Secondo tempio di Gerusalemme: differenze tra le versioni

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[[File:Second Temple view.jpg|thumb|300px|Modello del Secondo Tempio]]
Il '''Secondo Tempio''' di Gerusalemme è la ricostruzione del primo [[Tempio di Gerusalemme]] (il [[Tempio di Salomone]]), distrutto dal [[babilonia|babilonese]] [[Nabucodonosor II]] nel [[586 a.C.]]
Il Secondo Tempio fu completato nel [[515 a.C.]], dopo l'[[esilio babilonese]], così come raccontato nel [[Libro di Neemia]], e distrutto nel [[70|70 d.C.]] dal generale romano [[Tito (imperatore)|Tito]]. Secondo le fonti [[Rabbino|rabbiniche]] della [[Torah Orale]] il Tempio venne distrutto 420 anni dopo la sua costruzione.
 
Durante questo periodo esso fu il centro culturale e spirituale del [[Giudaismo]] ed il luogo dei sacrifici rituali.
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nel loro recinto, visto che dalle altre porte non era consontito loro di passare. Sul lato occidentale non v'era infine alcuna porta. I portici fra le porte, rivolti dal muro verso l'interno, di fronte alle sale del tesoro, erano sorrette da un solo ordine di grandi colonne.<ref name="GFlavioV.5.2"/>
 
Nove delle porte erano ricoperte d'oro e d'argento, come pure gli stipiti e gli architravi, mentre quella fuori del santuario era di bronzo di Corinto ed era più pregiata di quelle ricoperte d'argento e d'oro. Ogni porta aveva [[Infisso (architettura)|due battenti]], ciascuno dei quali aveva dimensioni pari a trenta cubiti di altezza e quindici di larghezza. Al di là della soglia, gli ingressi verso l'interno avevano su due lati delle [[esedra|esedre]] a forma di torre, larghe e lunghe trenta cubiti, alte più di quaranta cubiti. Ciascuna poggiava su due colonne che avevano una circonferenza di dodici cubiti ciascuna. Stesse dimensioni avevano le altre porte, mentre molto più grande era la porta che si trovava ad occidente della porta Corinzia e che si apriva dal recinto delle donne verso est, di fronte alla porta del santuario.<ref name="GFlavioV.5.3">Giuseppe Flavio, ''La guerra giudaica'', V, 5.3.</ref> Questa porta era alta infatti cinquanta cubiti, con con battenti di quaranta cubiti, e una decorazione più ricca con notevoli rivestimenti d'argento e d'oro. La decorazione delle nove porte fu ordinata da [[Tiberio Giulio Alessandro Maggiore|Alessandro]], il padre di [[Tiberio Giulio Alessandro|Tiberio]]. Dal recinto delle donne alla porta più grande si saliva mediante una scala di quindici scalini, poiché questi ultimi erano più bassi dei cinque scalini che conducevano alle altre porte.<ref name="GFlavioV.5.3"/>
 
[[Image:Menorah 0307.jpg|thumb|180px|left|Ricostruzione del [[Menorah|calendario a sette braccia]] del Tempio ([[Temple Institute]])]]
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Il santuario vero e proprio o sacro tempio, sorgeva nel mezzo e vi si accedeva da dodici scalini. L'altezza della facciata era uguale alla larghezza, pari a cento cubiti (44,45 metri), mentre la parte posteriore era di quaranta cubiti più stretta, in modo che sul davanti fosse più larga di venti cubiti da entrambe le parti. La porta principlale misurava settanta cubiti di altezza e venticinque di larghezza, completamente ricoperta d'oro nella sua parte esterna. Dentro il tempio, era diviso su due piani, e solo il vestibolo appariva come un unico corpo con l'altezza di novanta cubiti, la larghezza di cinquanta e la profondità di venti.<ref name="GFlavioV.5.4">Giuseppe Flavio, ''La guerra giudaica'', V, 5.4.</ref> La porta di accesso al tempio era ricoperta d'oro come tutta la parete in cui era inserita. Al di sopra vi erano dei tralci di [[Vitis|viti]] d'oro da cui pendevano grappoli della grandezza di un uomo. La porta di accesso aveva dei battenti d'oro alti cinquantacinque cubiti e larghi sedici. Davanti pendeva una tenda babilonese, di identica altezza e di vari colori, dal lino bianco alla lana azzurra, rossa e purpurea. Col rosso si alludeva al fuoco, col lino alla terra, con l'azzurro all'aria e con la porpora al mare, poiché il lino è prodotto dalla terra e la porpora dal mare. Sulla tenda era, quindi, rappresentata tutta la volta celeste, esclusi i segni dello zodiaco.<ref name="GFlavioV.5.4"/>
 
