Battaglia di Sluis: differenze tra le versioni

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|Comandante1= [[Hugues Quiéret]]<br/>[[Nicolas Béhuchet]]
|Comandante2=[[Edoardo III d'Inghilterra]]
|Effettivi1=oltrecirca 200 navi<ref name = sew>{{cita|Seward|pag. 36 e segg.|seward}}</ref><br/>35.000 uomini<ref name = nicholas>{{cita|Nicholas|pag. 38 e segg.}}</ref>
|Effettivi2=147 navi<ref name = sew/>-200<ref name = nicholas/> navi<br/>4.000 fanti, 12.000 arcieri<ref name = burne>{{cita|Burne|pag. 52 e segg.|burne}}</ref>
|Perdite1=25.000-30.000<ref name = nicholas/>
|Perdite2=4000-9000<ref name = nicholas/>
|Note =
}}
{{Campagnabox Guerra dei cento anni}}
 
La '''battaglia di Sluis''' (conosciuta in [[lingua francese|francese]] col nome di ''l'Écluse'') fu uno scontro navale combattuto il [[24 giugno]] [[1340]], e la prima grande battaglia della [[guerra dei cent'anni]]. In quell'occasione il re [[Edoardo III d'Inghilterra]] assunse di persona il comando della flotta (così come, successivamente, a [[battaglia di L'Espagnols-sur-Mer|l'Espagnols-sur-Mer]]). La sua importanza storica risiede nel fatto che causò la distruzione della maggior parte della flotta francese rendendo impossibile un'invasione dell'Inghilterra, destinando così il resto del conflitto ad essere combattuto soprattutto in Francia.
 
== Premesse ==
Allo scoppio delle ostilità la flotta francese deteneva un netto predominio sulle acque della [[La Manica|Manica]]; basata a [[Rouen]], dove disponeva di un munito arsenale, il ''Clos-des-Galées'', poteva contare su natanti ed equipaggi [[Ducato di Normandia|normanni]], [[Principato di Monaco|monegaschi]], [[Regno di Castiglia e León|castigliani]] e soprattutto [[Repubblica di Genova|genovesi]], in grado di sferrare attacchi alle navi da carico inglesi sulle rotte per le [[Fiandre]] e la [[Guascogna]], e di compiere incursioni lungo le coste meridionali dell'Inghilterra: nel 1338 subirono attacchi [[Portsmouth]], [[Walcheren]], [[Southampton]], [[Guernsey]]. L'anno successivo i vascelli francesi scorrazzarono dalla [[Cornovaglia]] al [[Kent]], mettendo a ferro e fuoco l'[[isola di Wight]] e minacciando lo stesso estuario del [[Tamigi]]; e se i francesi potevano sostenere con aiuti via mare gli alleati scozzesi impegnati nella propria [[Seconda guerra d'indipendenza scozzese|guerra per l'indipendenza]], gli invii di rinforzi sul continente europeo erano per gli inglesi estremamente difficoltosi, così come le comunicazioni e i commerci con le Fiandre<ref name = sew/><ref name = cont>{{cita|Contamine|pag. 24 e segg.|contamine}}</ref><ref name = nicholas>{{cita|Nicholas|pag. 38 e segg.}}</ref><br/>
 
