Gregorio Peralta: differenze tra le versioni

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|Nazionalità = argentino
|PostNazionalità =
}} dei pesi massimi, attivo negli anni '50cinquanta, '60sessanta e '70settanta.
 
Il [[4 agosto]] [[1962]] divenne campione argentino dei pesi massimi, sconfiggendo Jose Guiorgetti. Perse il titolo il [[4 settembre]] del [[1965]], sconfitto da [[Oscar Bonavena]].
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A livello internazionale è ricordato per diversi incontri, tra i quali figura quello con il campione peruviano [[Mauro Mina]], combattuto a Lima, il 15 giugno del 1960. L'incontro, molto atteso in quanto metteva di fronte i migliori pesi massimi latinoamericani dell'epoca, si concluse con la vittoria di Mina per KO all'ottavo round.
 
Negli [[Stati Uniti]] esordì con una vittoria di grande prestigio, forse la più importante della sua carriera, contro [[Willie Pastrano]], sconfitto in dieci riprese il [[20 settembre]] [[1963]] a [[Miami]], in [[Florida]]. In seguito sconfisse, tra gli altri, per due volte il quotato Wayne Thornton ed incontrò nuovamente Pastrano, che nel frattempo era divenuto campione dei massimi leggeri. L'incontro, valevole per il titolo mondiale, si concluse con la vittoria, assai discussa, di Pastrano per ko tecnico alla sesta ripresa <ref> Ancora venti anni dopo, la rivista specializzata "The Ring" (nella sua edizione in lingua spagnola) sosteneva che Peralta stava dominando il match, quando l'arbitro intervenne per dichiarare il ko tecnico a suo sfavore</ref>.
 
Anche negli ultimi anni della sua carriera Peralta ebbe l'opportunità di affrontare avversari di grande valore, come il futuro campione del mondo [[George Foreman]], che incontrò al [[Madison Square Garden]] il [[16 febbraio]] del [[1970]]. All'epoca Foreman era circondato da un'aurea di imbattibilità ed era famoso per essere un ''artista del KO'': pochi pugili erano riusciti a superare due riprese in piedi contro di lui. Peralta venne largamente sconfitto ai punti, ma impressionò molto sia la critica sia il pubblico americano per il modo in cui incassò i terribili colpi dell'avversario per tutto il match, soprattutto in considerazione del fatto che all'epoca aveva già 35 anni e Foreman appena 21<ref>"[[The New York Times]]" del [[17 febbraio]] [[1970]]: "L'argentino Gregorio Peralta, un massimo di 35 anni e con 14 anni di pugilato alle spalle, l'altra sera ha quasi colmato il divario generazionale nel suo incontro con l'imbattuto George Foreman, il campione olimpico" (''Gregorio Peralta of Argentina, a 35-year-old heavyweight with 14 years of boxing behind him, almost closed the generation gap last night in his 10round fight with unbeaten George Foreman, the Olympic champion'')</ref>.