Giuseppe Zanardelli (nave): differenze tra le versioni

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|Ref= {{cita web|url=http://garda.appassionati-navigazionelaghi.it/piroscafi/g.zanardelli.php|titolo=Piroscafo G. Zanardelli|accesso=14/08/2012}}
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Il '''Giuseppe Zanardelli''' è ununa [[piroscafomotonave]] navigantea ruote (già [[piroscafo]]) navigante sulle acque del [[Lago di Garda]], costruito nel 1903 dalla ditta "Escher Wyss" di Zurigo eed poiin ristrutturatoservizio nelper 1976la Navigazione Lago di Garda.
 
==Storia==
 
Il "Giuseppe Zanardelli" viene varato nel 1903 presso i cantieri di [[Peschiera del Garda]] e entra a far parte della flotta gardesana assieme ai piroscafi: Angelo Emo - Lazzaro Mocenigo - Baldo - Mincio - Benaco, già operanti sul lago. All'epoca della sua costruzione il G. Zanardelli risultava il più grande piroscafo del Garda, con una portata di 600 passeggeri.
Ordinato nel 1903 alla ditta Escher Wyss di Zurigo dalla Società Anonima Impresa di Navigazione sul Lago di Garda, lo Zanardelli, penultimo piroscafo ad entrare in servizio sul Benaco (l’ultimo fu l’Italia, del 1909), faceva parte del programma di ampliamento ed ammodernamento della flotta avviato dal commendator Cesare Mangilli, il presidente dell’Impresa di Navigazione sul Lago di Garda<ref name="ogliari">Francesco Ogliari, ''La navigazione sui laghi italiani – Lago di Garda'', pp. 139-146-147-158-186-188-211-218-226-231-238-291-292-293-294-295-297-298-299-313-314-326-332-335-336-338-378-384-386-387-424-425.</ref>. Dopo la costruzione e l’assemblaggio nel cantiere di Peschiera del Garda, il piroscafo fu varato il 25 settembre 1903, alla presenza di una vasta folla, dei rappresentanti delle ferrovie e dello stesso Giuseppe Zanardelli, in quel momento presidente del consiglio<ref name="ogliari"/>.
Dopo il varo il Zanardelli prese a compiere servizio sulla rotta [[Riva del Garda|Riva d.G.]] - [[Peschiera del Garda|Peschiera]] (con scali a [[Limone sul Garda|Limone]], [[Malcesine]], Assenza di [[Brenzone]], Magugnano di [[Brenzone]], Castelletto di [[Brenzone]], [[Pai]], [[Torri del Benaco]], [[Garda]], [[Bardolino]], [[Lazise]], [[Sirmione]]).
 
Dal 1915 al 1918 venne requisito dall'autorità militare assieme a tutto il resto della flotta e utilizzato per il trasporto delle truppe e dei viveri. Fu riparato dai danni della guerra e ricominciò a prendere servizio nel 1918 fino all'avvento della seconda guerra mondiale, quando fu nuovamente requisito dal 1939 al 1941: riprese poi a svolgere servizio. Nel 1944 il Zanardelli venne gravemente danneggiato da aerei militari angloamericani al largo di [[Limone sul Garda]], a testimonianza del tragico evento rimangono i segni delle mitragliate sul timone originale, oggi conservato nei cantieri navali di Peschiera. Venne recuperato tempo dopo con l'utilizzo di un altro piroscafo ancora esistente sul Garda, l'[[Italia (piroscafo)|Italia]]. Lo scafo venne riparato dai danni così come gli interni e sostituito il timone.
Nave ammiraglia della flotta dell’Impresa di Navigazione sul Lago di Garda, e più grande battello in servizio sul lago, lo Zanardelli era un piroscafo salone a ruote, in grado di trasportare 800 passeggeri<ref name="ogliari"/>. Il piroscafo era propulso da una macchina a vapore della potenza di 400 CV, che azionava due ruote a pale laterali<ref name="ogliari"/>.
 
DopoUna ilvolta varoentrato ilin Zanardelliservizio, preselo aZanardelli compieresvolse regolare servizio di trasporto passeggeri sul lago sino allo scoppio della prima guerra mondiale, operando sulla rotta [[Riva del Garda|Riva d.G.]] - [[Peschiera del Garda|Peschiera]], (con scali a [[Limone sul Garda|Limone]], [[Malcesine]], Assenza di [[Brenzone]], Magugnano di [[Brenzone]], Castelletto di [[Brenzone]], [[Pai]], [[Torri del Benaco]], [[Garda]], [[Bardolino]], [[Lazise]], e [[Sirmione]]).
 
Nel maggio 1915, in seguito alla dichiarazione di guerra contro l’Impero Austro-Ungarico, lo Zanardelli, al pari del resto della flotta dell’Impresa, venne requisito, verniciato di grigio, armato e posto sotto il comando di un ufficiale della Regia Marina, mentre l’equipaggio fu militarizzato<ref name="ogliari"/>. Una parte della flotta fu poi restituita all’Impresa, mentre il Zanardelli, come diverse altre unità, rimase requisito ed armato sino al termine del conflitto<ref name="ogliari"/>, venendo utilizzato per il trasporto delle truppe e dei viveri.
 
