Bunte Götter: differenze tra le versioni

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'''''Bunte Götter''''', o '''''Dei Colorati''''', è un'esposizione d'arte prodotta dalla [[Gliptoteca (Monaco di Baviera)|Gliptoteca di Monaco di Baviera]] nel [[2003]] e che da allora ha visitato vari musei d'[[Europa]].<ref>[http://www.smb.museum/smb/kalender/details.php?objID=25036 ''Colourful Gods. The Vibrant Colours of Ancient Sculpture'']. Staatliche Museen zu Berlin, Pergamonmuseum. Tue 13 July - Sun 3 October 2010</ref>
 
La mostra ha visto la collaborazione della mostra [[Ny Carlsberg Glyptotek|Gliptoteca Ny Carlsberg]] di [[Copenhagen]] e dei [[Musei Vaticani]], e ha presentato il risultato di recenti ricerche intorno alla pratica poco divulgata degli [[Antica Grecia|antichi Greci]] di dipingere la superficie delle loro opere di scultura, sia nel complesso, sia soltanto in dettagli. Ciononostante, questa policromia si rovinò con il passare del tempo, e gli antiquari del [[Rinascimento]], periodo in cui si cominciò ad apprezzare nuovamente le opere, non si resero conto della sua esistenza, e si passò a credere che tutta la scultura dell'antica Grecia era stata prodotta con i materiali che apparivano rimasti (ossia soprattutto con la pietra o con il bronzo). Più tardi l'errore fu scoperto, tuttavia si era preferito ignorare l'assunto, poiché per le culture [[Neoclassicismo|neoclassica]] e [[Romanticismo|romantica]] del [[XVIII secolo|XVIII]] e [[XIX secolo]] il bianco simboleggiava la purezza e la perfezione che immaginavano di trovare nelle forme scultoree della [[Grecia antica]]. Il tema rimase un [[tabù]] radicato, tanto che praticamente tutta la produzione scultorea in [[marmo]] - il materiale più "nobile" - rimaneva con il suo materiale apparente affinché emulasse meglio le preziose opere dell'antichità.<ref name="Höllerer">{{cita news |autore=Höllerer, Leni |url=http://www.welt.de/kultur/article831662/Ganz_schoen_grell_So_bunt_war_die_Antike.html |titolo=Ganz schön grell - So bunt war die Antike |pubblicazione=Welt Online |data=25-04-2007}}</ref><ref name="Schwerd"/>
 
Rompendo questa tendenza che già si era dimostrata ingannevole, quelle istituzioni hanno prodotto una serie di repliche di statue e rilievi dei periodi arcaico e classico della Grécia al fine di recepire i colori come quelli che si è ritenuto possedessero in origine. Tale iniziativa si è basata su ricerche realizzate da un gruppo di scienziati e dagli archeologi [[Ulrike Brinkmann|Ulrike]] e [[Vinzenz Brinkmann]], usando attezzature di luce [[Radiazione ultravioletta|ultravioletta]], [[Microscopio|microscopi]] e altri apparecchi ad alta sensibilità, capaci di scoprire residui di [[pigmento]] che ancora rimanevano su molti esemplari della scultura dell'antichità.<ref name="Höllerer"/><ref name="Schwerd">Schwerd, Wolfgang. [http://www.suite101.de/content/die-ausstellung-bunte-goetter-a53507 «Die Ausstellung "Bunte Götter" - Die Farbigkeit antiker Skulptur»]. ''Suite101'', 09-03-2009</ref>
 
Le repliche con i loro colori nuovi (o in realtà antichi) sono statistate esposte a fianco degli originali antichi, che avevano perso tutto il loro colore durante i secoli, con risultati sorprendenti e affascinanti. L'esposizione ha avuto ampia copertura dai media, e ha contribuito a un processo di rieducazione dell'occhio contemporaneo verso una valutazione più completa e autentica dell'arte greca da quei tempi.<ref name="Höllerer"/>
 
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