Scontro di Villa Glori: differenze tra le versioni

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Verso le cinque pomeridiane di quel 23 ottobre i volontari vennero agganciati da circa 300 "carabinieri esteri" ([[Svizzera|svizzeri]]) del Papa. Per circa un'ora si difesero in mezzo alle vigne e per due volte contrattaccarono alla baionetta. Negli scontri perse la vita Enrico Cairoli, mentre il fratello [[Giovanni Cairoli|Giovanni]] fu gravemente ferito ([[Fratelli Cairoli]]). Giovanni morì l'[[11 settembre]] [[1869]] per le ferite riportate, in [[Belgirate]], nella casa estiva di sua madre Adelaide. Michele Rosi scrive<ref>M. Rosi, ''I Cairoli'', L. Capelli Ed., Bologna 1929, pp. 223-224</ref>:
{{quote|Negli ultimi momenti gli parve vedere Garibaldi e fece vista di accoglierlo con trasporto. Udii (così narra un amico presente) che disse tre volte: "L'unione dei francesi ai papalini fu il fatto terribile!" pensava a [[Battaglia di Mentana|Mentana]]. Chiamò più volte Enrico, suo fratello, 'perché lo aiutasse!' poi disse: "ma vinceremo di certo; andremo a Roma!"}}
 
Allo scontro partecipò anche l'allora ventenne Pio Vittorio Ferrari, giunto non molto prima dalla sua Udine per unirsi alle truppe dei Cairoli. Trentadue anni dopo i fatti, il Cairoli ne pubblicò una ricostruzione, in forma di una sorta di diario di viaggio, nel volume "Villa Glori - Ricordi ed aneddoti dell'autunno 1867", Società Editrice Dante Alighieri, Roma, 1899.
 
==Esito==