Enrico Gras: differenze tra le versioni

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Enrico Gras era penultimo di sei figli: il padre Stefano era un avvocato appartenente ad una famiglia nobile decaduta, la madre Regina Costa veniva da una famiglia di armatori. Nel 1923 la madre morì, e il padre dovette partire per l’Argentina come dirigente della compagnia della famiglia Costa a Buenos Aires. I ragazzi vennero in breve tempo divisi tra i nonni; dopo qualche tempo trascorso ancora a Genova, Gras andò così a vivere presso la nonna paterna a Milano, dove fece i suoi studi al Collegio San Carlo, nel quale era compagno di studi del fratello di Comencini. Come famiglia erano amici dei Risi e frequentava dei gruppi cinematografici milanesi e la Cineteca Italiana. Successivamente sempre a Milano, finito il liceo si iscrisse alla facoltà di Ingegneria.
 
Il suo primo lavoro fu però un brevissimo cortometraggio di animazione intitolato ''Il Giuseppe'' ([[1938]]) e venne presentato ai Littorali. Il film andò perso in una un'aggressione nei pressi del Pantheon da un gruppo di teppisti che rubarono i loro cappotti con l’unica copia del film. Nel 1938 a Roma, con l’amico Luciano Emmer, Gras fondò una piccola casa di produzione che realizzà vari documentari negli anni della seconda guerra mondiale; questi lavori avevano come oggetto delle opere d'arte, presentate al pubblico con un uso particolare del montaggio e della musica.
 
Gras venne chiamato al servizio militare e una volta arruolato venne inviato come ufficiale dell’Esercito Italiano a Rodi in Grecia. Il regista venne fatto prigioniero dai tedeschi e deportato nel campo di concentramento di Dachau dove rimase fino al maggio del ‘45 quando fu liberato dalle truppe americane. Al ritorno dalla guerra nell’agosto del ’45 scoprì che Emmer era riuscito ad evitare il servizio militare emigrando in Svizzera e che si era prodigato per far conoscere quei i loro film. Emmer aveva conosciuto Henri Langlois e nell’immediato dopoguerra si recava spesso a Parigi, dove i loro documentari d’arte suscitarono gli entusiasmi di molti intellettuali.
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Nel 1947 Gras andò quindi in sud-America dove vi rimase per anni; nel 1950 diresse ''Pupila al viento'', con il testo di Rafael Alberti. All'epoca, ''Pupila al viento'', fu definito come un documental poético e successivamente ne derivò il termine di cinepoema per indicare il genere; Alberti riprese gran parte del testo del libro ''Poemas de Puntas del Este''” del ’61 sotto il titolo di ''Pupila al viento. Palabras sincrónicas para un film, de Enrico Gras sobre Punta del Este''.
 
Nel [[1952]] Gras incontra Craveri che conosceva già precedentemente; il produttore Bonzi dopo ''Magia Verde'' aveva in programma un altro film e fu per questo incontro che Bonzi e il direttore della fotografia Craveri chiesero a Gras di curare la regia di un nuovo documentario. Gras accettò e diresse al loro fianco ''Continente perduto'' del 1954 e tornò quindi a stabilirsi in Italia insieme alla moglie e alla figlia di 2due anni.
 
Nel maggio del 1955 il film fu presentato a Cannes, dove venne proiettato nell’ultima serata del festival e si vide attribuire il premio speciale della giuria. Per il regista del film, ne derivò un successo di pubblico internazionale, e se in Italia il film ottenne buoni incassi ma non memorabili, in altre nazioni raggiunse alti risultati di botteghino. Dopo il ''Continente perduto'', furono messi al lavoro dalla Lux per realizzare nel 1956 ''L’impero del sole'' completamente girato in Peru, che venne presentato alla Mostra del cinema di Venezia nel 1956 e valse a Craveri il Nastro d’Argento per la miglior fotografia.
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Dopo ''L’impero del sole'', Gras inserisce una vicenda convenzionalmente narrativa all’interno di un contesto documentaristico, così nel 1958 realizza ''Soledad'', una coproduzione italo-spagnola della Lux in Cinemascope e Ferraniacolor, dove è affiancato da Craveri e Lavagnino. La vicenda riguarda una la storia d’amore tra due giovani; gli incassi furuno molto bassi rispetto aiprecedenti.
 
Nel 1961 ''I sogni muoiono all’alba'', film sui fatti dell'Ungheria realizzato insieme a Indro Montanelli partendo da un lavoro teatrale del giornalista. I motivi del coinvolgimento di Gras in quest’ultima operazione sono complessi: i due dovevano prendere parte ad un film di Montanelli da girarsi interamente in Israele, e che quindi sarebbe rientrato a pieno titolo nei loro interessi. All’ultimo momento, però, Rizzoli rinunciò al progetto e Gras con Craveri vennero dirottati su ''I sogni muoiono all’alba'', che si svolgeva in un albergo di Budapest ed aveva come protagonisti i corrispondenti di alcuni giornali italiani.
 
