Idillio: differenze tra le versioni

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In epoca moderna sei poesie di [[Giacomo Leopardi|Leopardi]], composte negli anni 1819-21, vennero dall'autore stesso definite idilli<ref>''L'infinito'', ''Alla luna'', ''La sera del dì di festa'', ''Il sogno'', ''La vita solitaria'' e il frammento ''Lo spavento notturno''</ref> come si vede chiaramente nei manoscritti<ref>[http://digitale.bnnonline.it/index.php?it/121/linfinito-1819 L'Infinito (1819) in Biblioteca Nazionale di Napoli]</ref>; in seguito il critico [[Francesco De Sanctis|De Sanctis]] attribuì lo stesso nome, preceduto dall'aggettivo "grandi", ai Canti composti negli anni 1829-31 nei quali riconobbe caratteri affini a quelli dei "primi" o "piccoli" idilli.
Con LeopardinoLeopardi comunque l'idillio viene a perdere ogni legame con il modello [[ellenistico]] e [[bucolico]] e diventa un genere in cui esprimere la propria interiorità traendo spunto da una contemplazione del mondo naturale. Infatti, in un appunto dei ''Disegni letterari'' (1828) il poeta scrive: "idilli esprimenti situazioni, affezioni, avventure storiche del mio animo".
 
== Note ==