Ospedali riuniti di Reggio Calabria: differenze tra le versioni

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Più o meno contemporaneamente, nel [[1624]]<ref>P. Remigio Alberto Le Pera I Cappuccini In calabria ed i loro 80 conventi Ed. Frama'S Chiaravalle 1971</ref>, il Capitolo provinciale dei padri cappuccini deliberò la costruzione del "Luogo Nuovo" un convento situato nella zona detta di Santa Lucia, fra la attuale via Posidonea, via Reggio Campi e via Cappuccinelli a beneficio di quelli che fra i padri che abitavano nel lontano convento della Consolazione (ora detto "Eremo"), essendo infermi, non potevano raggiungere la città. Il convento dalla sua costruzione ebbe funzione anche di infermeria. Le fondamenta del convento-infermeria furono gettate nel [[1634]], fuori dalle mura, in contrada Santa Lucia, sopra il torrione della battagliola da cui distava 200 passi. Il nuovo convento fu consacrato nel [[1642]].
Le tre strutture di accoglienza infermi ( le due “infermerie” e l’ospedale di Santa Margherita) tali rimasero fino al terremoto del 1783. Dopo il sisma il Santa Margherita fu riedificato in “mal costruite” baracche sotto le mura del castello e negli anni successivi spostato nel convento dei Cappuccini, dove erano tornati i frati utilizzandolo anche come infermeria. Il [[10 gennaio]] [[1811]] il decreto di Murat, che alienava le proprietà della chiesa, passò la giurisdizione del convento-ospedale alla Commissione di Beneficenza. Dopo l'unificazione del Regno la giurisdizione passo'passò alla Congregazione di carità. L'ospedale fu ampliato nel 1877 (capace allora di ospitare 30 infermi) e nel 1892 quando il numero di posti letto fu portato a 80 rimanendo nello stesso convento fino al [[1908]], anno in cui fu distrutto dal terremoto e, dopo qualche tempo, riedificato in baracche nello stesso luogo<ref> D.Spano'Spanò Bolani. Storia di Reggio Di Calabria</ref>.
 
Nel [[1912]] la Congregazione di Carità, presieduta dall'avvocato [[Giuseppe Carbone]], deliberava di procedere alla ricostruzione dell'ospedale civico nella località denominata "Campi Francesi". Questa ampia spianata era stata donata alla Congregazione da Giuseppe Maria Melacrino, nobile possidente di Motta S. Agata, prima del terremoto, affinché vi sorgesse un istitutoper la cura e la riabilitazione degli storpi. Mentre gli amministratori della Congrega studiavano il modo migliore per realizzare il sogno del Melacrino, venne il sisma che rase al suolo l'ospedale di via Posidonea e, per esigenze urbanistiche, si decise di riedificarlo "lontano dalla città" appunto nei Campi donati dal Melacrino. Pertanto la Congregazione nel 1914 affidò la direzione del relativo progetto all'[[Pietro De Nava|ingegnere De Nava]].
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L'ospedale di Reggio prese quindi il nome di "ospedali riuniti" perché riunisce l'ospedale degli Storpi (voluto da Melacrino ed in realtà realizzato solo marginalmente) e l'Ospedale Civico. I lavori di costruzione iniziarono il [[2 aprile]] [[1929]]. I principi di Piemonte inaugurarono gli ospedali riuniti Bianchi Melacrino il [[31 maggio]] [[1932]].
 
Al complesso venne dato il nome del benefattore che aveva donato il terreno, ma, visti i tempi particolarmente delicati (siamo nel [[1930]]) ad esso viene addirittura anteposto il nome del dottor Francesco Bianchi, cosentino, che aveva il solo merito di essere il padre del quadrumviro fascista Michele Bianchi. Cosi'Così ancor oggi l'ospedale di Reggio di Calabria si chiama "ospedali riuniti Francesco Bianchi e Giuseppe Melacrino". Al benefattore è stata anche intitolata la via che era d'accesso all'ospedale<ref>F. Arillotta: Reggio e le sue strade. Stab Tip. Corriere di reggio, 1967</ref>
 
Il primo direttore sanitario fu il prof. Carossini (primario chirurgo).