Federico Caccia: differenze tra le versioni

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Malgrado questi incarichi, la sua indole lo aveva spinto in precedenza a rifiutare anche incarichi di peso come la guida delle diocesi di [[Diocesi di Lucca|Lucca]], [[Diocesi di Novara|Novara]] o [[Diocesi di Cremona|Cremona]] che gli erano state proposte dalla corte pontificia.
 
Nel [[1693]] venne nominato [[arcivescovo titolare]] di [[Arcidiocesi di Laodicea di Frigia|Laodicea di Frigia]] il [[2 gennaio]] del [[1693]], consacrato a [[Roma]] il [[4 gennaio]] dello stesso anno dal cardinale [[Galeazzo Marescotti]]. Successivamente venne nominato nunzio apostolico in Spagna ([[5 gennaio]] [[1693]]) e assistente al Trono Pontificio ([[6 gennaio]] [[1693]]). Il [[14 aprile]] [[1693]] si trasferì alla sede episcopale di [[Milano]] di cui aveva ottenuto la cattedra.
 
[[Papa Innocenzo XII]] lo elevò al rango di [[cardinale]] nel [[concistoro]] del [[12 dicembre]] [[1695]], ricevendo poi il titol cardinalizio di Santa Pudenziana ([[13 agosto]] [[1696]]).
 
Morì al palazzo episcopale di [[Milano]] il [[14 gennaio]] [[1699]], alle 8.00: il suo corpo venne esposto alla venerazione dei fedeli nel Duomo, per poi venire sepolto di fronte all'altare della Madonna dell'Albero, presente all'interno della cattedrale stessa.
 
Con il suo testamento, di brevi ma intense legazioni, lasciò gran parte dei propri possedimenti ai poveri.