Nel 1918, con il termine del conflitto, essendo ormai scaduta la concessione dell’Impresa di Navigazione sul Lago di Garda, ormai non più in grado di esercitare il servizio di navigazione, quest’ultimo venne assunto dal governo italiano, che, per conto del Ministero della Guerra, lo affidò alle Ferrovie dello Stato<ref name="ogliari"/>. Lo Zanardelli e le altre navi, derequisite, iniziarono quindi a navigare per conto della nuova gestione, che nel 1923 passò all’Ispettorato Generale delle Ferrovie, Tranvie, Automobili del Ministero dei Lavori Pubblici<ref name="ogliari"/>.
 
La gestione governativa, tuttavia, essendo tesa a ridurre al minimo i costi eliminando tutti gli approdi non indispensabili e riducendo al minimo la manutenzione, ebbe un esito fallimentare, pertanto, nel 1923, in seguito ad un concorso, la concessione del servizio di navigazione, e di conseguenza la flotta, passò all’ingegner Ernesto Canobbio, che il 1° marzo 1924 fondò la Società Anonima per la Navigazione sul Lago di Garda<ref name="ogliari"/>. Lo Zanardelli (la cui portata fu ridotta a 600 passeggeri) e l’Italia, le due unità più recenti della flotta, furono gli unici due piroscafi a non essere demoliti o convertiti alla propulsione diesel nell’ambito del programma di rinnovo della flotta avviato da Canobbio negli anni Venti<ref name="ogliari"/>.
 
Secondo alcune fonti, con lo scoppio della seconda guerra mondiale, lo Zanardelli fu requisito dal 1939 al 1941, riprendendo poi a svolgere servizio di linea. Nonostante la dichiarazione di guerra del 10 giugno 1940, il servizio di navigazione sul lago di Garda proseguì regolarmente, così come proseguì anche dopo l’8 settembre 1943 e l’occupazione tedesca<ref name="ogliari"/>. Nel corso dell’inverno 1943-1944 e dell’estate 1944 i battelli del lago continuarono a navigare senza subire attacchi da parte dell’aviazione alleata, ma a partire dall’autunno 1944 i cacciabombardieri angloamericani, impegnati in “operazioni d’interdizione”, e quindi aventi come obiettivo ogni mezzo di trasporto potenzialmente utilizzabile dalle forze armate nemiche<ref>Marco Gioannini, Giulio Massobrio, ''Bombardate l’Italia. Storia della guerra di distruzione aerea 1940-1945'', pp. 446-447-468.</ref>, iniziarono ad attaccare anche i battelli del Garda<ref name="ogliari"/>. La prima vittima di questo genere di attacchi sul Benaco fu lo Zanardelli.
 
Alle 11.45 del 6 novembre 1944 lo Zanardelli, al comando del capitano Bernardo Martinelli e con a bordo 9 uomini di equipaggio (più altri due membri del personale della Società non in servizio)<ref>il comandante Martinelli, i marinai Bertera, Bertolotti, Ceccon e Mazzucchi, il macchinista Gaiardoni, i fuochisti Bambini e Rossi ed il contabile Gelmetti; erano inoltre a bordo come passeggeri il contabile Furioli ed il motorista Salandini</ref> e circa 200 passeggeri, si trovava in servizio sulla corsa n. 10 e, proveniente da Malcesine, era giunto nei pressi di Limone del Garda, avendo già dato il fischio d’arrivo, quando venne improvvisamente attaccato da due cacciabombardieri angloamericani<ref name="ogliari"/>. Gli aerei mitragliarono il battello, colpendolo sul lato di dritta, a centro nave e nella timoniera, dove, insieme al comandante Martinelli, si trovavano i marinai Francesco Bertera e Guerrino Ceccon<ref name="ogliari"/>. La prima raffica di mitragliatrice uccise sul colpo l’aiuto timoniere Bertera, decapitandolo, e ferì a morte il comandante Martinelli, mentre il marinaio Ceccon (che per la sua condotta fu poi promosso a pilota), rimasto illeso, prese il comando del piroscafo, che riuscì a portare in salvo verso il porto di Limone, facendolo incagliare con la prua nel fondale ed evitando così l’affondamento<ref name="ogliari"/>. Un altro membro dell’equipaggio, il contabile Alessandro Gelmetti, che stava lavorando nella propria cabina, fu ferito gravemente (e subì successivamente l’amputazione della gamba destra)<ref name="ogliari"/>. Numerosi passeggeri rimasero uccisi o feriti nel mitragliamento, molti cercarono riparo in sala macchine o tuffandosi nel lago, e l’equipaggio ed il personale dell’Impresa prestò i primi soccorsi, calmando i passeggeri in preda al panico e soccorrendo i feriti<ref name="ogliari"/>. Gravemente danneggiato ed in fiamme, il piroscafo dapprima prese il largo, poi, spinto dalla corrente, s’insabbiò nella rada di Limone, con a bordo morti e feriti<ref name="ogliari"/>. La nave riportò danni estremamente gravi all’opera morta e fu colpita da numerosi proiettili in corrispondenza della linea di galleggiamento, nonché nel locale macchina (dove vennero colpite la copertura del cilindro ad alta pressione e la parte superiore del coperchio del cassetto a bassa pressione)<ref name="ogliari"/>. Agenti dell’Auslade-Kommissar scortarono Leonardo Canobbio, direttore dell’esercizio, a Limone, dove Canobbio osservò il piroscafo in fiamme<ref name="ogliari"/>.
 
