Ottone del Carretto: differenze tra le versioni

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Alla morte del genitore, i fratelli si divisero i domini paterni: il territorio ottenuto da Ottone si spingeva verso nord-est fino quasi ad [[Acqui Terme|Acqui]], dove si trovavano i feudi di [[Sessame]], [[Bubbio]], [[Cassinasco]], [[Monastero Bormida]] e [[Ponti (Italia)|Ponti]]. Da Ponti il confine scendeva verso sud lungo la valle della [[Bormida di Spigno]], fino ai castelli di [[Dego]], [[Carretto]], [[Cairo Montenotte|Cairo]].
 
Ottone rinunciò rapidamente alla propria autonomia politica. Nell'[[aprile]] [[1191]] vendette per 1500 lire tutti i residui beni e diritti feudali, che deteneva a Savona e nei territori circostanti. Successivamente Ottone cedette anche i diritti feudali sui propri domini nelle [[Langhe]], parte al [[comune di Asti]] ([[1209]]) e parte a quello di [[Genova]] ([[1214]]), ottenendone in cambio un compenso e la reinvestitura degli stessi beni come vassallo per sé e per i suoi eredi.
 
Nel [[1194]] fu eletto podestà dai [[Genova|genovesi]], che guidò nella spedizione voluta da [[Enrico VI del Sacro Romano Impero]] in [[Sicilia]]. Lo Hohenstaufen aveva promesso ai liguri, in cambio del loro aiuto, la città di [[Siracusa]] e la [[Val di Noto]]. Nonostante il successo ottenuto l'imperatore rifiutò di mantenere i patti poiché il Del Carretto era stato eletto podestà senza i crismi dell'ufficialità, dato che aveva assunto la carica a causa della morte per febbri del suo predecessore, [[Oberto di Olivano]].