A complicare le cose intervenne un incidente a Montanelli, che si ruppe una gamba, ed ebbe così ancor più bisogno dell’apporto di Gras per dirigere il film. Il film vince il premio David di Donatello per la miglior attrice a Lea Massari. Con “''I sogni muoiono all’alba''”, che ebbe incassi bassi termina l’attività di Gras nel cinema. Cominciò così a lavorare per la Rai come regista TV e all’inizio degli anni ’60 prese a realizzare con la propria società di produzione, fondata insieme a Craveri, reportages da varie parti del mondo. I primi, riguardavano Brasilia e Israele, in quei primi anni realizzò 4 brevi serie di Caroselli per la Lanerossi e la Martini & Rossi, nel 1960-61, ma abbandonò presto il settore che non lo interessava molto.
 
Da quel momento Gras e Craveri si dedicarono definitivamente con la Telecentauro Films ad una un'attività teledocumentaristica. Era il periodo delle grandi inchieste, che di volta in volta lo portavano ad indagare sulle città italiane di provincia e i loro problemi, il mito delle socialdemocrazie nordiche (''La società del benessere''), l’Olanda (''la conquista della Terra''), il Brasile, l’Inghilterra, e poi la scuola nei vari paesi del mondo.
 
Negli anni 70 la Rai iniziò a non affidare più le sue inchieste ad esterni, del resto sempre più ridotte e meno ambiziose. Gras e Craveri iniziarono così una lunga attività con [[Giulio Macchi (regista)|Giulio Macchi]] su di un settore più strettamente scientifico, la trasmissione era ''Orizzonti della scienza e della tecnica'', limitandosi per il resto a fornire supporti per programmi altrui. L’occasione per tornare ad occuparsi di reportage giunse a Gras nel 1980, quando iniziò a lavorare ad un programma a più puntate sulla morte (''Il grande tabù''): proprio durante la lavorazione, però fu colto da un infarto, e morì a Roma il 5 marzo 1981, prima di poter portare a termine l’inchiesta.
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===Sceneggiatura===
* ''[[Inquietudine (film 1946)|Inquietudine]]'', di Vittorio Carpignano (1946)
 
===Co-regista===
;Lungometraggi
* ''[[Continente perduto]]'', di Enrico Gras, Leonardo Bonzi, Giorgio Moser (1954)
* ''[[L'impero del sole (film 1955)|L'impero del sole]]'' di Enrico Gras e Mario Craveri (1955)
* ''Soledad'', di Enrico Gras e Mario Craveri (1958)
* ''I sogni muoiono all'alba'', di Indro Montanelli, Enrico Gras e Mario Craveri (1961)
 
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;Cortometraggi
* ''Il Giuseppe'' (1938) [perduto]
* ''Pupila al viento'' (1950)
* ''Turay, enigma de las llanuras'' (1950)
* ''José Antigas, Protector de los Pueblos Libres'' (1951)
* ''Macchu Picchu'' (1953)
* ''Castilla, soldado de la ley'' (1953)
* ''El solitario de Sayan'' (1954)
* 1948-1954 [film che risulta abbia realizzato in America Latina, ma di cui non sia hanno notizie precise]
** ''Don Segundo Sombra''
** ''La ciudad frente al rio''
** ''Aventura de los sieglos''
** ''Biblioteca Nacional''
** ''Plaza de Majo''
** ''Punta del Este''
 
===Televisione===
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==Riconoscimenti==
* Presentazione di ''Pupila al viento'' al [[11ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia|Festival di Venezia]] (1950)
* Presentazione di ''Jose Artegas, protector de los pueblos libres'' al [[12ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia|Festival di Venezia]] (1951)
* Menzione della giuria per il gruppo dei film biografici e storici di ''Jose Artegas, protector de los pueblos libres'' al [[12ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia|Festival di Venezia]] (1951)
* Placca di bronzo per ''Il Paradiso Perduto'' al [[Festival internazionale del cinema di Berlino]] (1951)
* Presentazione di ''Turay, enigma de las llanuras'' al [[Festival di Cannes 1951|Festival di Cannes]] (1951)
* Presentazione di ''Macchu Picchu'' al [[Festival di Cannes 1953|Festival di Cannes]] (1953)
* Presentazione di ''Castilla, soldato de la Ley'' al [[Festival di Cannes 1953|Festival di Cannes]] (1953)
* Placca d'argento per ''Continente perduto'' al [[Festival internazionale del cinema di Berlino]] (1954)
* Presentazione di ''El soldato de Sayan'' al [[Festival di Cannes 1954|Festival di Cannes]] (1954)
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* [[Nastro d'argento alla migliore fotografia]] per ''L'impero del sole'' (1956)
* [[David di Donatello per il miglior produttore]] per ''L'impero del sole'' (1957)
* [[David di Donatello 1962|David speciale a Lea Massari]] per ''I sogni muoiono all’alba''" (1962)
* Premio Chianciano della critica radiotelevisiva (1976)