Scrittrice: differenze tra le versioni

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[[File:VirginiaWoolf.jpg|150px|thumb|[[Virginia Woolf]]]]
Per molti secoli la cultura letteraria fu considerata una esclusiva ''maschile'' con l'ammissione con rarissime eccezioni.<ref>Ne è segno l'uso di pseudonomi maschili soprattutto nel primo ottocento</ref> Nell'ambito degli studi letterari l'idea che il contributo delle scrittrici vada considerato come un genere autonomo si è affermato ormai da un periodo relativamente lungo.<ref>In InghiterraInghilterra George Ballard (''Memoirs of Several Ladies of Great Britain Who Have Been Celebrated for their Writing or Skill in the Learned Languages, Arts, and Sciences (1752'') Memorie di parecchie signore di Gran Bretagna che sono statistate celebraticelebrate per le loro abilità di scrittura o nelle lingue ecc.) e John Duncombe (''Feminiad'', un catalogo delle donne scrittrici) danno un largo spazio alle scrittrici</ref>
Ma sono state le stesse donne scrittici a rintracciare "tradizione donna". Mary Scott<ref>The Advocate Femminile: (1774)</ref> scrive una delle opere più conosciute del XVIII secolo. Un periodo, questo, che ha visto una rapida crescita della pubblicazione delle donne. Nel 1803, Mary Hays ha pubblicato un'opera in sei volumi biografia femminile.
Nel XX secolo spicca la figura di Virginia Woolf<ref>Una stanza tutta per sé (1929)</ref>