Io e il duce: differenze tra le versioni

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== Trama ==
 
Gian Galeazzo Ciano aveva sposato la difficile figliola del Duce, Edda, chiamata affettuosamente in famiglia "la Deda" o più verosimilmente "l'Aquilaccia" per il suo carattere ostinato e diretto. Edda [[fumo|fumava]], beveva e [[gioco d'azzardo|giocava d'azzardo]], delapidando ingenti somme; di certo non accettava ruoli dida dama di compagnia o dida femmina sottomessa. Ciano saldava regolarmante i debiti di gioco.: Ii due si amavano ma con il tempo il rapporto si deteriorò, ciò anche per i continui tradimenti di Ciano con donne aristocratiche ma anche popolari come la figlia del mugnaio di [[Ostia]] Antica.<ref>Da Giuseppe Bottai - Diario 1935-1944, BUR Biblioteca Universale Rizzoli, 2001</ref>
 
E questo già dai primi tempi della [[Cina]] dove la coppia era andata a vivere subito dopo il matrimonio; si vociferò di una relazione tra Ciano e [[Wallis Simpson]], la futura moglie di [[Edoardo VIII d'Inghilterra|Edoardo VIII]], il re inglese che per lei abdicò; la relazione pare che finì con un [[aborto]] clandestino. Mussolini giudicava queste scappatelle di Ciano ovvie per un uomo sposato e annuivain positivamentesilenzio le giustificava; anche lui regolarmante e per vent'anni a [[Palazzo Venezia]], tra un'udienza e l'altra, fruiva di avventure sbrigative con giunoniche donne che la Questura gli reclutava;: a detta del suo cameriere personale [[Quinto Navarra]] neanche si toglieva i pantaloni della divisa. Non così per [[Rachele Mussolini|Donna Rachele]] che, vedendo la figlia Edda in lacrime per i tradimenti del marito, appioppò un sonoro schiaffo in pieno viso al genero che se lo prese "diplomaticamente"; Rachele evidentemente ancora non sapeva di Claretta e della furia motoria sessuale del marito.<ref>Arrigo Petacco - "''L'archivio segreto di Mussolini''" - Mondadori</ref>
 
Il matrimonio di Galeazzo ed Edda era naufragato da tempo ma nell'olimpo gerarchico e politico era impossibile separarsi, quindi le apparenze dovevano rimanere in linea con la morale del matrimonio di quei tempi mentre i due, invece, si tradivano costantemente e reciprocamente. Edda e Galeazzo erano irreprensibili nelle apparizioni ufficiali della coppia, non molte per la verità. L'importante era salvare la facciata. Ma con l'arresto di Ciano tutto cambiò. Edda si mise per lui di traverso, lottò come una leonessa a cui avevano strappato il piccolo, per salvare il marito contro tutto e contro tutti: l'antico amore si riaccese ed esplose inarrestabile.<ref>''Galeazzo Ciano'' - ''Una vita'' (1903-1944), Libro Italiano di Giordano B. Guerri</ref>.
 
È in quei momenti di pericolo supremo che si riscopre la realtà di un sentimento che sembrava per sempre sopito. La guerra era persa e di lì a pochi mesi sarebbe finita e i maggiori gerarchi nazisti volevano mettere le mani sui [[Diari di Ciano]] e per cancellare prove compromettenti che li coinvolgevano nelle responsabilità della guerra o trovare eventuali escamotage per i loro comportamenti, quindi i ''Diari'' diventavano merce di scambio per la vita di Galeazzo. [[Joachim Von Ribbentrop|Von Ribbentrop]], [[Ernst Kaltenbrunner|Kaltenbrunner]] e lo stesso [[Heinrich Himmler]] allungavano gli occhi su quei ''Diari''..<ref>''Galeazzo Ciano'' - ''Una vita'' (1903-1944), Libro Italiano di Giordano B. Guerri</ref>.
 
