Le vie del cuore: differenze tra le versioni

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*"Il film, in parte è interessante e modernamente drammatico, in parte si serve invece del colore del tempo per ottenere effetti di garbata comicità. La satira della vita elegante, quel misto di frivolezza mondana e di orgoglioso senso dell'onore, l'ozio vizioso e insieme il cieco ossequio all'opinione sociale vi prendono grande rilievo, anche co mezzi puramente cinematografici [..] Il film è servito inoltre per presentare una nuova attrice, Miria di San Servolo che fa la parte della giovane moglie. Con la sua alternativa di giovanile animazione e di serietà pensierosa, con la sua voce raccolta, con il suo già maturo senso della scena, con la sua florida avvenenza questa attrice promette sin dalla prima prova di avere una parte di molto spicco nei prossimi sviluppi del nostro cinematografo." (Guido Piovene, dalla Mostra di Venezia, "Corriere della Sera", 13 settembre 1942)
*"[...] Quanto a Miria di San Servolo, che, pur essendo al suo esordio, è la protagonista del film, ella ha la grazia e disinvoltura sufficienti per sostenere una parte d'impeéno, e, benché i vestiti dell'Ottocento un po' la ingoffiscano, risulta anche fotogenica in piena luce." (A. Franci "Illustrazione Italiana" n.41, 11 ottobre 1942)
*Una giovanissima attrice che aveva il viso assai bello, ma la figura piccola, grassottella, e il collo eccessivamente corto, bellezza che difficilmente avrebbe saputo resistere alla maturità, oltre alla sua pretensione sfrenata e incontentabilità, era spalleggiata a da una intollerabile figura di madre che triplicava l'avversione per proprio conto. In più queste signore godevano di una protezione incondizionata e onnipotente a quel tempo, e che sbandieravano ad ogni piè sospinto. 'Ora vi aggiusto io', disse Sensani a sé stesso fingendo di prestarsi ai loro capricci. La giovane attrice finì per risultare, nel film in questione, piccola, grossa, tutta in un tonfo, e gobba. Le era compagna nel lavoro una donna bellissima, dalla figura alta e superba, meravigliosamente vestita. Non appena madre e figlia si accorsero dell'irreparabile disastro, gli andarono sul viso, quasi volesseo linciarlo, a dichiarargli che mai più si sarebbero rivolte a lui. Con un inchino di perfetta soddisfazione;'Signore, ho fatto come mi hanno detto loro'. Aldo Palazzeschi, ''Un cultore della bellezza'', "Il Mattino dell'Italia Centrale" 1948
 
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