Il 23 marzo 1339 [[Filippo VI di Francia|Filippo VI]] ordinò finalmente la conquista dell'Inghilterra, e nel corso dei mesi seguenti una flotta di oltrecirca duecento navi (francesi, castigliane, genovesi) si radunò nella rada di [[Sluis]]<ref>La città di Sluis, l'antica Ecluse, era all'epoca un porto marittimo dal quale le merci, una volta scaricate dalle navi mercantili e dalle galee, venivano convogliate con vascelli e imbarcazioni adatte alla navigazione fluviale a [[Bruges]], centro e piazza mercantile tra le più importanti d'Europa. Questa cittadina è spesso menzionata in alcuni registri di scritture mercantesche risalenti al secolo XV, custoditi presso l'[[Archivio di Stato di Venezia]] e pressoché inediti. In questi registri, Sluis viene indicata con l'appellativo di "Schiuse", ma in altre fonti antiche era denominata anche "Schioze". Nella metà del [[XIV secolo]] la sua rada poteva contenere vaste flotte; in seguito fu riempita di sedimenti dal fiume [[Eede]], oggi scomparso.</ref>, nell'insenatura tra le [[Fiandre Occidentali]] e la [[Zelanda (Paesi Bassi)|Zelanda]]. Mentre non si interrompevano le azioni di disturbo ai commerci e saccheggio delle coste inglesi, i preparativi per l'invasione, intesi a radunare 60.000 uomini, si svolgevano sotto il comando di [[Hugues Quiéret]], ammiraglio del re di [[Francia]], e di [[Nicolas Béhuchet]], un avvocato già tesoriere del sovrano; le [[Galea|galee]] [[mercenario|mercenarie]] genovesi erano guidate da [[Egidio Boccanegra]], fratello del [[Doge (Repubblica di Genova)|doge]] [[Simone Boccanegra|Simone]].<ref name = sew/><ref name = nicholas>{{cita|Nicholas|pag. 38 e segg.}}</ref>
 
[[Edoardo III d'Inghilterra|Edoardo III]], consapevole della minaccia, affrettò i tempi per una campagna terrestre al fine di distrarre le forze francesi dal teatro navale, e con un esercito piuttosto raccogliticcio cercò, partendo dalle [[Fiandre]] nel mese di settembre, di attirare Filippo in una battaglia campale; questi non accettò tuttavia lo scontro, probabilmente consigliato ad una tattica attendista dalle notizie circa le difficoltà economiche di Edoardo, che dovette infatti ritornare a [[Gand]] dopo circa un mese di campagna, per poi precipitarsi in Inghilterra (la famiglia rimasta ostaggio dei creditori fiamminghi) in cerca di nuovi finanziamenti.<ref name = sew/>
 
Per la fine di settembre intanto la flotta francese era pronta, e il 2 ottobre prese il mare; una violenta tempesta danneggiò tuttavia molte navi e costrinse le altre a riparare nei porti fiamminghi. Pochi giorni dopo Edoardo comparve davanti alla [[Camera dei comuni]] per sollecitare l'intervento del Parlamento a protezione delle coste inglesi; ebbe quindi inizio un processo di riorganizzazione della flotta e delle difese costiere. Al principio del 1340 la federazione dei [[Cinque Ports]] mise a disposizione 21 natanti, e 9 vennero dal Tamigi, mentre dai porti occidentali giunsero 70 navi da oltre 100 tonnellate[[Ton (unità di misura)|ton]] l'una; il Parlamento provvedeva a parte del finanziamento<ref>Sempre in cerca di fondi, Edoardo comunicò al Parlamento che qualora non si fossero reperite nuove entrate non gli sarebbe rimasto altro che tornare nelle Fiandre ed affrontare il carcere per debiti; non senza un certo nervosismo il Parlamento acconsentì ad istituire per due anni una tassazione straordinaria di un nono su tutte le proprietà, in cambio dell'abolizione di certe imposte e della promessa di una serie di riforme. Cfr. {{cita|Seward|pag. 41-42|seward}}.</ref>. Comandanti della flotta furono nominati il [[Richard FitzAlan, X conte di Arundel|conte di Arundel]] e il [[William de Clinton, I conte di Huntingdon|conte di Huntingdon]].<ref name = nicholas/>
 