Nell’attacco rimasero uccise 12 persone<ref>il marinaio Bertera, sei civili – tre uomini, due donne ed un sacerdote – e cinque militari tedeschi.</ref>, mentre altre 17 rimasero gravemente ferite e vennero ricoverate, insieme a numerosi feriti leggeri (in tutto i feriti furono circa 40), nell’ospedale di Riva<ref name="ogliari"/>. Alcuni dei feriti più gravi, tra cui il comandante Martinelli, morirono in ospedale, aggravando il bilancio (nel dopoguerra, in un proprio comunicato, la Navigazione Generale Laghi parlò di 31 vittime come bilancio complessivo dell’attacco)<ref name="ogliari"/>.
 
Poco dopo l’attacco lo Zanardelli venne disincagliato dall'[[Italia (piroscafo)|Italia]], e, dopo sommarie riparazioni ai fori alla linea di galleggiamento, venne condotto con i propri mezzi, in serata, a Riva, da dove poi, il 10 novembre, fu trasferito nel cantiere di Peschiera per le riparazioni<ref name="ogliari"/>. A testimonianza del tragico evento rimangono i segni delle raffiche di mitragliera sul timone originale, oggi conservato nei cantieri navali di Peschiera.
 
Nel maggio 1945 lo Zanardelli fu il primo battello del Garda a riprendere il servizio, in regime di requisizione da parte delle forze statunitensi<ref name="ogliari"/>. In questo periodo la nave venne dipinta con scene di vita americana verniciate sulle sovrastrutture (a poppa, per esempio, fu rappresentata la raccolta del cotone)<ref name="ogliari"/>. Dopo qualche tempo, la nave tornò al servizio civile per conto della S. A. per la Navigazione sul Lago di Garda, la cui concessione fu prorogata dal 1946 al 1948<ref name="ogliari"/>.
 
A partire dal 16 aprile 1948 il servizio di navigazione sul lago venne assunto temporaneamente dallo Stato mediante la Gestione Commissariale, che divenne successivamente definitiva, come Gestione Navigazione Laghi<ref name="ogliari"/>.
 
Alle 13.20 del 24 settembre 1949 lo Zanardelli prese a rimorchio il relitto dell’Italia, appena riportato a galla dopo che, nel gennaio 1945, era stato affondato da un attacco aereo al largo di Sirmione<ref name="ogliari"/>. Lo Zanardelli rimorchiò l’Italia, pavesato a festa, a Peschiera, dove arrivò alle 16<ref name="ogliari"/>.
 
Il 9 luglio 1951 lo Zanardelli, insieme a tutti gli altri battelli, partecipò alla sfilata della nuova flotta gardesana<ref name="ogliari"/>. Il 6 novembre 1954 fu commemorato il decennale dell’attacco aereo del 1944<ref name="ogliari"/>.
 
Negli anni ’70 il piroscafo fu rimodernato con la sostituzione della timoniera e la costruzione, sul ponte superiore, di una veranda chiusa adibita a ristorante<ref name="ogliari"/>. Sulla nave fu istituito un servizio di ristorazione in grado di servire 150 persone a tavola<ref name="ogliari"/>.
 
Il 14 ottobre 1976 lo Zanardelli, in navigazione da Gardone a Desenzano al comando del capitano Saverio Angelini e con a bordo 10 uomini di equipaggio e 342 passeggeri, tutti donatori di sangue dell’AVIS di Montichiari, andò fuori rotta a causa della nebbia (la nave era sprovvista di radar), evitò di stretta misura un piastrone roccioso semisommerso e s’incagliò con la prua rivolta verso la riva e la carena posata sugli scogli<ref name="ogliari"/>. L’impatto non fu violento, ed i passeggeri sulle prime non si resero conto dell’incaglio<ref name="ogliari"/>.
 
Nel 1982 lo Zanardelli venne sottoposto a lavori di rimotorizzazione, che videro la rimozione della macchina a vapore e la sua sostituzione con due motori diesel MTU, trasformandolo così in una motonave a ruote.
 
== Il Giuseppe Zanardelli oggi==
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== Struttura e interni ==
il piroscafo ha la classica struttura delledei barchepiroscafi a vaporeruote di inizio '900, si struttura in questo modo:
* nello scafo, a prua si trovano le ex-camere utilizzate come magazzini
* nello scafo, in centro si trova la sala macchine
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*portata attuale: 500 passeggeri
*propulsione: 2 ruote a pale
 
 
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