Indesit: differenze tra le versioni

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Nello stesso periodo i tecnici dell'Indesit sperimentarono un sistema di trasmissione televisiva a colori denominato [[Identificazione a Soppressione Alternata|ISA]], che l'azienda torinese propose nel [[1972]] alla [[RAI]], ma che non fu accettato dal [[Governo italiano]], perché non ritenuto conforme rispetto agli altri sistemi europei.
Venne acquisita anche la Hirundo fabbrica nel settore bianco con cui venne proposta una linea di frigoriferi, lavatrici e altri elettrodomestici oltre che anche ad apparecchi nel settore bruno come radio a transistor marchiate come Indesit Hirundo. Il marchio oggi non viene più usato. Indesit partecipò per il 6% nella Sèleco di Pordenone all'epoca in cui vi era Giovanni Mario Rossignolo che ne deteneva il controllo, cedendo impianti in disuso di fabbricazione di televisori. Zanussi e Rel erano i maggiori azionisti in Sèleco in quell'epoca (fonte: GB progetti cronache di progetto alta definizione televisiva).
Nel [[1980]], la Indesit andò in crisi e venne posta in [[amministrazione controllata]], da cui uscì nel [[1984]], quando fu ricapitalizzata per 74 miliardi di lire e vi entrarono nuovi soci<ref>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1984/06/26/nel-consiglio-indesit-entrano-soci-minori.html "NEL CONSIGLIO INDESIT ENTRANO I SOCI MINORI", articolo di Repubblica del 26 giugno 1984]</ref>. Per l'azienda torinese la crisi continuava e la ripresa non avveniva, e perciò nel [[1985]] cedette la sua divisione elettronica alla [[Olivetti]]<ref>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1985/05/08/la-olivetti-ha-acquistato-il-pacchetto-di.html "LA OLIVETTI HA ACQUISTATO IL PACCHETTO DI CONTROLLO DELLA INDESIT ELETTRONICA", articolo di Repubblica dell'8 maggio 1985]</ref>. Molte furono le trattative per trovare un partner industriale e finanziario, ma la situazione era talmente grave da portare, nello stesso anno, l'azienda all'amministrazione straordinaria in base alle [[legge Prodi]], e il [[Tribunale]] di Torino nominò commissario il dott. Giacomo Zunino<ref>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1985/09/04/indesit-zunino-commissario.html "INDESIT, ZUNINO COMMISSARIO", articolo di Repubblica del 4 settembre 1985]</ref>. Da tempo i posti di lavoro erano drasticamente diminuiti, ed erano ridotti a poco più di 7.000 addetti, la maggior parte dei quali in [[cassa integrazione]].
 
==Indesit alla Merloni Elettrodomestici==