Si combinò un piano per liberare Ciano dagli Scalzi in cambio dei suoi Diari e l'autorevole Edda Ciano Mussolini era l'intermediaria con le alte gerarchie naziste. Nel frattempo Ciano si è fatto installare nella sua cella una stufetta con un lungo tubo che esce dai vetri della finestra opacata; ne cura la combustione e ama il dolce tepore che emana, è uno dei suoi passatempi preferiti. Una notte viene svegliato da due guardie che hanno portato le loro donnine a vedere il famoso Ciano in cella come fosse un animale raro dello zoo; questa e tante altre umiliazioni ferirono il carattere assai emotivo e ipersensibile di Galeazzo, tenendolo in uno stato continuo di abbattimento e afflizione. La cella era la sua alcova, in cui mentalmente si sentiva protetto tra quei muri dalla realtà turbolenta del di fuori; i pasti gli venivano preparati da un noto ristorante di Verona.
Mille pensieri attraversavano la mente di Galeazzo e il capolinea di essi erano sempre le lacrime per i tre figli che ora vivevano senza di lui. Poi si ritrovava nell'autocommiserazione a singhiozzare in silenzio ma rapidamente si ricomponeva per non farsi beccare in quello stato. Lo consolava la promessa di una liberazione forzata a cui anelava con tutte le sue speranze, un po' come quella di Mussolini sul [[Gran Sasso]], giurando e spergiurando a se stesso che mai e poi mai sarebbe rientrato in politica in futuro. Il pensiero di un processo da affrontare lo mandava in deliquio.<ref>Enzo Siciliano - ''Morte di Galeazzo Ciano'' - Giulio Einaudi Editore</ref>.
 
Edda nel frattempo riuscì a farsi ricevere dal Führer per perorare la causa del marito. Davanti a lui, presenti anche gli sbigottiti Himmler e il piccolo ministro per la propaganda [[Joseph Goebbels]], disse senza mezzi termini che oramai era notorio la guerra era perduta (e questo già dal 1943) e che praticamente giustiziare Galeazzo per una guerra persa aveva poco senso. Arrivò anche a offrire a Hitler i famosi diari accennando a grandi guadagni per i diritti d'autore, cosa che fece inorridire Goebbels come poi annotò nei suoi diari. Certamente Edda fu salvata dal cognome che portava se non fece la fine di [[Mafalda di Savoia]]. Dopo il colloquio, ci si può giurare, Hitler ebbe un attacco di collera isterica da parte di Hitler, cosa che di certo non aiutò la condizione di Ciano.<ref>J. Goebbels - Diari 1924 - 1945; Part. anno 1943</ref>
 
In passato Edda e Galeazzo avevano preso in considerazione che il loro matrimonio era fallito; come già detto molti tradimenti da ambo le parti lo comprovavano. Nello spirito complice della coppia razionale e anticonformista che tanto piaceva a Galeazzo e a Edda, ne avevano discusso e parlato ed erano arrivati alla conclusione che divorziare non potevano, né legalmente, né per motivi di immagine politica e d'altronde i figli erano ancora piccoli. Erano arrivati alla conclusione di uno status di lealtà e di buona amicizia che permetteva loro di tirare avanti la famiglia e di essere svincolati: due ottimi amici era il loro nuovo ruolo reciproco.
 
Nei pochi colloqui in carcere GaleazzoCiano vede Edda,: Galeazzo la vede buttarsi anima e corpo per salvarlo... LeAlla domanda: "Edda fai questo solo per amicizia?" Gligli occhi di Edda gli risposero. Tornò in cella e si mise a piangere, distrutto, commosso; in quel supremo momento di vita supremo, forse per la prima volta si era accorto cos'eracosa significasse amare, cos'erae cosa fosse il vero l'amore. Amare disperatamente ad un passo dalla morte è qualcosa che avvicina a [[Dio]] e di molto; Galeazzo lo provò in cuor suo.<ref>Enzo Siciliano - ''Morte di Galeazzo Ciano'' - Giulio Einaudi Editore</ref>. Tra le vicende che sbalordirono Ciano in quel periodo, ci fu quella del suo amico Alessandro Pavolini; Alessandro toscanaccio come lui, era da Galeazzo soprannominato "Buzzino" per il suo carattere chiuso, timido e riservato.
 
