Guido Cavalcanti: differenze tra le versioni

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La sua personalità, aristocraticamente sdegnosa, emerge dal ricordo che ne hanno lasciato gli scrittori contemporanei: dai cronisti Dino Compagni e Giovanni Villani a novellieri come Boccaccio e Franco Sacchetti. Si legga il ritratto di Dino Compagni: "Un giovane gentile, figlio di messer Cavalcante Cavalcanti, nobile cavaliere, cortese e ardito ma sdegnoso e solitario e intento allo studio". La diceria raccolta da Boccaccio, secondo cui Cavalcanti professava princìpi irreligiosi ed eretici, non è suffragata da prove concrete. Essa va riferita, piuttosto, a un interesse per i problemi filosofici che si collega strettamente anche alla ricerca poetica, come risulta dalla grande canzone dottrinale ''Donna me prega'', certamente il testo più arduo e impegnato, anche sul piano concettuale, di tutta la poesia stilnovistica.
 
BASTA NN SAPRETE NNT
== Opere ==
I componimenti pervenutici di Cavalcanti sono 52, tra cui 36 [[sonetto|sonetti]], 11 [[ballata|ballate]] 2 [[Canzone (metrica)|canzoni]], 2 stanze isolate e un mottetto.<br/>
I temi delle sue opere sono quelli cari agli stilnovisti; in particolare la sua canzone "manifesto" ''Donna me prega'' è incentrata sugli effetti prodotti dall'[[amore]].<br />
La concezione filosofica su cui egli si basa è l'aristotelismo radicale promosso dal commentatore arabo [[Averroè]] (il cui vero nome è Ibn Rushd), che sosteneva la divisione dell'anima dell'essere umano in ''anima vegetativa'' (o naturale), ''anima intellettuale'', ''anima sensitiva''.
Dalla prima, che aveva sede nello stomaco, alla seconda che era situata nel cervello, alla terza che era posta nel cuore.
A presiedere le funzioni delle anime citate v'erano poi gli ''spiritelli''.
Va da sé che, avendo le anime funzioni differenti, solo collaborando esse potevano raggiungere il ''sinolo'', l'armonia perfetta.
Istantanea è la deduzione che, colpendo l'amore l'anima sensitiva e squarciandola e devastandola, si comprometteva il sinolo e ne risentiva molto l'anima vegetativa (come si sa l'innamorato non mangia, non dorme.. etc.etc.)
Da qui la sofferenza dell'anima intellettiva che, destatasi per la rottura del sinolo, rimane impotente spettatrice della devastazione.
È così che l'innamorato giunge alla morte spirituale.
La donna, avvolta come da un alone mistico, rimane così irraggiungibile e il dramma si consuma nell'animo dell'amante.<br/>
Rispetto a [[Guido Guinizzelli|Guinizzelli]] e a [[Dante]] si nota l'assenza della concezione religiosa; sappiamo da Dante e [[Boccaccio]] che Cavalcanti era ateo. La donna infatti non è tramite verso Dio e l'amore, anziché strumento di elevazione dell'anima, è soprattutto angoscia e sbigottimento.<br/>
Il poetare di Cavalcanti, dal ritmo soave e leggero che può sembrare banale, nasconde in realtà una grande sapienza retorica. I versi di Cavalcanti possiedono una fluidità melodica,che nasce dal ritmo degli accenti,dai tratti fonici del lessico impiegato, dall'assenza di spezzettature, pause, inversioni sintattiche. Sappiamo inoltre che Cavalcanti, oltre che poeta, fu anche un abile filosofo (scrive Boccaccio: "lo miglior loico che il mondo avesse mai avuto"), ma non ci resta nulla delle sue opere in proposito, ammesso che ne abbia effettivamente scritte.
 
==Bibliografia==