Poco dopo l'inizio della guerra Edoardo si trovava quindi già sulla difensiva, costretto a richiedere nuove risorse al Parlamento, ed insieme a fronteggiare una minaccia d'invasione sul suo stesso regno; accadde quindi che tentasse il tutto per tutto attaccando la flotta francese prima che l'invasione fosse inevitabile. Edoardo sbarcò alla foce dell'[[Orwell (fiume)|Orwell]] dalle Fiandre (dove era andato a riscattare la famiglia) il 21 febbraio. Immediatamente prese il via l'allestimento di una grande flotta, e venne ordinato che ogni nave di oltre venti ton, adeguatamente armata ed equipaggiata, fosse inviata a [[Sandwich (Kent)|Sandwich]], che con Southampton costituiva uno dei punti di concentramento. Edoardo giunse a [[Ipswich]] nei primi giorni di giugno: in quel momento stazionava nelle acque dell'Orwell una quarantina di navi; attorno al giorno 10 l'[[arcivescovo di Canterbury]] lo informò della presenza di una grande flotta francese a Sluis, pronta a rigettarlo in mare. Nonostante il parere contrario dell'Arcivescovo e di Robert de Morley, suo ammiraglio, Edoardo decise ugualmente la traversata e intensificò i preparativi: in dieci giorni altre navi giunsero da tutti i porti del Paese, e il 22 la flotta prese il largo.<ref name = nicholas/>
Edoardo sbarcò alla foce dell'[[Orwell (fiume)|Orwell]] dalle Fiandre (dove era andato a riscattare la famiglia ostaggio dei creditori) il 21 febbraio. Immediatamente prese il via l'allestimento di una grande flotta.
 
Poco dopo l'inizio della guerra Edoardo si trovava quindi già sulla difensiva, costretto a richiedere nuove risorse al Parlamento, ed insieme a fronteggiare una minaccia d'invasione sul suo stesso regno; decise allora di giocare il tutto per tutto attaccando la flotta francese prima che l'invasione fosse inevitabile.
 
== La battaglia ==
Il giorno 23 giugno verso mezzogiorno, dopo aver raccolto altre navi della flotta del Nord comandata da de Morlay, Edoardo giunse in prossimità di [[Blankenberg]], a circa dieci miglia ad ovest della baia di Sluis. Tre cavalieri sbarcarono in esplorazione, riuscendo a discernere l'entità della flotta nemica e la sua disposizione. La marea non era però più favorevole per un attacco, quindi gli inglesi rimasero in attesa: la sera, o durante la notte, i francesi si avvicinarono a terra portandosi verso la bocca del fiume, e l'alba vide le due flotte piuttosto vicine, ma la marea impedì agli inglesi di attaccare fino a mezzogiorno. Con una disposizione simile a quella successivamente impiegata in ambito terrestre, Edoardo mise all'avanguardia grandi navi cariche di arcieri alternate ad altre che portavano [[fanteria]], mentre un corpo di riserva era costituito da vascelli più piccoli difesi anch'essi da arcieri. Le navi inglesi erano disposte su due linee ed è presumibile che la prima abbia attaccato frontalmente, mentre la seconda abbia intrapreso una manovra di aggiramento ai fianchi del nemico.<ref name = nicholas/>
 
I francesi erano sulla difensiva: Quiéret e Béhuchet avevano schierato le loro forze su tre o quattro linee, con le navi legate l'un l'altra tramite corde e catene (le battaglie navali all'epoca erano a tutti gli effetti scontri campali su incerte posizioni galleggianti); all'avanguardia stavano tra le altre quattro grandi navi, di cui la maggiore (la ''Christopher'') era difesa da arcieri genovesi. Poco dopo le 12 la battaglia ebbe inizio, con la ''Christopher'' che venne attaccata per prima. La battaglia fu una lunga successione di corpo a corpo per abbordare o respingere abbordaggi, durata un giorno e una notte; ma la sconfitta francese iniziò con la cattura delle navi dell'avanguardia, che gettò nello sconforto la gran parte degli equipaggi. Le galee genovesi riuscirono a guadagnare il mare aperto, insieme ad alcune unità leggere francesi, riportando anche una vittoria simbolica con la cattura della nave che portava il guardaroba di Edoardo.<ref name = nicholas/>
Sebbene alcuni storici inglesi ritengano che la flotta inglese fosse inferiore di numero, il dato certo è che Edoardo III salpò da Orwell il [[22 giugno]] e che fu raggiunto sulla costa delle [[Fiandre]] dal suo ammiraglio per il [[Mare del Nord]], sir [[Robert Morley (ammiraglio)|Robert Morley]], con altre 50 unità, per un totale di 147 navi.
 