Tra le vicende che sbalordirono Ciano in quel periodo, ci fu quella del suo amico Alessandro Pavolini; Alessandro toscanaccio come lui, era da Galeazzo soprannominato "Buzzino" per il suo carattere chiuso, timido e riservato. Certamente non sarebbe arrivato dove era arrivato senza le spinte del suo potente amico Ciano e ora che lui era caduto in disgrazia vedeva il suo ex-amico trasformato in un fanatico e spietato nemico che voleva la sua testa a tutti i costi. Evidentemente non era mai stato un amico ma solo interessato. L'unica parentesi forse bella era la presenza di Felicitas Beetz, una ragazza tedesca poco più che ventenne, comparsa a [[Monaco di Baviera]] e che seguiva Ciano per accaparrarsi i suoi preziosi Diari. Sicuramente era inviata dalla coppia Himmler - Kaltenbrunner, quelli che Ciano definiva "il gatto e la volpe" della politica [[nazismo|nazista]], sempre intenti a confabulare e a coprirsi le loro atroci malefatte. Frau Beetz sicuramente fu scelta apposta perché parlava italiano fluente ma anche per i suoi begli occhi azzurri. Frau Beetz non era bellissima, ma a Galeazzo sembrò un angelo inviato dalla Provvidenza, che lo aiutò non poco, sia moralmente che praticamente.<ref>Enzo Siciliano - ''Morte di Galeazzo Ciano'' - Giulio Einaudi Editore</ref>.
 
Fu lei e solo lei che riuscì a sollevare il morale di Ciano con la promessa di riuscire ad inviarlo in un paese neutrale in cambio dei suoi diari. Ciano le diceva spesso che a guerra finita avrebbe inviato una cartolina da dove stava rifugiato a "Frau Beetz - Berlin" come per dire che si sarebbe ricordato di lei per sempre. E lei s'innamorò di quell'uomo tanto triste e vicino alla morte, così romantico e gentile nei modi e nel profondo, straordinariamente mite. Rischiò per lui la vita stessa per aiutarlo e mai lo tradì. Si dice che diventò la sua amante ma la cosa è improbabile a dispetto delle numerose voci in merito; Galeazzo la vedeva più come un'amica e forse una figlia visti i numerosi anni di differenza tra lui e lei. Le voleva bene davvero e si fidava di lei ciecamente ma questa volta il suo cuore era tutto per Edda che non voleva più tradire.<ref> Afeltra - "''La spia che amo' Ciano'' " editore Rizzoli</ref>
L'unica parentesi forse bella era la presenza di Felicitas Beetz, una ragazza tedesca poco più che ventenne, comparsa a Monaco e che seguiva Ciano per accaparrarsi i suoi preziosi Diari. Sicuramente era inviata dalla coppia Himmler - Kaltenbrunner, quelli che Ciano definiva "il gatto e la volpe" della politica nazista, sempre intenti a confabulare e a coprirsi le loro atroci malefatte. Frau Beetz sicuramente fu scelta apposta perché parlava italiano fluente ma anche per i suoi begli occhi azzurri. Frau Beetz non era bellissima, ma a Galeazzo sembrò un angelo inviato dalla Provvidenza, che lo aiutò non poco, sia moralmente che praticamente.<ref>Enzo Siciliano - ''Morte di Galeazzo Ciano'' - Giulio Einaudi Editore</ref>.
 
Hitler fu informato dell'"''Operazione Conte''" per far evadere Ciano e il piano crollò. Fu il preludio della fine di Galeazzo Ciano. Ora niente più si frapponeva tra lui e il processo, quella farsa che passerà alla storia come il [[Processo di Verona]]. Le autorità volevano sbrigarsi: processo, sentenza ed esecuzione della condanna a morte tutto d'un colpo. Naturalmente non volevano fare pressione eccessiva su Ciano perché temevano che messo alle strette avrebbe parlato di cose troppo scomode come, ad esempio, della [[Shoah]], di cui era bene informato. Edda cercò furiosamente di far graziare Ciano dal padre; arrivò a minacciarlo, di divulgare pubblicamente certe sue notizie, lo disprezzò e lo insultò oltre ogni limite e poi lo abbandonò portandosi via i figli; non lo rivide mai più.<ref>Metello Casati, "1944: il processo di Verona" da I documenti terribili, Mondadori, 1973, Milano</ref>
Fu lei e solo lei che riuscì a sollevare il morale di Ciano con la promessa di riuscire ad inviarlo in un paese neutrale in cambio dei suoi diari. Ciano le diceva spesso che a guerra finita avrebbe inviato una cartolina da dove stava rifugiato a "Frau Beetz -Berlin" come per dire che si sarebbe ricordato di lei per sempre. E lei s'innamorò di quell'uomo tanto triste e vicino alla morte, così romantico e gentile nei modi e nel profondo, straordinariamente mite. Rischiò per lui la vita stessa per aiutarlo e mai lo tradì. Si dice che diventò la sua amante ma la cosa è improbabile a dispetto delle numerose voci in merito; Galeazzo la vedeva più come un'amica e forse una figlia visti i numerosi anni di differenza tra lui e lei. Le voleva bene davvero e si fidava di lei ciecamente ma questa volta il suo cuore era tutto per Edda che non voleva più tradire.<ref> Afeltra - "''La spia che amo' Ciano'' " editore Rizzoli</ref>
 