La parte inferiore del santuario era alto sessanta cubiti, lungo altrettanto e largo venti. I sessanta cubiti di lunghezza erano suddivisi, in una prima parte di quaranta cubiti circa, che conteneva tre opere d'arte famosissime a quel tempo: un [[Menorah|candelabro a sette braccia]], una tavola e un altare per gli incensi. Le sette braccia del candelabro rappresentavano i pianeti; i dodici pani sulla tavola simboleggiavano i segni zodiacali e l'anno. L'altare degli incensi era dotato di tredici profumi ricavati da mare e terra, a significare che tutto viene da Dio.<ref name="GFlavioV.5.5">Giuseppe Flavio, ''La guerra giudaica'', V, 5.5.</ref>
 
La parte successiva del tempio misurava venti cubiti ed era separata da una tenda. Era una parte inaccessibile ed inviolabile a chiunque, e si chiamava il "santo dei santi". Ai lati del santuario inferiore si trovavano numerose stanze disposte su tre piani, comunicanti fra loro, alle quali si aveva accesso attraverso una serie di porte poste su entrambi i lati dell'ingresso. La parte superiore del tempio non aveva stanze, essendo meno larga ed innalzandosi per quaranta cubiti. Aveva poi meno ornamenti rispetto alla parte inferiore. E così se sommiamo i quaranta della parte superiore ai sessanta della parte inferiore otteniamo un'altezza complessiva di cento cubiti.<ref name="GFlavioV.5.5"/>
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==Cerimonia e processione==
Coloro che, pur essendo di stirpe sacerdotale, non partecipavano alle sacre funzioni a causa di difetti fisici, stavano all'interno del parapetto insieme con i sacerdoti senza difetti, portavano vesti comuni, poiché solo chei officiava alla funzione poteva indossare le sacre vesti. Salivano, quindi, all'altare e al santuario solo i sacerdoti senza peccato, vestiti di [[bisso]], che si astenevano dal bere vino puro.<ref name="GFlavioV.5.7">Giuseppe Flavio, ''La guerra giudaica'', V, 5.7.</ref>
 
Insieme a questi saliva anche il [[sommo sacerdote]], solo nei giorni di sabato, nei noviluni o in occasione di una qualche festività nazionale o anche durante l'assemblea annuale di tutto il popolo. Il sommo sacerdote officiava con un paio di brache, sopra una sottoveste di lino e al di sopra una veste sontuosa color azzurro lunga fino ai piedi, ornata di frange, con appesi campanelli d'oro (simboli del tuono) e melegrane (simboli del fulmine). La fascia che si trovava sul petto era ricamata con strisce di cinque colori, l'oro, la porpora, il rosso, il lino e l'azzurro. Anche la mantellina aveva gli stessi colori, ma con maggior quantità di oro. La mantellina era fissata con due fermagli d'oro adornate da magnifiche gemme su cui erano incisi i nomi [[eponimo|eponimi]] delle tribù che compongono Israele.<ref name="GFlavioV.5.7"/> Nella parte anteriore dell'abito pendevano dodici pietre, disposte su quattro file, una [[Sardonio|sardonica]], un [[topazio]], uno [[smeraldo]], un carbuncolo, un diaspro, uno [[zaffiro]], un'[[Agata (minerale)|agata]], un'[[ametista]], un ligurio, un [[onice]], un [[berillo]] e un [[Olivina|crisolito]], sulle quali erano incise le dodici tribù di Israele. Il capo era coperto da una [[tiara]] di bisso con la parte orlata in azzurro ed una corona d'oro, con in rilievo le lettere sacre (quattro vocali). Queste vesti erano solo per le cerimonie più importanti.<ref name="GFlavioV.5.7"/>