Nicolò Guarco: differenze tra le versioni

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Nel 1379 dovrà affrontare le angherie e assalti della Compagnia della Stella che, al comando di Astorre Manfredi, metteranno soqquadro in diversi centri della [[val Polcevera]]. Inizialmente si cercò una "mediazione" con la donazione di 10.000 fiorini (che fu accettata) finché la compagnia, su istigazione dei Veneziani, farà il suo ritorno stanziandosi nel levante di Genova (presso l'odierno quartiere di [[Albaro]]) pronta a nuovi assalti. Ora forte delle milizie degli Spinola e dei Fieschi, il doge incaricherà un esercito guidato dal fratello Isnarco Guarco di sbaragliare l'accampamento dei mercenari, atto che verrà vittoriosamente compiuto il [[24 settembre]] 1379.
 
Durante il suo dogato si concluderà la ventennale [[guerra di Chioggia]] con la ''Serenissima'' di Venezia - con la [[pace di Torino (1381)|pace di [[Torino]] del [[1381]] - tregua che rimarrà nel futuro sempre in bilico e che, tra altre scelte dello stesso doge Guarco (nuove imposte e gabelle comprese), porteranno dal marzo [[1383]] ai primi tumulti del popolo. Inizialmente stroncati e soffocati, a nulla poté il doge Nicolò Guarco difendersi dalle sempre più accrescenti accuse di cospirare con la nobiltà ai danni del popolo genovese e sempre nulle furono i successivi provvedimenti quali l'eliminazione delle tasse o il troncare ogni rapporto con i nobili di palazzo e del Consiglio che, per assurdo, provocarono ora l'isolamento politico e comunque il non ravvicinamento della città. Ritornati a Genova i Fregoso e gli [[Adorno]] - richiamati a gran furore dal popolo stesso - si attuò una nuova sommossa a palazzo che costringerà il [[7 aprile]] 1383 all'abdicazione.
 
=== Gli ultimi anni ===