E arrivò il giorno del processo. Nel tetro e immenso salone dove si svolgeva, la luce faceva fatica ad illuminare la scena, un enorme [[fascio]] repubblicano troneggiava sulla sala; ora la scure si trovava nella sommità delle verghe, quasi a voler accentuare un testardo rinnovamento sugli errori del passato come lo sciagurato connubio con la [[Monarchia]]. Galeazzo era seduto su una sedia con il cappello appoggiato sul pomello dello schienale, in una posa che sembrava più adatta ad un convivio bucolico che ad un processo: era la sua forma di disprezzare quanto gli avveniva intorno. Guardava il soffitto a cassettoni come era solito fare di fronte a quelle cose antiche che tanto accendevano la sua curiosità. Giudicava il tutto una buffonata con la sentenza già scontatissima: il processo lo facevano più per loro che per gli altri imputati.
Hitler fu informato dell'"''Operazione Conte''" per far evadere Ciano e il piano crollò. Fu il preludio della fine di Galeazzo Ciano.
Ora niente più si frapponeva tra lui e il processo, quella farsa che passerà alla storia come "''Il Processo di Verona''".
Le autorità volevano sbrigarsi, processo, sentenza ed esecuzione tutto di un colpo. Naturalmente non volevano fare pressione eccessiva su Ciano perché temevano che messo alle strette avrebbe parlato di cose troppo scomode come, ad esempio, della Shoah, di cui era bene informato.
Edda cercò furiosamente di far graziare Ciano dal padre; arrivò a minacciarlo, di divulgare pubblicamente certe sue notizie, lo disprezzò e lo insultò oltre ogni limite e poi lo abbandonò portandosi via i figli; non lo rivide mai più.<ref>Metello Casati, "1944: il processo di Verona" da I documenti terribili, Mondadori, 1973, Milano</ref>
 
E arrivò il giorno del processo. Nel tetro, immenso salone dove si svolgeva, la luce faceva fatica ad illuminare la scena, un enorme fascio repubblicano troneggiava sulla sala; ora la scure si trovava nella sommità delle verghe, quasi a voler accentuare un testardo rinnovamento sugli errori del passato come lo sciagurato connubio con la Monarchia. Galeazzo era seduto su una sedia con il cappello appoggiato sul pomello dello schienale, in una posa che sembrava più adatta ad un convivio bucolico che ad un processo. Era la sua forma di disprezzare quanto gli avveniva intorno. Guardava il soffitto a cassettoni come era solito fare di fronte a quelle cose antiche che tanto accendevano la sua curiosità. Giudicava il tutto una buffonata con la sentenza già scontatissima. Il processo lo facevano più per loro che per gli imputati. Nei pochi appunti che riuscì a far uscire dal carcere, così lo descrive: ".... sembravaSembrava che le tombe del cimitero del [[Fascismo]], nella turpe notte, avessero vomitato fuori i cadaveri redivivi di questi esseri che ora sbraitavano, urlavano volgarissime minacce con un odio senza limiti.... minacce che avrebbero messo in pratica se la mia persona non fosse stata prontamente protetta... una mischia di criminali miserabili quanto sanguinari... se dopo vent'anni e più il Fascismo ha portato anche a questo, certamente è stato la sciagura d'Italia... No, non posso pentirmi in cuor mio di quello che ho fatto...". E la sentenza arrivò, implacabile: a poco più di quart'anni si concludva l'astro di giovane che, da enfant prodige della diplomazione europea, si era ridotto a diventare uno degli uomini più odiati d'[[Italia]], se non d'[[Europa]].
 
== Note ==