Io e il duce: differenze tra le versioni

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'''''Io e il Duce''''' è un film-documentario per la televisione del [[1985]] diretto da [[Alberto Negrin]]. Basato in buona parte sul diario di [[Galeazzo Ciano]], narra il non sempre facile rapporto tra egli e [[Benito Mussolini|Mussolini]]. In particolare il film narra gli ultimi anni del [[Fascismo|regime]] dopo lo scoppio della [[Seconda guerra mondiale]].
 
== Premesse storiche ==
 
A partire dall'[[agosto]] [[1939]] Ciano divenne un fiero avversario delle mire espansionistiche del [[Terzo Reich]] e cercò sempre di trascinare il suocero fuori dell'influenza germanica, di cui invece Mussolini era succube. Questa avversione costò in ultimo a Ciano il plotone di esecuzione di [[Verona]]: Mussolini, pur esitante, fece fucilare il proprio genero per apparire duro e risoluto di fronte ad [[Adolf Hitler]]; ciò dimostra fino a che punto fosse in soggezione del capo tedesco.
 
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== Trama ==
 
Gian Galeazzo Ciano aveva sposato la difficile figliola del Duce, Edda, chiamata affettuosamente in famiglia "la Deda" o più verosimilmente "l'Aquilaccia" per il suo carattere ostinato e diretto. Edda [[fumo|fumava]], beveva e [[gioco d'azzardo|giocava d'azzardo]], delapidando ingenti somme; di certo non accettava ruoli da dama di compagnia o da femmina sottomessa. Ciano saldava regolarmante i debiti di gioco: i due si amavano ma con il tempo il rapporto si deteriorò, ciò anche per i continui tradimenti di Ciano con donne aristocratiche ma anche popolari come la figlia del mugnaio di [[Ostia]] Antica.<ref>Da Giuseppe Bottai - Diario 1935-1944, BUR Biblioteca Universale Rizzoli, 2001</ref>
 
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Certamente non sarebbe arrivato dove era arrivato senza le spinte del suo potente amico Ciano e ora che lui era caduto in disgrazia vedeva il suo ex-amico trasformato in un fanatico e spietato nemico che voleva la sua testa a tutti i costi. Evidentemente non era mai stato un amico ma solo interessato. L'unica parentesi forse bella era la presenza di Felicitas Beetz, una ragazza tedesca poco più che ventenne, comparsa a [[Monaco di Baviera]] e che seguiva Ciano per accaparrarsi i suoi preziosi Diari. Sicuramente era inviata dalla coppia Himmler - Kaltenbrunner, quelli che Ciano definiva "il gatto e la volpe" della politica [[nazismo|nazista]], sempre intenti a confabulare e a coprirsi le loro atroci malefatte. Frau Beetz sicuramente fu scelta apposta perché parlava italiano fluente ma anche per i suoi begli occhi azzurri. Frau Beetz non era bellissima, ma a Galeazzo sembrò un angelo inviato dalla Provvidenza, che lo aiutò non poco, sia moralmente che praticamente.<ref>Enzo Siciliano - ''Morte di Galeazzo Ciano'' - Giulio Einaudi Editore</ref>.
 
Fu lei e solo lei che riuscì a sollevare il morale di Ciano con la promessa di riuscire ad inviarlo in un paese neutrale in cambio dei suoi diari. Ciano le diceva spesso che a guerra finita avrebbe inviato una cartolina da dove stava rifugiato a "Frau Beetz - Berlin" come per dire che si sarebbe ricordato di lei per sempre. E lei s'innamorò di quell'uomo tanto triste e vicino alla morte, così romantico e gentile nei modi e nel profondo, straordinariamente mite. Rischiò per lui la vita stessa per aiutarlo e mai lo tradì. Si dice che diventò la sua amante ma la cosa è improbabile a dispetto delle numerose voci in merito; Galeazzo la vedeva più come un'amica e forse una figlia visti i numerosi anni di differenza tra lui e lei. Le voleva bene davvero e si fidava di lei ciecamente ma questa volta il suo cuore era tutto per Edda che non voleva più tradire.<ref> Afeltra - "''La spia che amo' Ciano'' " editore Rizzoli</ref>
 
Hitler fu informato dell'"''Operazione Conte''" per far evadere Ciano e il piano crollò. Fu il preludio della fine di Galeazzo Ciano. Ora niente più si frapponeva tra lui e il processo, quella farsa che passerà alla storia come il [[Processo di Verona]]. Le autorità volevano sbrigarsi: processo, sentenza ed esecuzione della condanna a morte tutto d'un colpo. Naturalmente non volevano fare pressione eccessiva su Ciano perché temevano che messo alle strette avrebbe parlato di cose troppo scomode come, ad esempio, della [[Shoah]], di cui era bene informato. Edda cercò furiosamente di far graziare Ciano dal padre; arrivò a minacciarlo, di divulgare pubblicamente certe sue notizie, lo disprezzò e lo insultò oltre ogni limite e poi lo abbandonò portandosi via i figli; non lo rivide mai più.<ref>Metello Casati, "1944: il processo di Verona" da I documenti terribili, Mondadori, 1973, Milano</ref>