Veganismo: differenze tra le versioni

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=== Aspetti etici ===
{{Vedi anche|diritti animali}}
La motivazione più diffusa per l'adozione della dieta vegana è di ordine [[etica|etico]], e consiste nel presupposto che sia immorale, per gli esseri umani, usare gli animali causando loro sofferenza o uccidendoli per il proprio beneficio. Questo principio morale è lo stesso che sta alla base del concetto dei [[diritti animali]]; i fondamenti filosofici del veganismo dunque sono riconducibili a quelli del movimento per il riconoscimento dei diritti degli animali, che a loro volta si articolano in diverse scuole di pensiero. Per esempio, esiste una differenza di fondo fra le posizioni di filosofi come [[Tom Regan]], che considerano gli animali portatori di diritti intrinseci in virtù della loro natura di soggetti (contrapposta alla visione degli animali come "oggetti" che invece giustificherebbe il loro utilizzo indiscriminato)<ref>Regan (1983)</ref> e quelle di matrice [[utilitarismo|utilitaristica]] di [[Peter Singer]], che deduce l'esistenza di diritti animali dalla considerazione che non esiste una valida giustificazione morale del fatto di non attribuire alla sofferenza degli animali la stessa importanza che si attribuisce a quella degli esseri umani.<ref>Singer (1993)</ref> Nonostante l'impianto filosofico di questi autori sia tecnicamente molto diverso, entrambi giungono alla conclusione che lo sfruttamento degli animali sia immorale e che sia tanto più immorale quando non segue da una necessità inderogabile. Questo vale certamente per l'uso di animali per la produzione di generi voluttuari, e si estende al loro uso come cibo nel momento in cui si può dimostrare che gli esseri umani sono in grado di vivere senza nutrirsene. Il rapporto fagi fra la causa dei diritti animali e il veganismo è tanto stretto che teorici dei diritti animali come [[Gary L. Francione]] giungono alla conclusione che adottare uno stile di vita vegano è un passaggio fondamentale e imprescindibile per chiunque voglia sostenere in modo coerente che gli animali sono soggetti morali dotati di diritti.<ref>Francione (2006)</ref>
 
Le organizzazioni vegane spesso non fanno riferimento ''tout court'' ai sistemi filosofici di autori come Regan o Singer, ma piuttosto fondano la propria attività su specifiche raccomandazioni morali. Per esempio, il presupposto morale fondamentale della Vegan Society è che gli animali "hanno il diritto di non vivere negli allevamenti"<ref>[http://www.vegansociety.com/animals/ ''Animals have the right not to be farmed'']</ref>; il motto di Vegan Action è che "gli animali non sono nostre proprietà di cui usufruire"<ref>Vegan Action, ''About Veganism''</ref> e il [[People for the Ethical Treatment of Animals|PETA]] (''People for the Ethical Treatment of Animals'') sostiene che "gli animali non sono a nostra disposizione per essere usati per la produzione di cibo o indumenti, per la sperimentazione o per il nostro intrattenimento".<ref>PETA</ref> Fra le pratiche di sfruttamento degli animali condannate per motivi etici dai vegani, quella che riceve le critiche più aspre è l'[[allevamento industriale]], che viene considerato particolarmente immorale in quanto implica non solo l'uccisione di animali ma anche il confinamento delle loro vite in un contesto innaturale e potenzialmente stressante o doloroso.<ref>Vegan Outreach, ''Factory Farms''</ref><ref>PETA, ''Cruelty to Animals''</ref> Nella condanna dell'allevamento industriale trova il proprio fondamento principale anche il rifiuto di nutrirsi di prodotti che non comportano direttamente l'uccisione di animali, come latte e uova.