L'Ami du peuple: differenze tra le versioni

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Quando il 14 luglio cadde la [[Bastiglia]], Marat era appena tornato dall'Inghilterra. Impressionato dall'evento, cominciò a dedicarsi alla causa rivoluzionaria. Perennemente rinchiuso in un seminterrato-stamperia situato nel distretto dei Cordiglieri, diede vita al giornale che decise di intitolare ''L'Ami du peuple, ou Le Publiciste parisien, journal politique et impartial''. Il quotidiano cominciò ad avere notevole risalto nelle giornate di inizio ottobre, segnate dalla marcia delle donne su [[Reggia di Versailles|Versailles]] e dal trasferimento del [[Luigi XVI di Francia|sovrano]] a [[Parigi]].<ref>J. Michelet, ''Histoire de la Révolution française I'', Paris, Gallimard, 1952, vol. I, pp. 527-528</ref>
 
Il giornale, abitualmente composto da otto pagine (ma a volte si arrivava a sedici) veniva venduto all'alba per un soldo. Lo stile degli articoli, molto aggressivo verso gli antirivoluzionari e i moderati, di cui si chiedeva esplicitamente la testa, non mancò di essere notato dalla guardia nazionale di [[Gilbert du Motier de La Fayette|La Fayette]], il quale inviò, il 22 gennaio 1790 un contingente di tremila uominiunità a sostegno di due uomini della Comune, incaricati di arrestare il giornalista. I [[Cordiglieri]] riuscirono a rimandare indietro una prima volta i due uomini, dando così modo a Marat di scappare prima del loro ritorno.<ref>D. Lawday, ''Danton'', Paris, Albin Michel, 2012, pp. 98-101</ref>
 
Ne L'<nowiki></nowiki>''Ami du peuple'' Marat scriveva costantemente le sue visioni politiche su cosa stava accadendo in [[Francia]].