SOMUA S35: differenze tra le versioni

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=== Impiego operativo ===
[[Image:Bundesarchiv Bild 121-0412, Frankreich, Panzer Somua S35, Geschütz.jpg|right|thumb|Due S35 catturati dai tedeschi nel 1940]]
Al momento dell’invasione l’S35 armava le divisioni di cavalleria meccanizzata; 288 esemplari erano sulla linea del fronte all'inizio dell'[[Campagna di Francia|invasione]], suddivisi in 3tre divisioni. Ogni divisione aveva un organico di otto [[squadrone|squadroni]] da dieci S35 ciascuno. Inoltre, ogni squadrone aveva in riserva 2 carri ed ogni comandante di [[reggimento]] e [[brigata]] era munito di un carro personale; il totale era quindi di 88 veicoli per divisione.
 
Altri 31 esemplari erano tenuti di riserva, 49 erano ancora nei magazzini dello stabilimento di produzione e 26 stavano per essere ultimati.<ref name="Histoire de Guerre, Blindés & Matériel, N° 75, p.46" >Histoire de Guerre, Blindés & Matériel, N° 75, p.46</ref> Questi veicolo furono più tardi dislocati in unità ad hoc, come la 4° DCR (''Division Cuirassée'', in italiano "Divisione Corazzata"), comandata da [[Charles De Gaulle]], che ricevette 39 veicoli, la 4° DLM (''Division Légère Mécanique'', in italiano, "Divisione Meccanizzata Leggera") che ne ricevette 10; altre unità ne ricevettero complessivamente 25.
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Nel novembre 1940 il [[impero giapponese|governo giapponese]] chiese alla Germania di permettere la produzione di carri SOMUA da acquistare. Quando il Giappone entrò in guerra nel 1942, venne deciso che sarebbero stati prodotti 250 S.40 da destinare all'[[Esercito Imperiale Giapponese]]; il primo esemplare sarebbe stato consegnato entro 12 mesi, e la produzione avrebbe raggiunto gli 8 esemplari al mese dopo 18 mesi. Tuttavia questo accordo rimase solo un progetto mai realizzato.<ref>{{cita|Ferrard|p.46|Ferrard}}</ref>
 
Nel 1942 il Governo di Vichy ottenne il permesso di re-equipaggiare le proprie truppe con i SOMUA S40; il modello era diventato oramai obsoleto, e i tedeschi non lo trovavano più utile. Due versioni furono considerate, entrambe equipaggiate con torretta FCM, sviluppata originariamente per il [[Char G1]]. La prima versione utilizzava un cannone SA 35 manovrato da due carristi in torretta; la seconda versione prevedeva il più potente cannone SA 37, manovrato da 3 carristi. Fu impostata la produzione di 135 veicoli, per equipaggiare tre squadroni da 45 carri ciascuno, ma la produzione fu fermata nel novembre 1942 quando anche i territori amministrati dal Governo di Vichy furono occupati ([[Operazione Anton]])<ref>{{cita|Ferrard|pp.47-49|Ferrard}}</ref>.Tuttavia fu portato avanti un progetto clandestino, che sviluppò il SARL 42, dotato della torretta ARL 3 e di un cannone da 75 &nbsp;mm L/32 o L/44 ed era previsto l'utilizzo di un telemetro ottico per mirare. Per limitare il peso, la corazza laterale doveva essere ridotta a 30 millimetri.
 
Nel 1945 fu proposto di costruire un modello [[cacciacarri]], equipaggiando i rimanenti scafi dei carri S.35 con una sovrastruttura armata con il cannone [[17 libbre]] britannico.
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[[File:Bundesarchiv Bild 101I-300-1858-35A, Frankreich-Belgien, Panzer Somua S35.jpg|thumb|S35 con insegne tedesche dello [[Heer (Wehrmacht)|Heer]].]]
;{{BGR 1908-1946}}
Nel febbraio 1944 i tedeschi assegnarono all'esercito bulgaro una fornitura di 19 carri Hotchkiss H.39 e sei SOMUA S.35 in sostituzione dei precedenti PzKpfw II e PZKpfw III ordinati.<ref name="Spasibuhov">''Французские танки второй мировой войны / М. Барятинский. (Francuzskie tanki vtoroj mirovoj vojny / M. Barâtinskij)''</ref>. I carri francesi vennero assegnati alla polizia e destinati alla lotta antipartigiana. Alla fine dal mese di agosto 1944, con il deteriorarsi dell'amicizia bulgaro-tedesca, venne a cessare la fornitura di qualsiasi pezzo di ricambio destinato alle forze corazzate bulgare. Nei primi giorni del settembre 1944 la guerriglia partigiana contribuì ad un colpo di stato, che fece cadere il governo filotedesco del Primo Ministro [[Bogdan Filov]]. A partire dal 5 settembre le forze armate bulgare attaccarono, supportate dai mezzi corazzati, le forze tedesche presenti sul territorio nazionale, costringendole alla ritirata, e catturando molti prigionieri. Il giorno otto dello stesso mese la Bulgaria dichiarò guerra alla Germania ede, a partire dal 28 settembre, le forze armate furono impiegate contro i tedeschi in Jugoslavia. Nessuno dei carri francesi ricevuti sopravvisse alla guerra.<ref>Ludi, Giovanni, Le forze corazzate bulgare. Eserciti nella Storia, N.62, Delta Editrice, Parma maggio-giugno 2011</ref>.
 
;{{FRA}}
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Il 27 agosto 1941 questa decisione venne abbandonata per la scarsa disponibilità di munizioni e parti di ricambio dei carri di origine francese. Nel frattempo le autorità tedesche decisero di utilizzare tutti i rimanenti carri di preda bellica e comunicarono alle autorità italiane che avrebbero ceduto un totale di 124 carri R.35 e 32 SOMUA S.35. Il 25 dicembre 1941 ne risultavano in servizio complessivamente 32, assegnati al battaglione CC del 131º Reggimento Corazzato, disloccato in Sardegna.
I carri Somua non piacquero comunque fin dall'inizio. Il genenerale Zanussi scrisse: ''"Parve ad un certo momento che la cessione del carro medio francese Somua di preda bellica, fosse in grado di risolvere la situazione; e fu un'illusione di breve durata, perché il tipo era lento ed insufficientemente armato".''A riguardo lo studioso Lucio Ceva commenta: ''"Le opinioni di Zanussi risultano in netto contrasto con ogni ragionevole considerazione tecnica. Solo nel 1942-43 il carro risulterà superato''".<ref>Lucio Ceva – Andrea Curami. La meccanizzazione dell'Esercito fino al 1943, tomo I e II, USSME, Roma, 1994</ref> Dolpo l'armistizio dell'8 settembre 1943 i carri S.35 presenti in Sardegna ebbero un limitatissimo impiego bellico contro le forze tedesche in ritirata verso la Corsica, ed in seguito furono riconsegnati alle forze della Francia Libera di del generale [[Charles de Gaulle]].
 
 
;{{YUG 1918-1943}}
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* {{it}}{{cita libro|autore=Lucio Ceva – Andrea Curami. La meccanizzazione dell'Esercito fino al 1943, tomo I e II,USSME, Roma, 1994}}
* {{it}}{{cita libro|autore=Ludi, Giovanni, Le forze dorazzate bulgare. Eserciti nella Storia, N.62, Delta Editrice, Parma, maggio-giugno 2011}}.
 
 
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