Gli inglesi gettarono l'ancora a [[Blankenberge]] nel pomeriggio del [[23 giugno]] ed inviarono tre cavalieri per individuare la posizione dei francesi. Il genovese Boccanegra consigliò ai suoi colleghi di prendere il mare, ma Béhuchet, il quale come conestabile aveva il comando generale, rifiutò di salpare. Egli probabilmente voleva mantenere la posizione in modo da sbarrare il cammino per Bruges.
 
La disposizione delle unità francesi seguiva la tattica medievale di combattere sulla difensiva. Quiéret e Béhuchet schierarono le loro forze su tre o quattro linee, con le navi legate l'un l'altra e con poche di esse posizionate in avanti come avanguardia.
 
La mattina del [[24 giugno]] il sovrano inglese giunse nella rada e, dopo aver manovrato per schierare le sue navi di sopravento con il sole alle spalle, attaccò. In una lettera a suo figlio [[Edoardo il Principe Nero]] scrisse che i francesi organizzarono una nobile difesa per «tutto il giorno e la notte seguente». Le navi inglesi erano disposte su due linee ed è presumibile che la prima abbia attaccato frontalmente, mentre la seconda abbia intrapreso una manovra di aggiramento ai fianchi del nemico.
 
La battaglia si concluse con la quasi totale distruzione della flotta francese. Quiéret fu ucciso (o catturato, secondo altre fonti) e Béhuchet si dice sia stato impiccato per ordine di re Edoardo come vendetta per le atrocità commesse lungo le coste inglesi.
La battaglia fu una lunga successione di corpo a corpo per abbordare o respingere abbordaggi. Edoardo III non riferì di alcun aiuto concreto ricevuto dagli alleati fiamminghi, sebbene egli riconoscesse la loro disponibilità. La parte francese asserì che questi ultimi erano giunti dopo il calar della notte. La stessa aggiunse inoltre che il monarca inglese fu ferito da Béhuchet, ma ciò non è dimostrato e non vi sono testimonianze circa un leggendario scontro personale tra il sovrano e l'ammiraglio francese, seppur la cosa sia ipotizzabile.
Nessun cronista inglese riporta le perdite della propria parte, ma le presenta come relativamente lievi; un autore fiammingo<ref>Jacques de Meyer, ''Commentarii sive annales rerum Flandricarum: libri septendecim'', Anversa 1611</ref> riporta per i caduti inglesi il numero di quattromila, un altro<ref>Pierre D'Oudegherst, ''Les chroniques et annales de Flandres'', Anversa 1621</ref> di novemila.
 
Per i francesi è tramandata dalle fonti la perdita di 25.000-30.000 uomini.<ref name = nicholas/>
La battaglia si concluse con la quasi totale distruzione della flotta francese. Quiéret fu trucidato e Béhuchet si dice sia stato impiccato per ordine di re Edoardo. Il comandante genovese fuggì prendendo il mare la mattina del [[25 giugno]], portandosi via due prede inglesi. I cronisti d'oltremanica sostennero di aver vinto con un basso numero di perdite, mentre attribuirono alla parte avversa circa 30.000 morti; sulle stime medievali tuttavia non può esser riposta alcuna fiducia. Dopo la battaglia il sovrano inglese rimase all'ancora per diversi giorni.
 
== Note ==