Agenzia Stefani: differenze tra le versioni

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=== La gestione Morgagni ===
Dopo l'ascesa al potere del [[fascismo]], [[Mussolini]] si accorse della potenziale utilità di un simile strumento e l'[[8 aprile]] [[1924]] pose l'agenzia Stefani sotto il controllo del [[sansepolcrismo|sansepolcrista]] [[Manlio Morgagni]] che, in breve tempo, la trasformò nella voce del governo in Italia e all'estero.<ref>{{cita libro|cognome=Lepri|nome=Sergio|wkautore=Sergio Lepri|coautori=Francesco Arbitrio; Giuseppe Cultrera|titolo=L'Agenzia Stefani da Cavour a Mussolini|annooriginale=2001|editore=[[Le Monnier]]|città=[[Firenze]]|id=88-00-85740-X|pagine=214|capitolo=La Stefani di Mussolini|citazione=Dall'8 aprile del 1924 l'Agenzia Stefani è dunque nelle mani di Mussolini}}</ref>.
{{quote|La mia prima lettura del mattino sono le cartelle della Stefani. Inoltre io vedo sovente [[Manlio Morgagni|Morgagni]] e volentieri.<ref>Romano Canosa, ''La voce del Duce. L'agenzia Stefani: l'arma segreta di Mussolini'', [[Arnoldo Mondadori Editore]], [Milano], [[2002]], p. 149.</ref>|[[Benito Mussolini]]}}
Nel 1924 poteva contare sul 14 sedi italiane, 160 corrispondenti dall'Italia e 12 dall'estero che riuscivano quotidianamente a "lavorare" una media di 165 dispacci in arrivo e 175 in partenza. Durante la gestione di Morgagni l'agenzia conobbe un enorme sviluppo, tanto che nel [[1939]], le sedi italiane erano 32 e 16 quelle estere, con un organico di 261 corrispondenti in Italia e 65 all'estero che ogni giorno sbrigavano una media di 1.270 dispacci in arrivo e 1.215 in partenza.