Interclassismo: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m Bot: manutenzione template portale |
m Fix link, ortografia |
||
Riga 4:
La collaborazione di classe o la richiesta di una sua applicazione si manifestano in contesti politico-sociali nei quali sussiste un fermento [[rivoluzione|rivoluzionario]] strutturato o un sentimento di forte contestazione verso il [[potere]] costituito. In questi casi le classi in sommovimento tendono a coalizzarsi contro la classe dominante, accusata di oppressione, [[monopolio]] del potere e delle risorse della [[comunità]].
L'interclassismo può trovare terreno fertile in situazioni politiche in cui agiscono spinte [[ideologia|ideologiche]] tendenti ad esaltare l'appartenenza alla comunità nazionale o in situazioni che favoriscono il formarsi di solidarietà collettive, come [[Disastro#
== Fascismo ==
Il [[Fascismo]] vede nell'interclassismo, più comunemente indicato come '''collaborazione di classe''', uno dei cardini fondamentali della propria dottrina sociale ed [[politica economica (fascismo)|economica]].
Nel suo porsi come [[Terza via (fascismo)|terza via]] tra il [[liberalismo|liberal]]-[[capitalismo]] ed il [[marxismo]], il Fascismo abbraccia la collaborazione di classe in contrapposizione all'[[individualismo]] del primo, a cui oppone l'unità delle classi sociali davanti all'interesse nazionale e quindi conferendo allo Stato il ruolo di mediatore nelle controversie tra esse,<ref>Calvin B. Hoover, ''The Paths of Economic Change: Contrasting Tendencies in the Modern World'', The American Economic Review, Vol. 25, No. 1, Supplement, Papers and Proceedings of the Forty-seventh Annual Meeting of the American Economic Association. (Mar., 1935), pp. 13-20.</ref>
Tutto ciò parte dal presupposto che la prosperità sia possibile grazie alla rinascita ed alla presa di coscienza dei concetti di Nazione e Popolo, grazie alla quale lo Stato si rende di nuovo capace di porsi come intermediario e risolutore delle divergenze classiste.<ref>William G. Welk, ''Fascist Economic Policy'', Harvard University Press, 1938. pp. 38-39</ref>
Al di là della concezione generale del sistema economico, il fascismo indirizza il sindacalismo italiano, fino al 1921 socialista e dedito alla lotta di classe, prima verso una [[sindacalismo nazionale|forma nazionale]] poi, dopo la presa del potere, crea i [[sindacato fascista|sindacati fascisti]].
Nel [[1927]] viene pubblicata la [[Carta del
Tra il 1927 ed il [[1939]], con riforme graduali e di lungo respiro, i sindacati fascisti confluiscono nella creazione dello [[Corporativismo|Stato corporativo]], con la strutturazione delle filiere lavorative in corporazioni, al cui interno furono associati lavoratori e datori di lavoro, corrispondenti alle varie attività economiche, poste sotto il controllo del governo e riunite nella [[Camera dei Fasci e delle Corporazioni]].<ref>Luca Leonello Rimbotti, ''Il fascismo di sinistra. Da Piazza San Sepolcro al Congresso di Verona'', 1989.</ref>
Il concetto era quello di riunire nella corporazione stessa lavoro, capitale e tecnica, armonizzando le forze comunitarie in ottica nazionale e, appunto, di collaborazione di classe.<ref>Marco Piraino, Stefano Fiorito ''L'identità fascista: progetto politico e dottrina del fascismo''</ref>
{{quote|Ma mentre il sindacalismo socialista, per la strada della lotta di classe, sfocia sul terreno politico, avente a programma finale la soppressione della proprietà privata e dell'iniziativa individuale, il [[sindacalismo fascista]], attraverso la
Il concetto che veicolato dal Fascismo è [[organicismo|organicista]], per cui i cittadini non sono entità individuali e/o particolari, ma parte organica di un insieme, la comunità nazionale: lo Stato fascista
== Dottrina sociale cristiana ==
|