Real Alcázar di Madrid: differenze tra le versioni

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Lo scomparso '''Real Alcázar di Madrid''' era situato nel luogo dove attualmente sorge il [[Palazzo d'OrienteReale di Madrid|Palazzo Reale]] (chiamato anche erroneamente Palazzo d’Oriente). Costruito come [[fortezza]] [[musulmana]] nel secolo [[IX secolo]], l’edificio fu ampliato ed abbellito con il passare dei secoli, in particolar modo a partire dal [[XVI secolo]] quando divenne palazzo reale dopo la decisione di stabilire a [[Madrid]] la capitale dell’Imperodell’[[Impero spagnolo]]. Ció nonostante, questa grande costruzione mantenne la sua originaria denominazione di [[alcazar]]. Il primo importante ampliamente si ebbe nel 1537 per ordine dell’imperatore [[Carlo V]], anche se il suo aspetto definitivo gli venne conferito nel 1636 dall’architetto [[Juan Gómez de Mora]] sotto il regno di [[Filippo IV]]. Celebre per la sua ricchezza artistica quanto per la sua [[architettura]], fu residenza della famiglia reale spagnola e sede della corte dalla dinastia dei [[Trastámara]], fino alla sua distruzione causata da un terribile incendio avvenuto la vigilia di Natale del 1734, ai tempi di [[Filippo V]]. Molti dei suoi tesorotesori artistici andarono perduti; tra loro piú di 500 quadri, anche se molti se ne salvarono (come [[Las Meninas]] di [[Velázquez]]).
 
=== Storia ===
Esiste un’ampia documentazione sulle caratteristiche e l’aspetto esteriore dell’edificio tra il secolo XVI secolo e il 1734, quando venne distrutto dell’incendio: numerosi testi, disegni, planimetrie e dipinti. Tuttavia le immagini del suo interno sono pochissime, cosí come i riferimenti alla sua origine. Il primo disegno dell’Alcazar fu realizzato da [[J. Cornelius Vermeyen]] nell’anno 1534, trenta anni prima della decisione di stabilire a Madrid la capitale. Nel disegno si rappresenta un castello articolato in due corpi principali che potrebbe corrispondere, almeno parzialmente, con le strutture della fortezza musulmana sopra la quale appoggia. La primitiva fortificazione venne eretta dall’emirodall’[[emiro]] di [[Cordova]] [[Muhamad I]] (852-886), in una data imprecisata compresa tra gli anni 860 e 880. Era il nucleo centrale della cittadella islamica di [[Mayrit]], una muraglia difensiva di circa 4 ettari, integrata in seguito da un castello, da una [[moschea]] e dall’abitazione dell’emiro. La sua estensione era all’incirca quella dell’attuale Palazzo Reale ed aveva una grande importanza strategica in quanto permetteva di vigilare il percorso del fiume [[Manzanares]]. Risultava quindi fondamentale per la difesa della cittá di [[Toledo]], viste le frequenti incursioni dei cristiani nelle terre di [[Al-Ándalus]]. E’probabileÉ probabile che il castello fosse frutto di una evoluzione, nello stesso luogo, di precedenti costruzioni militari: prima una [[torre]] di osservazione e piú tardi un piccolo [[fortino]]. Il vecchio castello fu oggetto di diversi ampliamenti e con il trascorrere del tempo vennero aggiunte nuove strutture a quella originaria. In alcuni disegni e dipinti del [[XVII secolo]], si possono osservare nella facciata occidentale (dal lato del fiume Manzanares) delle torri semicircolari che non si integrano bene con l’estetica dell’edificio. E’É possibile che questa facciata appartenga all’originale castello musulmano utilizzato come basamento del nuovo edificio.
 
=== Caratteristiche ===
Nonostante gli sforzi per dare una forma armonica all’edificio, le modifiche, gli ampliamenti e le ristrutturazioni realizzate nei secoli non raggiunsero mai un’aspetto omogeneo. Gli ospiti francesi ed italiani criticavano le facciate giudicandole irregolari e ritenevano la distribuzione interna degli ambienti labirintica. Visto il caldo clima di Madrid nel periodo estivo, molti dei saloni privati erano bui e non avevano finestre, anche per la difficile reperibilitá di vetro. Agli inizi del XVIII secolo, molte finestre venivano ancora chiuse con persiane di legno in mancanza del vetro. La principale asimmetria era data dalla facciata occidentale, situata sul bordo della ripida scarpata incisa nella valle del Manzanares; risultava meno visibile dal centro urbano ma allo stesso tempo era la prima ad essere osservata dai viaggiatori che entravano in cittá dal Ponte di Segovia. Questa facciata fu quella che subí il minor numero di ristrutturazioni e di conseguenza quella in cui si notava di piú l’origine medioevale dell’edificio. Era integralmente in pietra con quattro torri semicircolari e sicuramente vi si aprirono numerose e grandi finestre. Le torri venerovennero abbellite con [[capitelli]] di [[ardesia]] come quelli dell’ [[Alcázar di Segovia]], al fine di rendere piú dolce l’originale aspetto militare dell’edificio. Le rimanenti facciate erano realizzate in mattoni rossi e [[granito]] che davano all’edificio l’aspetto típico dell’architettura tradizionale di Madrid, dove si impiegavano largamente questi due materiali abbondanti nella zona (l’argilla era reperibile lungo le rive del Manzanares ed il granito nella vicina [[Sierra de Guadarrama]]). L’ingresso principale si trovava nella facciata meridionale, risultando problematico nelle varie ristrutturazioni per la presenza di due grandi torri quadrangolari costruite nel [[Medioevo]]. Con la ristrutturazione di Juan Gómez de Mora, le due torri furono occultate, raggiungendo un maggiore equilibrio del complesso architettonico, come si puó osservare nel disegno di [[Filippo Pallota]], del dell'anno 1704. Il Real Alcázar di Madrid era a pianta rettangolare. Il suo interno, articolato a partire da due grandi cortili, era organizzato asimmetricamente. Il [[Patio del Rey]], situato nella parte corrispondente al castello medioevale, era piú piccolo del Patio de la Reyna che, situato nel lato opposto, venne realizzato durante l’ampliamento di [[Carlo I]]. Tra i due cortili si trovava la Cappella Reale fortemente voluta dal re [[Giovanni II di Castiglia]]. Per lungo tempo i cortili rimasero aperti al popolo ed in essi si vendeva ogni tipo di cose come in un mercato, usanza questa che sorprendeva i viaggiatori stranieri.
 
==Bibliografia ==
=== Referenze ===
1.↑* «Planos y dibujos de Madrid de los siglos XVI y XVII». España: El Madrid medieval (2005). ConsultadoConsultato elnel 2008.
2.↑* «Madrid medieval». España: JLL & JRP (2002). ConsultadoConsultato elnel 2008.
3.↑* «Un incendio que cambió la historia». Madrid, España: Diario El País (2006). ConsultadoConsultato elnel 2007.
4.↑* Robledo, Beatriz (2011) (en español, PDF). Museos y Modernidad en Tránsito. Modernidad Fetiche (lectura de sala). Madrid: Museo de América. p. 4. N. I. P. O. 551-11-011-7. [http://museodeamerica.mcu.es/pdf/S6100_lectura.pdf. Consultadomuseodeamerica.mcu.es] elConsultato il 2 de agosto de 2012.
5.↑* «El PP tiró los vestigios de la Casa del Tesoro por no gastar 600 millones». Madrid, España: Diario El País (1996). ConsultadoConsultato elnel 2008.