Gottfried Keller: differenze tra le versioni

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ConsideratoÈ considerato il massimo esponente della [[letteratura]] del suo paese, {{citazione necessaria|è una sorta di mito nazionale}}. La sua opera si può inquadrare nel filone del [[realismo (letteratura)|realismo]] borghese.
 
IlEra padrefiglio eradi Rudolf Keller, un tornitore idealista e filantropo, di grande coerenza morale e di idee politiche molto avanzate;, morìe quando lo scrittore aveva cinque anni. La madre eradi Elisabeth Scheuchzer, donna rigorosa ed economa che impartì al figlio un'educazione puritana molto rigida. Nel 1822 nacque la sorella Regula.
==Vita==
== Biografia ==
 
Il padre morì quando lo scrittore aveva cinque anni e la madre gl'impartì un'educazione puritana molto rigida.
 
Il padre era Rudolf Keller, un tornitore idealista e filantropo, di grande coerenza morale e di idee politiche molto avanzate; morì quando lo scrittore aveva cinque anni. La madre era Elisabeth Scheuchzer, donna rigorosa ed economa che impartì al figlio un'educazione puritana molto rigida. Nel 1822 nacque la sorella Regula.
Dalla morte del padre la famiglia visse in regime di ristrettezze economiche, la madre si sposò nuovamente, per poi divorziare nel 1834: questo evento lasciò una traccia profonda nel giovane Keller.
 
Keller trascorse la giovinezza tra povertà ed emarginazione. Spirito ribelle, nel 1833 si s'iscrisse alla scuola professionale del Cantone, ma dopo solo un anno venne espulso con l'accusa di aver istigato una sommossa degli studenti. L'accusa, che si sarebbe rivelata ingiusta, accrebbe in lui il carattere scontroso e lo spinse ad abbandonare gli studi in favore della pittura. Prese lezioni dal paesaggista Peter Steiger prima, e del tedesco Rudolf Mayer poi, con esiti modesti ed imponendo alla famiglia sacrifici per il mantenimento, fino al 1838, anno in cui Mayer impazzì e Gottfied iniziò a scrivere le sue prime liriche.
 
Nel 1840, grazie ad un piccolo lascito, intraprese un viaggio a [[Monaco di Baviera|Monaco]]: fu un periodo scapigliato in cui l'artista fu oppresso dai debiti e costretto a chiedere costantemente denaro alla madre. Due anni dopo, non avendo conseguito risultati per lui apprezzabili, decise di rientrare a Zurigo e diventare scrittore. Fu un momento di depressione e crisi, che traspare nella prima stesura del romanzo autobiografico "''Enrico il verde''" (''Der grüne Heinrich''), che diverrà la sua opera più conosciuta.
Gli anni quaranta furono un periodo di lotte politiche progressiste (per poi assestarsi su posizioni [[Liberalismo|liberali]]) ed amori infelici (Luise Rieder, Johanna Kapp e Betty Tendering).
 
Nel 1848 le autorità cantonali gli conferirono un primo sussidio che gli permise di recarsi ad [[Heidelberg]], dove conobbe il filosofo [[Ludwig Feuerbach|Feuerbach]]; in lui avvenne una vera e propria rivoluzione che lo portò alla conversione religiosa.
 
I primi anni cinquanta, grazie ad un secondo sussidio che gli permise il trasferimento a [[Berlino]], furono i più prolifici dal punto di vista letterario, soprattutto per la produzione prosastica. Nacquero gli abbozzi per "''Sette leggende''" ("''Sieben Legenden"''), "''Epigramma''" ("''Das Sinngedicht"'') e le "''Novelle zurighesi''" ("''Züricher Novellen"''). Nel 1851 l'editore Wierveg pubblicò le "''Nuove Poesie''" ("''Neuere Gedichte"'').
Rientrò a Zurigo nel 1855, dove, ancora mantenuto dalla famiglia, continuò l'attività di scrittore e mantenne i contatti con diverse personalità intellettuali dell'epoca ([[Wagner]], Heise, Semper).
Nel 1856 uscì il primo volume della "''Gente di Seldwyla''", contenente il racconto che molti considerano il suo capolavoro: "''Romeo e Giulietta nel villaggio''" (''Romeo und Julia auf dem Dorfe'').
 
Il 14 settembre 1861 venne nominato primo cancelliere della città di Zurigo, nonostante alcune opposizioni interne. Dopo anni di disagi raggiunse finalmente prestigio e sicurezza economica, ricoprì il suo incarico in maniera esemplare fino al 1876 quando decise di dimettersi. Nel frattempo morirono la madre (1864) e la sorella (1888), che aveva gestito il patrimonio familiare con molta parsimonia.
 
Ormai la sua figura era riconosciuta ed apprezzata, come dimostrano i festeggiamenti in pompa magna per il suo cinquantesimo e settantesimo compleanno e la laurea ''[[honoris causa]]'' in filosofia conferitagli dall'[[università di Zurigo]] nel 1869.
 
Morì il 15 luglio 1890, e gli vennero tributati funerali solenni.
 
Nel 1921 fu creato dalla fondazione Martin Bodmer il [[Premio Gottfried Keller]]., Vieneche viene attribuito ogni tre anni.
 
==Opere==