Colonia del Brasile: differenze tra le versioni
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Dopo il viaggio di Cabral, i portoghesi mostrarono poco interesse per la nuova terra, occupandosi principalmente delle basi commerciali in [[India]] e [[Africa]]. Fino al [[1530]], ben poche spedizioni vennero mandate verso il sudamerica, principalmente per ottenere il [[pau brasil]], usato per produrre una [[tintura]]. Per la raccolta, i portoghesi usavano la forza lavoro dei nativi indigeni, che in cambio ottenevano oggetti di poco valore come [[specchio|specchi]], [[coltello|coltelli]] e [[scure|scuri]].
In questo periodo i portoghesi usavano degli interpreti, avventurieri che erano andati a vivere assieme agli indigeni e ne avevano imparato la lingua e la cultura. Tra i più noti vi erano [[João Ramalho]], vissuto con la tribù dei Guaianaz presso [[San Paolo
Con il passare del tempo i portoghesi iniziarono a notare i tentativi di altre potenze europee, specialmente della [[Francia]], di porre delle basi nella regione orientale del sudamerica per estrarre il pau brasil. Preoccupati dalle incursioni in aperta violazione del [[trattato di Tordesillas]], il regno del Portogallo mandò dei numerosi distaccamenti per combattere gli intrusi. Nel [[1530]], una spedizione condotta da [[Martim Afonso de Sousa]] giunse a controllare l'intera zona costiera, riuscendo a scacciare i francesi e a creare i primi villaggi coloniali.
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Tomé de Sousa portò il primo gruppo di [[Compagnia di Gesù|gesuiti]] sulle coste orientali del sudamerica. Più di ogni altro ordine religioso, i Gesuiti rappresentavano il lato spirituale dell'industria e giocarono un ruolo importante nella storia coloniale brasiliana. La diffusione della fede [[cattolicesimo|cattolica]] era una giustificazione importante per la conquista portoghese, e i gesuiti erano ufficialmente sostenuti dal re nella loro opera di cristianizzazione degli indigeni.
I primi gesuiti, guidati da Padre [[Manuel da Nóbrega]], costruirono le prime missioni a Salvador e [[São Paulo dos Campos de Piratininga]], il campo che diede origine alla città di [[San Paolo
Il successo dei Gesuiti nella conversione dei nativi è direttamente collegata alla loro capacità di comprendere la loro cultura, e specialmente la loro lingua. Il primo tentativo di fare della [[lingua tupi]] una lingua scritta fu portato avanti da José de Anchieta, il cui lavoro venne stampato a [[Coimbra]] nel [[1595]]. I Gesuiti spesso radunavano gli indios in comunità (le [[riduzioni gesuite]]), i quali lavoravano e apprendevano i precetti cattolici.
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Sin dal [[XVI secolo]] l'esplorazione dell'entroterra brasiliano venne tentata diverse volte per cercare minerali e metalli preziosi. A differenza degli [[impero spagnolo|spagnoli]], che trovarono l'[[argento]] a [[Potosí]] (nella moderna [[Bolivia]]), i portoghesi non trovarono ricchezze inizialmente e la colonizzazione venne ristretta alla costa dove le condizioni erano adatte alla coltivazione di [[canna da zucchero]].
Le spedizioni erano divise in due tipi: le ''entradas'' e le ''[[bandeirantes|bandeiras]]''. Le entradas erano finanziate dal governo coloniale portoghese e il loro obiettivo era di trovare minerali, metalli e pietre preziose, e di esplorare e tracciare su carta i territori inesplorati. Le bandeiras erano iniziative private finanziate dai coloni della regione di [[San Paolo
Al termine del [[XVII secolo]], le spedizioni dei bandeirantes scoprirono l'[[oro]] nel Brasile centrale, presso la regione di [[Minas Gerais]]. Iniziò una [[corsa all'oro]] che portò a un drastico sviluppo urbano nell'entroterra nel [[XVIII secolo]]. La scoperta dell'oro attirò molti coloni che iniziarono ad abitare le zone a ovest della demarcazione segnata dal [[trattato di Tordesillas]].
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