Bioterrorismo: differenze tra le versioni

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Più recentemente la guerra biologica ha assunto una connotazione scientifica; lo sviluppo della moderna microbiologia, durante il [[XIX secolo]], ha fornito l'opportunità di isolare e produrre patogeni specifici come, ad esempio, il Bacillus Anthracis e lo Pseudomonas Mallei. La Germania sviluppò un programma di guerra biologica durante il primo conflitto mondiale, infettando il bestiame con gli agenti eziologici dell'antrace e del cimurro. Negli anni '30 tutti i maggiori Paesi svilupparono programmi di ricerca e di difesa batteriologici nonostante l'adesione al Protocollo di Ginevra ([[1925]]), che bandisce (senza dire nulla riguardo alla loro produzione), l'uso bellico delle armi chimiche e quelle biologiche. Nel [[1933]] un aerosol di batteri Serratia fu liberato vicino ad una canna di aerazione della metropolitana di Parigi.
 
In seguito a quest'attentato fu sviluppato un programma di controllo su batteri e virus potenzialmente utilizzabili nella guerra biologica. Nello stesso periodo la Gran Bretagna sviluppò un suo progetto, focalizzato sulle spore di antrace e sul loro raggio di diffusione quando lanciate con una bomba convenzionale. L'[[isola Gruinard]], al largo delle coste della Scozia, fu scelta come luogo degli esperimenti e i dati ottenuti sono utilizzati sia dalla Gran Bretagna sia dagli USA. Subito dopo la prima guerra mondiale si cominciò a riflettere sulla pericolosità delle prime armi biologiche scientificamente costruite e presero il via i tentativi diplomatici volti a limitare la proliferazione e l'uso di armi di distruzione di massa. Dalla fine degli anni '60 le armi batteriologiche, fortunatamente, hanno assunto un'importanza sempre più marginale; le continue ricerche sui microrganismi, hanno, infatti, finito per ridurre a zero i microrganismi "segreti", cioè quelli contro di cui il nemico non ha alcuna difesa.
 
Nel [[1931]] durante l'occupazione della Manciuria da parte del Giappone, quest'unità utilizzò i prigionieri di guerra come cavie da laboratorio.