Luca Olstenio: differenze tra le versioni

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== Biografia ==
Studiò al ginnasio di [[Amburgo]] e poi all'[[Università di Leida]], dove fece conoscenza con alcuni dei principali studiosi della sua epoca, tra cui [[Giovanni Meursio]], [[Daniele Einsio]] e [[Filippo Cluverio]], che accompagnò nel [[1618]] in [[Italia]], occasione in cui fu iniziato agli studi di geografia. Al suo ritorno ad Amburgo non ottenne un posto al ginnasio: deluso, lasciò la Germania, e, a partire dal [[1622]], visse due anni in [[Inghilterra]] (a [[Londra]] e [[Oxford]]), dove raccolse materiale per lai suasuoi ''Geographi Minores''; infine si recò a [[Parigi]].
 
Nella capitale francese divenne bibliotecario di [[Jean-Antoine de Mesmes]], presidente del [[Parlamento francese (antico)|Parlamento]], amico degli studiosi [[Pierre Dupuy|Pierre]] e [[Jacques Dupuy]], e corrispondente di [[Nicolas-Claude Fabri de Peiresc]]. Fu in questo periodo che si convertì al cattolicesimo, probabilmente a seguito della lettura in [[Lingua greca|greco]] e in [[Lingua latina|latino]] dei [[Padri della Chiesa]], lettura a cui lo aveva spinto la sua passione per il [[platonismo]].
 
Nel [[1627]] si recò a [[Roma]] e, attraverso la raccomandazione di Peiresc, fu ammesso alla corte del cardinale [[Francesco Barberini (cardinale 1623)|Francesco Barberini]], già [[nunzio apostolico]] e possessore della più importante biblioteca privata di Roma, di cui Olstenio divenne [[bibliotecario]] nel [[1636]]. [[Papa Innocenzo X]] lo nominò sovrintendente alla [[Biblioteca Vaticana]]. Fu sempre Innocenzo che inviò Olstenio in diverse missioni, come quella di portare il cappello da cardinale al nunzio a [[Varsavia]] nel [[1629]]. [[Papa Alessandro VII]] lo mandò ad [[Innsbruck]] per ricevere l'abiura dal [[protestantesimo]] dell'ex-regina [[Cristina di Svezia]], mentre nel caso della [[Conversione religiosa|conversione]] di un nobile [[Danimarca|danese]], il [[langravio]] di Darmstadt e di Ranzau, Olstenio agì da intermediario.
 
Malgrado i suoi incarichi ufficiali, Olstenio fu soprattutto uno studioso alacre e dalla cultura vastissima, ma non abbastanza costante per portare a termine i propri ambiziosi progetti, tra cui quello di correggere e completare i lavori di Cluverio, di [[Collazione|collazionare]], tradurre e commentare i lavori dei [[Neoplatonismo|neoplatonici]], di raccogliere le [[Omelia|omelie]] inedite dei [[padri della Chiesa]] greci, di collezionare iscrizioni, di scrivere un [[commentario|critico]] del [[Septuaginta|testo greco della Bibbia]], di raccogliere tutti i monumenti e gli atti della storia dei papi. Tutte queste differenti imprese consumarono le sue energie e riempirono i suoi quaderni di appunti, ma senza conclusioni.
 
== Opere ==
Tra le opere di Olstenio effettivamente pubblicate sono le sue note sull<nowiki>'</nowiki>''Italia antiqua'' di [[Filippo Cluverio]] (1624); un'edizione dei frammenti di [[Porfirio]] con una dissertazione sulla sua vita e le sue opere (1630); alcune note su ''Eusebio contro Ierocle'' (1628), sui ''Detti di pitagorici tardi'' (1638), e sul ''De diis et mundo'' del neoplatonico [[Saturnino Secondo Salustio]] (1638); un'edizione del ''Trattato sulla caccia'' di [[Arriano]] (1644) e del ''Codex regularum monasticarum'', una raccolta di [[Regola monastica|regole monastiche]] (1661). Riscoprì e pubblicò per la prima volta il ''[[Liber Diurnus Romanorum Pontificum]]'', una raccolta di formule della cancelleria papale utilizzate nell'amministrazione della [[Chiesa cattolica|Chiesa di Roma]] (1660), ma la sua edizione fu immediatamente soppressa da [[papa Alessandro VII]].
 
Dopo la sua morte, tra le sue carte furono trovate e pubblicate le collezioni di [[Sinodo|sinodi]] e monumenti ecclesiastici, la ''Collectio romana bipartita'' (1662), oltre agli ''[[Atti di Perpetua e Felicita]]'' di Bonifacio, di Taraco, Probo e Andronico (1663) e le ''Notae et castigationes in StephanStephani Byzantini ethnica'' (1684).
 
== Bibliografia ==