Al-Amir bi-ahkam Allah: differenze tra le versioni
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'''Al-Āmir bi-aḥkām Allāh''' (1096–1130) ({{arabo|الآمر بأحكام الله}}) fu il 10é [[Imam]]/[[Califfo]] [[fatimide]] dal 1101 al 1130 e viene riconosciuto come il 20° ''[[Imam]]'' dal movimento scismatico [[sciita]] [[ismailita]] [[Musta'liani|mustaʿliano]].▼
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▲'''Al-Āmir bi-aḥkām Allāh''' (1096–1130) ({{arabo|الآمر بأحكام الله}}) fu il
Come suo padre [[al-Musta'li|al-Mustaʿlī]] (1094–1101), al-Āmir era sotto la reggenza del potente ''[[wasita|wāṣita]]'' militare [[al-Afdal Shahanshah|al-Afḍal b. Badr al-Jamālī]] (1094–1121) ed ebbe poche possibilità d'incidere sull'andamento della politica dell'impero di cui era il massimo esponente. Tuttavia, dopo il rovesciamento di al-Afḍal nel 1121 assunse progressivamente il controllo della complessa macchina amministrativa e militare dell'Imamato.
Il suo regno fu nondimeno caratterizzato dalla perdita di [[Tiro]] ad opera dei [[Crociati]], mentre non si riusciva a comporre lo scisma che aveva contrapposto i [[Nizariti]] ai [[Musta'li
La sua morte accentuò il disordine in cui era crollato lo Stato, con la contrapposizione tra [[al-Hafiz]], cugino di al-Āmir, giunto al potere, e i Taiyabia, che si richiamavano a [[Taiyab Abi l-Qasim]], il figlio di 4 anni di al-Āmir, considerato dai suoi seguaci il legittimo pretendente al trono fatimide.
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