroni delle arti e in un'occasione ospitarono i famosi poeti arabi [[Labid ibn Rabi'a|Labīd ibn Rabīʿa]], [[Nabigha al-Dhubyani|Nābigha al-Dhubyānī]] e [[Hassan ibn Thabit|Ḥassān ibn Thābit]] nella loro corte. I Ghassanidi restarono uno stato vassallo dei Bizantini fin quando i loro sovrani non furono abbattuti dai [[musulmani]] nella conquista della Siria-Palestina, all'epoca del secondo [[Califfo]] [[Umar ibn al-Khattab|ʿUmar ibn al-Khaṭṭāb]] nel [[VII secolo]], conclusasi con la vittoria islamica sul [[battaglia del Yarmuk]]. Fu in questa battaglia che 12.000 arabi ghassanidi furono sconfitti dai musulmani di [[Khalid ibn al-Walid|Khālid b. al-Walīd]]. La loro reale potenza era però di fatto già finita con l'invasione dei loro territori da parte dei Persiani nel [[614]], nel quadro del pluridecennale conflitto che essi ebbero con i Bizantini.<br>
Una tradizione islamica narra che il loro ultimo sovrano, Jabala ibn al-Ayham, si fosse recato a Medina dal califfo ʿUmar per convertirsi ma, vedendosi trattato non meglio d'un qualsiasi beduino, se ne fosse tornato offeso in Siria, preferendo restare cristiano.