Riviera di San Giulio: differenze tra le versioni

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{{W|storia|maggio 2012}}
{{Stato storico
|nomeCorrente = Riviera di San Giulio
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|motto =
|lingua ufficiale = [[Lingua latina|latino]]
|lingua = volgari [[(dialetto cusiano heche deriva terminologie dal longobardo, e dai dialetti novaresi e insubri).
|capitale principale = [[Isola di San Giulio]] sede del castrum, <br/> Orta, sede del palazzo del governo]
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|capitaleAbitantiAnno =
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Leggendo la Vita dal punto di vista filosofico si rileva fortemente presente il tema del viaggio, che nel Medioevo corrispondeva ad una ricerca della verità, della pace; nella prospettiva della fede esso è motivato da finalità apostoliche e missionarie, che si attuano anche per mezzo dell’esilio dalla propria terra. Esiste, inoltre, la ricerca del Paradiso e dell’immortalità: la ricerca dell’isola. Un tema questo ben presente in tutte le culture dell’epoca e che certo il mondo bizantino, che aveva rapporti e contatti fitti con l’Oriente, aveva conosciuto prima che l’invasione islamica creasse la rottura fra questo e l’Occidente latino. Ma il vero viaggio i due santi lo compiono all’interno del proprio essere che, come osserva il Grègoire, è fuga da se stessi e non giunge mai a conclusione. La Vita è pervasa da questo senso di insoddisfazione, la peregrinazione si spinge sempre più a nord, sempre alla ricerca di un’altra isola: dalle isole liguri a quella del Verbano, per approdare finalmente allo scoglio selvaggio del Cusio, dove giunge la pace, e individuato come luogo dove passare dalla vita terrena al giorno senza tramonto. Il viaggio, inoltre, è la serie delle prove preparatorie all’iniziazione: i santi attraversano i fiumi e il lago agitato;l’itinerario si esprime spesso come spostamento lungo l’asse del mondo, appunto la forma della croce. Il percorso dall’Oriente giunge a Roma, centro del Cristianesimo, visto più come luogo del martirio di Paolo, che come luogo della tomba di Pietro, in direzione del nord, verso una montagna abitata da serpi, simbolo dell’eresia: quindi ricerca della montagna centrale, in progressione verso l’asse, fatto ben rilevato nella Vita che narra come Giulio non restasse nella parte bassa dell’isola, ma si dirigesse subito verso l’alto della roccia. Oltre alle tematiche, anche il vocabolario teologico della “Vita” riconduce, secondo Réginald Grègoire, all’ambiente bizantino, alla cristolgia imperiale, in lotta contro l’arianesimo. La storia di Giulio e Giuliano, il riferimento alla loro missionarietà, i miracoli operati in vita e in morte, in definitiva il ricordo/coscienza delle antiche radici di cristianizzazione, fattosi culto, rappresenterà un aspetto determinate del vissuto religioso della gente della Riviera che, in anche in mezzo a forme devozionali tipiche delle varie epoche, ritrovò sempre nella devozione ai due evangelizzatori greci un’identità spirituale comune (F. Mattioli Carcano)
 
==Note==
 
<references/>
 
==Bibliografia==