Ludus Magnus: differenze tra le versioni

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Il '''''Ludus Magnus''''' era la principale sede e palestra dei [[Gladiatore|gladiatori]] a [[Roma]], collocata nei pressi del [[Colosseo]], nella valle tra l'[[Esquilino]] e il [[Celio]].
 
Fu una delle quattro caserme (''ludi'') costruite da [[Domiziano]] (comprendenti anche il ''Gallicus'', il ''Matutinus'' e il ''Dacicus''),<ref>''[[Cronografo del 354|Chronographus anni 354]]'', 274 VZ I.</ref>, l'unica oggi parzialmente visibile.
 
== Storia ==
Nell'area si trovavano precedentemente una ''[[domus]]'' tardo-repubblicana e un<nowiki>'</nowiki>''[[insula]]'' della prima età imperiale, distrutte nell'[[Grande incendio di Roma|incendio neroniano]]. La struttura domizianea fu fondata nell'interro sovrapposto ai resti dell'incendio. La fase attualmente visibile si riferisce ad un restauro avvenuto sotto [[Traiano]], che comportò la demolizione e ricostruzione di parte dell'elevato, probabilmente per motivi statici. [[Commodo]], appassionato di giochi gladiatori, vi si esibì e sembra vi avesse anche soggiornato.<ref>''Historia Augusta'', ''Vita Commodi'', 11.11.</ref>.
 
In epoca tardo-antica l'edificio dovette essere nuovamente restaurato e la ''[[cavea]]'' fu sostenuta con una serie di muri radiali in [[opera listata]], che misero fuori uso gli ambienti di servizio presenti nelle sue sostruzioni. Altri ambienti con muri in tufelli furono ricavati nella testata del portico all'angolo nord-ovestoccidentale. L'edificio fu forse restaurato ancora sotto [[Odoacre]] (le ''venationes'', o giochi con gli animali, continuarono fino al [[536]], ma i restauri, ricordati in un'iscrizione rinvenuta frammentaria, si riferiscono forse piuttosto al [[Colosseo]]). L'abbandono dell'edificio si data a partire dal [[VI secolo]], quando l'edificioesso vennefu utilizzato come area per modeste sepolture.
 
I resti della metà settentrionale del complesso furono rimessi in luce nel [[1937]], in occasione degli scavi per la costruzione di un nuovo edificio tra via di San Giovanni in Laterano e via Labicana, e sistemati tra il [[1957]] e il [[1961]].
 
== Descrizione ==
L'edificio, che doveva avere tre piani, aveva una pianta simile a quella conosciuta per altre caserme, con stanze di alloggio e servizi intorno ad uno spazio centrale, ed era circondato da un portico di colonne [[Ordine tuscanico|tuscaniche]] in [[travertino]]. I percorsi interni erano assicurati da un corridoio alle spalle degli ambienti e dalle scale per i piani superiori, disposte agli angoli. Su uno dei lati corti una grande aula con porticato interno era forse adibita a sacello per il culto imperiale.
 
Il cortile centrale era occupato dall'[[arena (architettura)|arena]] per gli allenamenti, realizzata come copia a scala ridotta di quella del Colosseo (con un rapporto di 1:2,5). Vi si dovevano anche svolgere rappresentazioni aperte al pubblico e la ''[[cavea]]'', accessibile da scale esterne, poteva ospitare 3000 persone, con palchi per le autorità al centro dei lati lunghi.
 
Un passaggio sotterraneo, individuato nel [[1939]], permetteva di accedere direttamente ai sotterranei del Colosseo, al di sotto dello spazio lastricato che separava i due edifici.
 
== Gli altri ''ludi'' ==
Gli altri ''ludi'' costruiti da [[Domiziano]] furono:
* il ''Ludus Dacicus'', forse inizialmente destinato ai prigionieri delle spedizioni condotte in [[Dacia (provincia romana)|Dacia]] da Domiziano. In base ad un frammento della ''[[Forma Urbis Severiana]]'' che lo raffigura, sembra essere stato collocato tra le [[terme di Traiano]] e il ''Ludus Magnus'', a nord di esso, oltre la [[via Labicana]];
* il ''Ludus Gallicus'', forse destinato ai gladiatori di origine [[Gallia|gallica]] e di incerta collocazione;
* il ''Ludus Matutinus'', adibito agli allenamenti per le ''venationes'' (combattimenti con animali) che avevano luogo all'alba. Si trovava forse tra il [[tempio del Divo Claudio]] sul [[Celio]] e l'antica via del ''vicus Capitis Africae'', dove furono viste le fondazioni ellittiche della ''cavea'' in scavi effettuati nel [[1938]]. Sembra essere stato realizzato sopra un edificio più antico, forse il ''ludus bestiarius'' citato da [[Lucio Anneo Seneca|Seneca]].<ref>[[Lucio Anneo Seneca|Seneca]], ''Epistulae morales ad Licinium'', 8.70.20.</ref>.
 
[[Quinto Orazio Flacco|Orazio]] cita,<ref>[[Orazio]], ''[[Epistola ai Pisoni|Ars poetica]]'', 32.</ref>, intorno al [[10 a.C.]], un ''ludus Aemilius'', una caserma di gladiatori appartenuta ad un membro della ''[[gens Aemilia]]'' e di incerta collocazione, più tardi trasformata in uno stabilimento termale (''balneus Polycleti'').
 
== Note ==
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== Bibliografia ==
*Carlo Pavolini, voces.v. "''Ludus Magnus''", in [[Eva Margareta SeinbySteinby]] (a cura di), ''Lexicon Topographicum Urbis Romae'', III, Roma 1996,. ISBN 88-7140-096-8 .
*[[Antonio Maria Colini]] e [[Lucos Cozza]], ''Ludus Magnus'', Roma 1962.